Dialoghi Tridimensionali

Informazioni Evento

Luogo
CA' D'ORO - GALLERIA GIORGIO FRANCHETTI
Cannaregio, 3932 — 30121 , Venezia, Italia
Date
Dal al

10 - 18

Vernissage
05/10/2013

ore 17

Contatti
Sito web: http://www.afralia.com
Generi
design, arte etnica
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La mostra Dialoghi Tridimensionali rappresenta un vero e proprio momento di riflessione sulle contaminazioni tra culture e mette in luce, attraverso un acuto allestimento, i legami tra i popoli e le corrispondenze tra oggetti africani e immagini del design italiano.

Comunicato stampa

Hospitadella clinica odontoiatrica e centro di medicina e chirurgia estetica è lieta di invitarvi sabato 5 ottobre 2013 ore 17 presso Palazzo Franchetti, a Venezia, all'inaugurazione di Dialoghi Tridimensionali, mostra-evento che presenta ufficialmente le attività di Afralia - www.afralia.com

Da sempre volta all'eccellenza, Hospitadella supporta questo evento di notevole rilevanza per lo sviluppo del dialogo tra i popoli e per maturare una profonda riflessione sul tema del bello attraverso pezzi d'arte e di design, coerentemente con il pensiero del suo fondatore, il dottor Carlo Gobbo da sempre orientato a una cultura del benessere, della bellezza, della qualità e della salute.

La mostra Dialoghi Tridimensionali rappresenta un vero e proprio momento di riflessione sulle contaminazioni tra culture e mette in luce, attraverso un acuto allestimento, i legami tra i popoli e le corrispondenze tra oggetti africani e immagini del design italiano.
L'evento nasce dalla partnership fra Afralia, fondata dal dott.Carlo Gobbo, e IED, Istituto Europeo di Design.
Afralia persegue l’obiettivo di promuovere spazi e momenti di comunicazione e incontro tra Italia e Africa.

L'intento dell’associazione è, infatti, quello di creare un vero e proprio ponte che metta in contatto queste due realtà, favorendo dialoghi possibili, rispettosi e creativi. L’augurio è che Afralia possa presto rappresentare il fondamento per il sorgere di imprese culturali e commerciali in grado di favorire l'evoluzione e il benessere generale.

“Stiamo costruendo troppi muri e troppo pochi ponti,” – commenta il Dott. Carlo Gobbo, citando Newton, e aggiunge: “ho deciso di lanciare un arcobaleno nel cielo e ho creato Afralia: un ponte fra Africa e Italia”.

Dialoghi Tridimensionali - Palazzo Franchetti Venezia

Conferenza stampa sabato 5 ottobre 2013, ore 17 - Palazzo Franchetti

Apertura al pubblico da sabato 5 ottobre a martedì 5 novembre.

Orari di apertura: 10 - 18

Ingresso libero

Per saperne di più www.afralia.com

Approfondimenti:

Commento di Carlo Forcolini - direttore scientifico gruppo IED

Alcuni oggetti africani della raccolta del Dott. Carlo Gobbo, Presidente di Afralia, e alcune immagini del design italiano, selezionate a cura della Direzione Scientifica di IED, sono i soggetti dialoganti di questa iniziativa.
Non una mostra d’arte africana e non una mostra di design italiano. Dialoghi, appunto, tra culture differenti ma non estranee, tra culture che nel grande vortice della storia e delle contaminazioni linguistiche, artistiche e simboliche hanno molto più da dirsi di quanto si possa immaginare.
La scoperta dell’arte africana da parte degli artisti europei a cavallo tra gli ultimi due secoli ha rivoluzionato il linguaggio di grandissimi artisti come Cézanne, Matisse, Brancusi, Modigliani, Picasso, Giacometti e tanti altri non meno importanti.
Anche a questi maestri guardavano i nostri artisti/designer che, lavorando prevalentemente nel nord industriale del Paese, implementarono la nuova cultura del design di origine nord europea, fondendo il rigore teorico di quelle origini con linguaggi espressivi di provenienza afro-asiatica.
Una libertà espressiva che negli anni ha connotato la diversità del design italiano nel contesto internazionale, per il suo rapporto sia con l’arte sia con l’industria e la tecnologia.
Non si vuole sostenere che tutto il design italiano abbia avuto questo orientamento, ma certamente molti progettisti italiani (in modo per lo più inconsapevole e a volte solo in alcune opere) hanno tessuto questo filo rosso con risultati davvero sorprendenti.
L’antropomorfismo, la volumetria geometrica degli oggetti, la doppia immagine, il mandala “laicizzato” e la verticalità sono alcuni parametri di lettura che intessono questi dialoghi tridimensionali senza parole.
Dialoghi tra cose, merci e feticci di diverso ordine, il cui significato va ben oltre la loro funzione d’uso e simbolica.
E qui, si apre il dialogo…

Commento Angelo Crespi - direttore scientifico IED Venezia

Con la mostra “Dialoghi Tridimensionali” IED Venezia conferma uno dei temi dell’attuale “Biennale d’Arte”, e cioè la commistione tra generi e culture, e anticipa uno degli aspetti della prossima “Biennale Architettura” curata da Rem Koolhas: essendo che il design e l’arte partecipano dell’architettura e insieme la ispirano e ne sono ispirati.
Per le caratteristiche storiche della città, crogiolo di tante culture, la sede di Venezia è risultata la più indicata per proporre questa iniziativa i cui contenuti risultano essere una riflessione sul grande impatto che, attraverso l’arte europea del secolo scorso, il linguaggio figurativo africano ha avuto sul design italiano avendo esso, come noto, una matrice artistica piuttosto che industriale.
Gli oggetti esposti di arte africana sono in gran parte feticci religiosi e di mercato che, insieme ad altri oggetti d’uso, testimoniano la vita quotidiana di quelle popolazioni. E il design può latamente essere inteso anche come produzione di feticci di mercato con diversa funzione simbolica. Se si considerano dunque gli oggetti esposti e le immagini (di design) proiettate secondo questa ottica, si apre un’interessante valutazione socio-filosofica (su beni e merci) i cui confini verranno ampliati da Adone Brandalise dell’Università di Padova e da Emanuele Coccia della École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi.
Un’esposizione dunque che è un momento qualificante per la vita di una scuola che fin dalla fondazione ha guardato primariamente alla cultura internazionale, e che oggi vanta una percentuale di circa 50% di studenti stranieri, sparsi in Italia e nelle sedi internazionali, che sono essi stessi portatori di culture e stili di vita diversi, e generatori di nuovi approcci al mondo contemporaneo.