Da Sisto V a Cristina di Svezia: L’impronta Picena a Roma

Informazioni Evento

Luogo
PIO SODALIZIO DEI PICENI
Piazza di S. Salvatore in Lauro 15, Roma, Italia
Date
Il
Vernissage
10/05/2019

ore 17

Generi
incontro - conferenza
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Conferenza e Passeggiata multimediale nel cuore del Seicento romano

Comunicato stampa

In vista dell’avvicinarsi del Cinquecentenario di Papa Sisto V, figura centrale per la rifondazione di Roma, che si celebra nel 2020, il Pio Sodalizio dei Piceni, che a 350 anni dalla sua nascita ancora diffonde, conserva e promuove la cultura marchigiana in Italia, inaugura un percorso d’attenzione.
Il primo evento è connotato da una Lectio e un Walkabout (passeggiata-conversazione radionomade) che delinea l’impronta Picena nel Seicento romano attraverso personaggi straordinari quali Sisto V, Raffaele Fabretti e Cristina di Svezia.
Il progetto “Verso il Cinquecentenario di Sisto V” curato da Carlo Infante di Urban Experience, si apre il 9 maggio, nella sede del Pio Sodalizio dei Piceni in Piazza San Salvatore in Lauro, alle ore 17, con la lectio magistralis “Dai gallopiceni all’Arcadia” di Giorgio Fabretti, che dalle matrici “galliche” arriverà alla sintesi rinascimentale che vede in Raffaello Sanzio e in Papa Sisto V le figure cardine per poi arrivare all'Arcadia (e con più precisione l’Accademia Reale promossa da Cristina di Svezia con Raffaele Fabretti) facendo del Seicento, il secolo d’oro di Roma.

A seguire, alle ore 18, il dibattito si espande nella città: da San Salvatore in Lauro partirà un walkabout, ovvero una conversazione radionomade che vedrà coinvolti in un “gioco” radiofonico itinerante il relatore e i partecipanti. Una passeggiata molto particolare, condotta da Carlo Infante di Urban Experience, per parlare di una delle prime Accademie di Scienze mai nate.
Protagonista della conversazione peripatetica sarà quindi Cristina di Svezia, acclamata come Regina di Roma dopo aver deposto la sua corona di Svezia, per scegliere Roma come luogo dove rifondare l’Accademia Reale che aveva di Stoccolma l’”Atene del Nord”. Il walkabout, con una modalità molto diversa dalle visite guidate (tutti i partecipanti avranno delle radio riceventi) percorrerà un itinerario seicentesco nel centro storico della capitale: da San Salvatore in Lauro si arriverà al “palazzetto” di Sisto V in Via di Parione per estendersi verso Via del Pellegrino e via Giulia per orientarsi, dopo S.Giovanni dei Fiorentini verso San Salvatore in Lauro, dove sarà offerto un buffet.
Il walkabout è inscritto nel progetto #SoftScience per EurekaRoma 2019 di Roma Capitale.

Note sulla “lectio” di Giorgio Fabbretti

“C’è un codice adattivo che connota in modo emblematico l’evoluzione antropologica di ciò che definiamo Italia grazie all'ibridazione storica avvenuta nella regione centritalica. Il fulcro è quel triangolo tra Senigallia, Siena e Urbino, ovvero nelle zone di insediamento gallico più meridionale della cosiddetta Gallia Cisalpina, tra il mille e il 300 a.c., nella dissolvenza incrociata ultima, dall'Età del Bronzo alla già affermata Età del Ferro. Tale processo di ibridazione tra i popoli celtici delle tribù Senoni, provenienti dalla Gallia originaria nell'alto corso del fiume Senna e popolazioni italiche preromane identificate come Piceni, con tratti Villanoviani ed Etruschi, ha lasciato tracce che definiamo “gallopicene”.

Da questo sguardo sulle matrici antropologiche si arriva alla sintesi rinascimentale e seicentesca che vede in Raffaello, nel Papa Sisto V per poi arrivare all'Arcadia (e con più precisione l’Accademia Reale promossa da Cristina di Svezia con Raffaele Fabretti) il punto di arrivo nel XVII secolo, il secolo d’oro di Roma.
Raffaele Fabretti stesso fu esempio di quella ibridazione centritalica, tra filosofie celtico-druidiche (naturalismo, metodo comparativo, "faber rusticus") e cristiane greco-romane (grande cultura epigrafica della classicità), in quanto alto magistrato poliglotta dedito alla nascente scienza moderna, ma avente per oggetto le cose antiche. Nel 1691 fu annoverato nel Patriziato romano, con il titolo di "Principe della Romana Antichità", i suoi allievi fondarono l'archeologia romana e il suo assistente Crescimbeni determinò le sorti dell'Arcadia.”

Note sul walkabout : L’Accademia delle Scienze della Regina di Roma
Walkabout con Giorgio Fabretti sulle origini dell’Arcadia
Nel 1674 Cristina di Svezia fonda a Roma l’Accademia Reale. Fu Papa Alessandro VII ad accoglierla nel 1655 in pompa magna (con un festa che inaugurò l’era dei fasti barocchi) a tal punto da essere abbracciata dal popolo romano come una Regina. Si era trasferita a Roma dopo aver sconfessato il protestantesimo, abbandonando il trono della Svezia, rompendo lo schema luterano che dominava buona parte dell’Europa. Fondò una sua corte, ricreando quella “Piccola Atene” che aveva già realizzato a Stoccolma (dove poteva contare anche su Cartesio), attraendo intellettuali, filosofi e scienziati, da tutta Europa. accogliendo i migliori artisti dell’epoca a Palazzo Riario (oggi Corsini) la sua residenza sotto il Gianicolo. Istituì,anche con la collaborazione di Raffaele Fabretti “principe delle romane antichità”, l’Accademia Reale dove si conversava di arte, musica e scienze, che poi si definì Arcadia, orientata più verso l’espressione poetica e letteraria. Cristina Alessandra Maria Augusta di Vasa fu un gigante: conversava correntemente in latino e parlava anche francese, italiano, tedesco, spagnolo, greco, oltre ad avere una conoscenza basica di ebreo e arabo, oltre a coltivare la conoscenza alchemica. La conversazione peripatetica si avvarrà della presenza di Giorgio Fabretti, professore emerito di Antropologia Culturale, diretto discendente del principe della Romana Antichità Raffaele Fabretti.