Daeyoung Kang – Fabbrica di Zanzare

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO AKKA
Via Pietro Custodi 8 20136 , Milano, Italia
Date
Dal al

Da martedì a sabato dalle ore 15.00 alle 19.00 (mattina su appuntamento)

Vernissage
10/10/2012

ore 19

Artisti
Daeyoung Kang
Curatori
Alessia Locatelli
Generi
arte contemporanea, personale
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L’artista coreano Daeyoung Kang, in mostra presso lo Studio Akka di Milano dal 10 ottobre 2012, trova nell’immagine/simbolo della zanzara un varco che oltrepassa la fisicità e la contingenza, per traghettarci – attraverso la ricerca della forma – verso la perfezione dell’Essere.

Comunicato stampa

La Forma della zanzara

Può la Forma di un insetto essere così perfetta e pura da avere in sé una vocazione al trascendente?
L’artista coreano Daeyoung Kang, in mostra presso lo Studio Akka di Milano dal 10 ottobre 2012,
trova nell'immagine/simbolo della zanzara un varco che oltrepassa la fisicità e la contingenza, per
traghettarci - attraverso la ricerca della forma – verso la perfezione dell’Essere.

Un connubio riuscito di valore formale e aspirazione universale, di design contemporaneo e ricerca
astratta, di gioco allestitivo e serietà compositiva, per un artista che riesce a far dialogare
brillantemente ricerca creativa ed èidos.
Alessia Locatelli

Daeyoung Kang - Mosquito

La Forma della zanzara

Può la Forma di un insetto essere così perfetta e pura da avere in sé una vocazione al trascendente?
L’artista coreano Daeyoung Kang, in mostra presso lo Studio Akka di Milano dal 10 ottobre 2012,
trova nell'immagine/simbolo della zanzara un varco che oltrepassa la fisicità e la contingenza, per
traghettarci - attraverso la ricerca della forma – verso la perfezione dell’Essere.

Piccolo, sinuoso, elegante ma terribilmente importuno questo insetto è riprodotto dall'artista in una
serialità dal gusto squisitamente orientale, ben lontana dalla serialità modulare europea, e utilizzato
per creare alcune installazioni all'interno della galleria, come il suggestivo “boschetto” di lampade a
Led che racchiudono ognuna un piccolo capolavoro zoologico in rame. L’installazione, realizzata
con queste lampade/bolle design, crea un desiderio di visione che ne oltrepassa il valore estetico per
divenire tensione emotiva verso la bellezza pura.

Sono ancora le zanzare che ritmano la parete della Galleria, galleggiando su opere pittoriche a
monocromo o interagendo delicatamente con oggetti di uso quotidiano riprodotti perfettamente in
gesso: una zanzara nel fondo del bicchiere di vino, rinnova la sua silenziosa presenza in sala durante
il vernissage.
Il primo approccio di Kang con questo insetto si manifesta in seguito ad un incontro che hapermesso all’artista di poter riconoscere - in un momento della sua quotidianità - e ricreareartisticamente il potenziale estetico della zanzara: una conformazione filiforme, con zampeelegantemente retro alzate, ali sottili e trasparenti.

Questa scoperta così banalmente perfetta, unita alla capacità creativa ed artigianale, restituisce al
pubblico un oggetto da contemplare che racchiude in sé una compostezza ed una raffinatezza che
vanno a sollecitare l’umano desiderio di perfezione assoluta.

Non sono le emozioni inconsce e temibili dei ragni della Bourgeois, non le api – e non certo per
abilità - che suggeriscono l’esercizio di auto-coscienza di Tom Friedman (rif. Il tweet di T.F. sulle
api del 16 aprile ‘12: "When you see a bee in an enclosed space, it makes you a little self-conscious
…'Are there more bees?'"), né i rumorosi insetti ipercolorati di Fang Lijun. Sono zanzare, animali
che ricordiamo più per il disagio che ci creano che per il loro aspetto, che Daeyoung Kang
restituisce in sculture 1:1 nell’attimo infinito del riposo, permettendone un’osservazione
permanente e universalizzandone la figura così da renderla un anelito verso la “forma prima” non
intelligibile.
Un connubio riuscito di valore formale e aspirazione universale, di design contemporaneo e ricerca
astratta, di gioco allestitivo e serietà compositiva, per un artista che riesce a far dialogare
brillantemente ricerca creativa ed èidos.
Alessia Locatelli