Daido Moriyama – In Color

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE FOTOGRAFIA MODENA - FORO BOARIO
Via Bono Da Nonantola 2 , Modena, Italia
Date
Dal al

mercoledì-venerdì 15-19
sabato-domenica 11-19
chiuso lunedì e martedì

Vernissage
06/03/2016

su invito

Patrocini

promossa da
Fondazione Fotografia Modena
Fondazione Cassa di risparmio di Modena

in collaborazione con
Galleria Carla Sozzani, Milano

Editori
SKIRA
Artisti
Daido Moriyama
Curatori
Filippo Maggia
Uffici stampa
STUDIO LUCIA CRESPI
Generi
fotografia, personale
Loading…

A distanza di sei anni dalla grande retrospettiva dedicata al suo lavoro in bianco e nero, Fondazione Fotografia Modena ha il piacere di presentare Daido Moriyama in Color, una nuova personale dedicata al maestro giapponese della street photography, e di mostrare i più recenti sviluppi della sua ricerca fotografica, segnata dalla riscoperta del colore.

Comunicato stampa

Modena - A distanza di sei anni dalla grande retrospettiva dedicata al suo lavoro in bianco e nero, Fondazione Fotografia Modena ha il piacere di presentare Daido Moriyama in Color, una nuova personale dedicata al maestro giapponese della street photography, e di mostrare i più recenti sviluppi della sua ricerca fotografica, segnata dalla riscoperta del colore.

Promossa da Fondazione Fotografia Modena e Fondazione Cassa di risparmio di Modena in collaborazione con la Galleria Carla Sozzani di Milano e in partnership con UniCredit, gruppo bancario da sempre impegnato in favore dell'arte e delle iniziative culturali nei territori dove è presente, Daido Moriyama in Color sarà allestita al Foro Boario di Modena dal 6 marzo all’8 maggio 2016. Il percorso, a cura di Filippo Maggia, comprende una selezione di 130 fotografie, realizzate tra la fine degli anni sessanta e i primi anni ottanta.

Pur essendo noto prevalentemente per la sua produzione in bianco e nero, Daido Moriyama (Osaka, 1938) ha iniziato negli ultimi anni a rivalutare la fotografia a colori, rimettendo mano al suo vastissimo archivio e cominciando a pubblicare fotografie inedite, riferite soprattutto agli anni settanta. In quel periodo, Moriyama ha scattato in maniera quasi ossessiva, realizzando una quantità di fotografie a colori che non erano mai state pubblicate e che sono poi state raccolte nei recenti volumi fotografici Kagero and Colors (2008) e Mirage (2013). Fanno parte di questo filone a colori anche alcune rare fotografie bondage, commissionate all’artista dallo scrittore erotico giapponese Oniroku Dan, che Moriyama realizzò per pagarsi i viaggi in Europa, e altri scatti destinati all’edizione giapponese di Playboy.

Il tema centrale del lavoro di quegli anni è indubbiamente la strada, teatro prediletto del fotografo giapponese, che ne porta traccia perfino nel nome, Hiromichi, composto da due caratteri, ‘hiro’, che significa ‘ampio’, e ‘michi’, che significa ‘strada’. In giapponese i due caratteri possono essere letti anche come dai-do, da cui il nome con il quale l’artista si è fatto conoscere alla maggior parte del pubblico, Daido. A indirizzare Moriyama verso queste ambientazioni è stata la folgorazione per il capolavoro di Jack Kerouac On the Road, letto appunto negli anni settanta: “In quegli anni leggevo molti libri e molte cose mi colpivano, ero estremamente ricettivo e aperto – spiega Moriyama - Jack Kerouac aveva il dono di riuscire a trasmettere immagini fotografiche dei suoi viaggi attraverso la macchina da scrivere: questa sua capacità ha influenzato e condizionato il cammino che poi ho intrapreso. Quel che mi colpì molto di On the Road furono il tema della libertà e del vagabondaggio: il fatto di viaggiare per il gusto di farlo, senza una meta precisa. La realtà del viaggio è quel che io vivo spostandomi, non tanto un luogo dove arrivare”.

Le fotografie a colori di Moriyama appaiono profondamente distanti da quelle in bianco e nero dello stesso periodo, soprattutto pensando al volume Farewell Photography del 1972, con il quale Moriyama si proponeva di ‘distruggere la fotografia’ attraverso la tecnica ‘are-bure-boke’, che prevede immagini graffiate – sfocate - sgranate, così come inconsuete nel taglio. Con quei lavori Moriyama aspirava a creare qualcosa di incomprensibile, di allontanarsi dalle convenzioni e arrivare ‘alla fine della fotografia’. Tuttavia, la fotografia a colori di Moriyama non è meno forte di quella in bianco e nero: “È probabilmente più compatta, per quanto, nel suo insieme, meno aggressiva – spiega il curatore Filippo Maggia -: ai contrasti duri e graffianti del bianco e nero sgranato si sostituiscono ora colori delicati, melanconici, ora tonalità pop e acide, come era tipico in quegli anni, esasperate dalle sovraesposizioni volute dall’artista”.

I temi si ripetono ma il colore li ingentilisce: “Il peregrinare notturno fra stretti vicoli e strade affollate è meno angosciante, ansimante – continua Maggia –. C’è in fondo la gioia della scoperta, a ogni passo, di qualcosa di nuovo e inaspettato che attende il ramingo; gli interni delle case, per quanto poveri, scarni, popolati di piatti sporchi, letti sfatti, sedie mezze rotte o posaceneri traboccanti di sigarette narrano di vite autentiche, semplici e pure. E poi le moto di grossa cilindrata e le auto americane dai colori sgargianti che ingombrano le strade come trofei da esibire, le insegne abbaglianti delle sale di pachinko e dei night club con i manifesti delle ragazze che si esibiscono, i poster dei divi del cinema e dello spettacolo che ammiccano dai muri: fuori c’è un mondo brillante che invita all’esperienza immediata, nel quale l’ombra di Moriyama compare periodicamente, a testimoniare quanto quell’esperienza sia stata desiderata e fatta propria”.

La mostra Daido Moriyama in Color è accompagnata da un catalogo edito da Skira, a cura di Filippo Maggia, con oltre 250 fotografie a colori.