Damiano Mongelli – Il teatro sospeso

Informazioni Evento

Luogo
TEATRO DELL'OPERA DI ROMA
Piazza Beniamino Gigli, 1, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
14/12/2021

ore 18.30

Artisti
Damiano Mongelli
Generi
fotografia, presentazione, personale
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Il Teatro dell’Opera di Roma, simbolo d’arte e cultura, si svela attraverso un racconto fotografico che ripercorre i lunghi mesi di sospensione dello spettacolo dal vivo – a partire dal marzo 2020 – a causa dell’emergenza pandemica. Scatti di luoghi e di assenze, tra chiusure, ripartenze e trasformazioni.

Comunicato stampa

La fotografia, come l’arte, cattura gli attimi del tempo: frammenti di vita sottratti al presente e consegnati alla memoria che, nell’istante, trovano l’eternità. In un momento storico di “sospensione” - iniziato con l’esplosione dell’emergenza sanitaria mondiale nel marzo 2020 e continuato nel corso del 2021 - il teatro è diventato l’emblema di un mondo interrotto, teso a scorgere oltre il sipario il possibile inizio di un nuovo atto. Nel silenzio delle sale vuote, tuttavia, i luoghi hanno continuato a “raccontare”: e mentre tra le file di poltrone immobili giungeva inesorabile il dramma dell’assenza, lentamente cresceva, impetuoso, il desiderio del ritorno.
Il teatro sospeso è il titolo di un progetto fotografico che ripercorre attraverso le immagini una realtà inattesa: dopo oltre un anno dalla prima chiusura dei teatri, vi rientriamo con una serie di inediti scatti tra angoli segreti e insolite prospettive. Damiano Mongelli, fotografo e ideatore del progetto realizzato in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, nel cui Corpo di Ballo danza da oltre vent’anni, così dichiara a proposito dell’iniziativa: “Il teatro sospeso è un progetto fotografico del nostro tempo: definito ‘servizio non essenziale’, il teatro con fatica ha cercato di sopravvivere, trovando nuove forme di spettacolo. Inevitabilmente, l’assenza di pubblico e le regole di distanziamento sociale hanno creato, negli artisti e negli addetti ai lavori, vuoti difficili da riempire. Il teatro sospeso espone un anno di fotogrammi, con una visione personale che cerca di confermare - citando Antoine de Saint-Exupéry - che ‘l’essenziale è invisibile agli occhi’”.
Il progetto Il teatro sospeso prevede la composizione e la pubblicazione di un libro con una serie di fotografie realizzate da Damiano Mongelli: immagini di spazi interni ed esterni al Teatro Costanzi di Roma, catturate durante i mesi di interruzione dell’attività di spettacolo, insieme a ‘scene’ d’attesa e di quotidianità, di immobilità e di ripartenze, di mancanze e nuove presenze. Tra le pagine, anche la ‘mappa’ di un viaggio virtuale attraverso le risorse online del Teatro dell’Opera di Roma: un invito - attraverso appositi QR Code – a scoprire gli spettacoli di danza presentati in streaming tra il 2020 e l’inizio del 2021, insieme alle fotografie del backstage e delle prove della compagnia in occasione delle produzioni estive.
La prefazione del libro vede le prestigiose firme di Eleonora Abbagnato, Direttrice del Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, già luminosa étoile dell’Opéra de Paris, e di Carlo Fuortes, Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma.
Una speciale sezione de Il teatro sospeso cattura inoltre attimi di “straordinaria quotidianità” tra le sale della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, uno dei più importanti centri di formazione professionale in Italia, fucina di talenti e speranza del nostro balletto: anche per gli allievi dell’Opera, l’anno accademico 2020/2021 è stato il tempo della ‘sospensione’. Damiano Mongelli svela in una serie di scatti i volti di una generazione in formazione che, con coraggio e costanza, lentamente si riappropria dei luoghi della giovinezza e della danza, tra desiderio di crescita e spirito di rivincita.
In chiusura, anche una rassegna stampa recente, con gli articoli e le recensioni dedicate alle ultime produzioni del teatro: un racconto del nostro tempo, attraverso l’incontro di diversi strumenti, dalla danza alla fotografia, dalla parola alla tecnologia. La testimonianza di un teatro vivo e presente che, trasformandosi, resiste.