Dana Danica Ondrejovič – Silence of the words

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO RAFFAELLO GIOLLI ARTE CONTEMPORANEA
Vicolo Lavandai, 4, Milano, Italia
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.00

Vernissage
19/09/2012

ore 19

Contatti
Email: artdanica@gmail.com
Artisti
Dana Danica Ondrejovic
Curatori
Giuseppe Iavicoli
Generi
arte contemporanea, personale
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Con l’uso di materiali diversi e occasionali, Dana elabora una sua poetica «con l’eleganza di un linguaggio attuale e universale».

Comunicato stampa

STUDIO RAFFAELLO GIOLLI presenta la mostra personale dell’artista slovacca Danica Ondrejovič.
Classe 1976, Dana si diploma in grafica ed inizia a lavorare per la Televisione Slovacca continuando a dedicarsi allo studio della pittura. Trasferitasi in Italia nel 2002, studia all’Accademia di Belle Arti di Brera dove si laurea in Pittura e nel 2010 si diploma in Organizzazione e Comunicazione per l’Arte Contemporanea. Nel frattempo espone in numerose mostre collettive riscontrando l’attenzione di critici e galleristi che la incoraggiano. Organizza incontri e dibattiti per promuovere la conoscenza della cultura ceca e slovacca con proiezioni di film inediti per l’Italia, che lei stessa si preoccupa di tradurre e sottotitolare.
Con l’uso di materiali diversi e occasionali, Dana elabora una sua poetica «con l’eleganza di un linguaggio attuale e universale». A volte queste carte ricche di strati di colore, in particolare sui piccoli e grandi libri che illustra e accumula nel tempo, portano la propria freschezza al limite dell’astratto, e allineano pensieri e sogni in una sorta di diario perenne, dove la vitalità dell’artista è registrata ogni giorno sempre uguale ma diversa.
“Divulgatrice del patrimonio intellettuale boemo, crocevia dei popoli ceco-slovaco, tedesco, ebraico e straordinario punto d’incontro di culture nel cuore dell’Europa. A questo punto, la bella Dana, è toccata dai rivolgimenti artistici che si producono intorno a lei, il suo è un rapporto col pensiero filosofico puntualmente messo in luce dalla critica militante, utilizza una maggiore aridità rispetto alle più note trasposizioni dell’informale, forse per una più serena riflessione sull'idea stessa di materia, di trama e spazi pittorici.” Il Silenzio delle parole di Lorenzo Bonini