Davide Onorati – Supervisioni

Informazioni Evento

Luogo
LARANAROSSA GALLERY
Via Giuseppe Parini 27, Latina, Italia
Date
Dal al
Vernissage
17/01/2015

ore 18

Artisti
Davide Onorati
Curatori
Ersilia Sarrecchia, Filippo Trojano
Generi
arte contemporanea, personale
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LaranarossaGALLERY presenta la prima personale di Davide Onorati SUPERVISIONI, palinsesto di un territorio pontino a cura di Ersilia Sarrecchia e Filippo Trojano.

Comunicato stampa

La mostra è la prima della serie legata al redWEEK'sGALLERY, in cui dal 2 al 6 luglio scorso abbiamo visto il susseguirsi di una serie di eventi tra cui l’esposizione personale di Gavino Crispo e la proiezione fotografica sul territorio pontino a cura di Francesco Tetro, Loretta Isotton e Eugenio Lendaro, nello stesso ambito è stato promosso il concorso fotografico e di pittura Arte Ambiente e Territorio.

L’intenzione del tema proposto nel concorso voleva essere quella di lanciare un forte messaggio di sostenibilità ambientale e promozione del territorio, delle sue caratteristiche architettoniche, culturali e paesaggistiche.

La pianura pontina con le sue industrie, i paesi medievali, il mare e i laghi, può offrire molteplici chiavi di lettura e modalità di interpretazione.

L’archeologia industriale e i luoghi abbandonati, gli elementi simbolici della tradizione e della cultura locale, i luoghi di pregio ambientale e paesaggistico, indagati per scoprire e raccontare il territorio fornendo nuove visioni e chiavi di lettura.

E sono nuove e interessanti le visioni di Davide Onorati che il 6 settembre scorso è stato proclamato vincitore del primo premio della sezione fotografia dalla giuria composta dal regista Renato Chiocca, l’artista Ersilia Sarrecchia, i fotografi Marcello Scopelliti, e Filippo Troiano, presidente di giuria.

Dal 17 gennaio nei locali de laranarossaGallery saranno esposte alcune fotografie di grande formato appartenenti al progetto SUPERVISIONI, palinsesto di un territorio pontino che Davide Onorati ha sviluppato seguendo le linee guida proposte.

Il territorio pontino, sovente descritto dalla vicenda della bonifica integrale fascista, è antropizzato e trasformato da tempi remoti.

La sovrapposizione degli episodi e la ripetuta incisione del suolo, hanno dato forma nel tempo, ad un palinsesto di scala territoriale.

Un territorio pontino quindi, narrato attraverso delle rappresentazioni fotografiche, dove gli elementi della scenografia sono al contempo protagonisti. Alcuni personaggi entrano in relazione con le architetture e le infrastrutture e i luoghi raffigurati, raccontando storie parallele, la cui possibile interpretazione è lasciata all’osservatore. Il campo lungo delle immagini apre una visione dell’ambiente complessiva e ampia.

Una supervisione, in cui i vari elementi da soli si fanno carico di una sistemazione gerarchica all’interno della scena, mentre i personaggi ne divengono supervisori.

Davide Onorati

Viviamo un’epoca caratterizzata da un’ipertrofica, ossessiva presenza delle immagini nella vita di ciascuno di noi. Un dato tanto evidente da aver reso progressivamente sempre più “opaco” e distratto il nostro sguardo, incapace di vedere concretamente la realtà circostante.

Le fotografie presenti ci richiamano invece a una sorta di fissità della visione, imponendoci un tempo lento, indispensabile alla comprensione. Registrano con una precisione per alcuni tratti metafisica, trasognata, non di rado poetica, alcuni brani del territorio pontino, da quello più propriamente urbano a quello che attraverso la dimensione agricola si apre allo spazio dilatato del paesaggio.

Un paesaggio che, nel taglio rigoroso degli scatti fotografici, ci mostra una dialettica costante tra la grande dimensione naturalistica e la misura razionale, ordinata dell’antropizzazione: la “pettinatura” orizzontale dei terreni arati, delle conformazioni geologiche, degli sbancamenti, dei filari di pini, dei canali, contrapposta alle triangolazioni verticali di piezometri, piloni elettrici, macchinari, edifici e tralicci dei ripetitori telefonici.

In questo le fotografie si pongono come piccoli esercizi di riflessione, di attenzione nei confronti del reale; pratiche di riappropriazione del tempo necessario allo sguardo per “vedere” ciò che sembra consueto e che cela, nelle pieghe di un’apparente banalità, sfumature e geometrie inattese.

Va rilevato, però che questa selezione di frammenti di paesaggi pontini non vuole mai assumere un carattere aulico, altero, un taglio pedantemente autoriale. Il territorio è visto con uno sguardo attento,

lucido ma anche divertito nella sottolineatura delle sue contraddizioni.

Le piccole figure umane che appaiono come accidenti, intromissioni a prima vista incongrue nella narrazione del paesaggio, lo commentano implicitamente, in certa misura demistificandolo. Assolvono così alla stessa funzione affidata alle persone sparse nelle vedute romane di Gaspar Van Wittel, dove sublime e pittoresco, nobile e plebeo convivono in una miscela inestricabile. È così che Davide Onorati, con il suo sguardo mancino, ci racconta in maniera apparentemente sommessa come la dimensione aulica e quella volgare caratterizzino il nostro spazio quotidiano, avvertendoci che la prima non ha senso senza la seconda, ma guai se quest’ultima prende inconsapevolmente il sopravvento.

Valerio Palmieri