Dispositivi della Memoria

Informazioni Evento

Luogo
NP ART LAB
Corso Monforte, 23, Milano, MI, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a venerdì
from Tuesday to Friday
12.00 > 19.00

Vernissage
23/09/2025

ore 18

Artisti
Margherita Pedrotta, Mengfan Wang
Generi
arte contemporanea, doppia personale

NP-ArtLab presenta Dispositivi della Memoria, un’esposizione che unisce due pratiche artistiche
distinte in un dialogo intimo e stratificato sul ricordo, il trauma emotivo e il cambiamento interiore.

Comunicato stampa

NP-ArtLab presenta Dispositivi della Memoria, un’esposizione che unisce due pratiche artistiche
distinte in un dialogo intimo e stratificato sul ricordo, il trauma emotivo e il cambiamento interiore.
La mostra mette in relazione due opere che, pur operando con linguaggi e materiali differenti,
convergono nel desiderio di dare corpo alla memoria e alle sue trasformazioni. Da un lato,
ProjeRicordi di Mengfan Wang (Pechino, 2000), dall’altro testimone 1, 2, 3, 4 di Margherita Pedrotta
(Ivrea, 1998): due percorsi che si intrecciano per interrogare il confine tra ciò che resta e ciò che si
perde nel tempo.
Nel suo progetto fotografico, Mengfan Wang affronta il tema del trauma e della memoria filtrandolo
attraverso l’immagine del paesaggio naturale. Utilizzando la tecnica sperimentale del film soup — in
cui le pellicole vengono trattate con sostanze come vodka e limone — l’artista genera fotografie
visionarie e instabili, dove la chimica diventa metafora della psiche. Le immagini, segnate da corrosioni
e alterazioni cromatiche, evocano frammenti di ricordi distorti, a metà strada tra realtà e oblio. I
soggetti naturali — alberi, fiori, animali — assumono il ruolo di presenze silenziose, osservatrici di un
tempo interiore, sospeso tra permanenza e dissoluzione.
A queste visioni si affianca la ricerca installativa di Margherita Pedrotta, che propone una riflessione
sulla trasformazione della materia come riflesso dei processi emotivi. In testimone 1, 2, 3, 4, quattro
contenitori metallici custodiscono bouquet composti da materiali artificiali — gesso, acqua, butadiene
— sottoposti a ripetuti cicli di gelo e disgelo. Il lento scioglimento del ghiaccio, percepibile attraverso il
suono, scandisce un tempo dilatato, in cui la conservazione del ricordo si confronta con la sua
inevitabile mutazione. I fiori, pur non essendo vivi, raccontano storie d’amore e di assenza, diventando
figure rituali e fragili portatrici di memoria affettiva.
Le due opere, pur così diverse, si rispecchiano l’una nell’altra: entrambe esplorano come il ricordo non
sia mai una forma fissa, ma un continuo movimento. Nei paesaggi alterati di Wang come nelle materie
che si sciolgono nell’opera di Pedrotta, la memoria non si conserva, ma si trasforma, si smaterializza, si
rivela nel cambiamento. È un corpo vivo e vulnerabile, che filtra emozioni, trattiene tracce, ma anche
resiste e si dissolve.
La mostra diventa così un percorso sensoriale e simbolico sulla memoria come processo, non come
archivio. Una soglia emotiva in cui materia e immaginazione si incontrano, raccontando ciò che rimane,
ciò che cambia, e ciò che – forse – non può più essere ricordato