Cuoghi Corsello – 26
Un lavoro in cui sono raccolti Petronilla, Bello, Suf, Nonno Degrado, per citare soltanto alcuni dei personaggi creati dal duo: documenti originali in forma di disegno, fotografia, light box, piccola scultura, dipinto, organizzati in un dialogo simbolico e in una cornice cronologica.
Comunicato stampa
Guido Costa Projects ha il piacere di annunciare l'inaugurazione di "26", di Cuoghi Corsello. La mostra sarà aperta al pubblico dal 26 aprile 2012, in via Mazzini 24, a Torino, dalle ore 19.00, e resterà visibile fino al 26 giugno, tutti i giorni in orario di galleria.
Attivi dalla fine degli anni '80, Cuoghi Corsello possono essere considerati a ragione uno degli esempi più longevi e creativi di collaborazione tra artisti, precorritore per molti aspetti di un'intera generazione di creativi, di cui hanno anticipato l'estetica e la dimensione esistentiva.
Nati a Bologna all'ombra della galleria Neon, incubatrice di gran parte dell'arte contemporanea italiana di quegli anni (da Maurizio Cattelan, ad Eva Marisaldi), Cuoghi Corsello hanno attraversato il millennio grazie ad una ricerca personalissima e appartata, di estrema radicalità e coerenza, che li ha fatti diventare un vero e proprio punto di riferimento per un'intera generazione di artisti italiani, interessati come loro ad una creatività orizzontale e antagonista, spesso declinata al di fuori dell'ufficialità., del mercato e delle istituzioni.
Un percorso a tratti estremo, assai penalizzante in un periodo storico in cui l'apparire sembrava l'unica parola d'ordine, ma che ha garantito loro, negli anni, un numero crescente di sostenitori ed estimatori entusiasti, dentro e fuori dal sistema dell'arte.
Dagli albori del graffitismo, attraverso la prima street-art e la sperimentazione di forme inedite di occupazione artistica degli spazi urbani, fino agli anni più recenti, densi di ibridazioni di tecniche e materiali, Cuoghi Corsello hanno anticipato molto, e molto hanno mantenuto, in una straordinaria avventura di vita ed arte. Una storia assolutamente locale, ma radicalmente internazionale, difficile da sottomettere a categorie, o da addomesticare in correnti e movimenti.
Il loro continuo oscillare tra alto e basso in una infaticabile rielaborazione dei temi e delle tecniche ha reso impossibile la loro reificazione negli ambiti angusti dell'arte contemporanea, spesso così conservatrice anche nei suoi momenti più aperti e sperimentali.
Cuoghi e Corsello sono rimasti misteriosi ai più, spesso confinati in uno dei loro tanti volti (writers, proto-squatters e così via), ma mai colti nella loro complessità di cantori solitari di un'epica della strada, tra le più seducenti e sofisticate degli ultimi decenni, e non solo in Italia.
Di loro, grazie ad un consapevole mimetismo e ad una costante opera di sottrazione e delocazione, mancano ancora tracce definitive, quasi non esistono documenti organici, se non una esuberante storia orale.
Chi, negli anni, ha avuto la fortuna di incontrarli in una delle loro fabbriche occupate, difficilmente se ne è dimenticato, così come avviene dopo un incontro importante, o uno di quegli avvenimenti a seguito dei quali nulla sarà più come prima.
Come gallerista ho avuto la fortuna di incontrarli ancora agli esordi, nella cornice surreale di Villa Genziana, il luogo primario della coppia, dove tutto stava nascendo.
Insieme abbiamo percorso quasi tre decenni, tra mostre qui in galleria e interventi fuori casa, come quello indimenticabile ad Amsterdam: 24 ore non stop di improvvisazione al basso elettrico e "bed-in" in una galleria del "Red-district", quello di una volta, non ancora meta di turisti in vena di emozioni forti. O in occasione de "Il segreto di Collo", sorta di elegia elettronica in onore del loro gatto morto, Collo, per l'appunto.
E' perciò con grande emozione e gratitudine che ho deciso di festeggiare con una mostra il loro ventiseiesimo compleanno, cercando di mettere assieme tutti i loro frammenti sparsi, anno per anno, ripercorrendo la loro lunga storia, distillata in un'unica grande opera nella quale trovino posto tutte, o quasi tutte, le loro anime.
L'opera è una sorta di duchampiana "boite en valise", abitata da Petronilla, Bello, Suf, Nonno Degrado, per citare soltanto alcuni dei personaggi che valgono da snodi importanti nella loro storia: sono tutti documenti originali, in forma di disegno, fotografia, light box, piccola scultura, dipinto, organizzati in un dialogo simbolico ed in una cornice cronologica.
Un'opera capace di raccontarci Cuoghi Corsello, o almeno, di adombrare uno dei tanti avatar via via impersonati dalla coppia di artisti, un volto sicuramente non definitivo e, al pari di tutto il resto, in una costante e dinamica evoluzione.
Questi sono i nostri Cuoghi Corsello. Grazie Monica, grazie Claudio!
Cuoghi Corsello (Monica Cuoghi, Sermide,- Claudio Corsello, Bologna), nascono come artisti sul finire degli anni '80, a Bologna. Hanno all'attivo numerosissime mostre in spazi pubblici e privati in Italia e all'estero. Loro opere sono presenti in svariati musei italiani, in alcuni casi sotto forma di installazione permanente. Questa è la loro seconda mostra in via Mazzini presso Guido Costa Projects.