Costanza Algranti
Prima mostra a Milano per Costanza Algranti con una doppia sede (da metà febbraio a fine marzo 2012) all’interno della Galleria di Antonia Jannone, spazio che da oltre trent’anni si occupa di arte, architettura e design attraverso la ricerca e l’esposizione di disegni, opere, oggetti, idee e progetti e, in contemporanea, un allestimento straordinario presso il laboratorio di via Pepe nel quartiere Isola.
Comunicato stampa
Antonia Jannone presenta
COSTANZA ALGRANTI
A Milano il nuovo e doppio appuntamento con la designer
presso la Galleria Jannone in corso Garibaldi 125 e allestimento straordinario dello spazio di via Pepe 28, sede del laboratorio di Costanza Algranti.
Prima mostra a Milano per Costanza Algranti con una doppia sede (da metà febbraio a fine marzo 2012) all’interno della Galleria di Antonia Jannone, spazio che da oltre trent’anni si occupa di arte, architettura e design attraverso la ricerca e l’esposizione di disegni, opere, oggetti, idee e progetti e, in contemporanea, un allestimento straordinario presso il laboratorio di via Pepe nel quartiere Isola.
Il progetto è nato da una riflessione rispetto alla materia di recupero, utilizzata nella costruzione dei mobili e degli oggetti, riflessione attenta soprattutto al metallo come materiale di rivestimento e all’ossidazione che il tempo, l’acqua, l’uso, gli agenti atmosferici realizzano trasformando semplici lastre in visioni, in segni, disegni, a tratti pittorici, certamente carichi di storia e memoria.
Galleria Antonia Jannone: grandi pannelli di legno allestiti lungo il perimetro della galleria, ricoperti di metalli di recupero, caratteristica prima del lavoro di Costanza Algranti, fanno da copertura a contenitori grandi e piccoli. Un grande tavolo, sempre ricoperto di metallo, occupa lo spazio centrale. All’esterno e nel giardino una serie di sedute costruiscono una città di moduli alti e bassi, di corpi diversi in legno, ferro, alluminio, rame.
Spazio Costanza Algranti: la casa prende forma nelle proposte di costruzioni sempre derivate da materiale di recupero. A fianco dello spazio espositivo sarà possibile visitare il laboratorio.
Costanza Algranti è nata a Livorno nel 1962. Inizia a occuparsi di costruzione nel 1993, scopre la passione per il lavoro manuale e il talento per la creazione di oggetti di arredo e di design nati dal recupero di materiali. Nel 1997 realizza la sua prima collezione di mobili e si trasferisce a Milano dove vive e lavora. Da allora, nel suo laboratorio nel quartiere Isola, raccoglie materiali di ogni genere: bancali, grondaie, botti e lamiere che sceglie pensando a cosa potrebbero diventare.
“Questo mio lavoro ha avuto inizio dal mare: raccogliendo legni spiaggiati, pezzi di barche, ciottoli e metalli ossidati che si sono ricomposti, insieme alle loro piccole storie, in nuovi oggetti”.
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“Costanza Algranti is an Italian designer that uses salvaged materials to create chic furnishing. She chooses raw materiale with a view to what they might become”.
International Herald Tribune
“Costanza Algranti: trasforming trash into treasure”.
New York Times
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Non è un posto normale dove normalmente comprare un mobile; quello di Costanza Algranti è un laboratorio di idee e di materie prime, un laboratorio dove le sue idee di costruzione trasformano materie prime.
Algranti, milanese solo d’adozione ma orgogliosamente livornese, lavora con materiali di recupero “li raccolgo pensando a cosa possono diventare”: ricicla legno, ferro, rame e costruisce tavoli, panche, divani, letti,
cucine, oggetti e lampade anche se è il “costruire” che le interessa perché le assi da ponte, una volta svolta la loro primaria funzione, possono diventare e accogliere altro, così le grondaie, ultima grande passione della designer.
Ha iniziato quasi vent’anni fa, assemblando piccoli tavoli, raccogliendo legni di mare a Livorno, poi si è trasferita a Milano, in via Pepe che fa parte di quell’incastro sincero che continua a essere il quartiere Isola, oltre la stazione Garibaldi, un’oasi di piccoli laboratori, case, botteghe, mentre tutto intorno la città cresce in verticale. Via Pepe e il doppio spazio di Costanza Algranti, che di civico fa 28, è diviso tra il laboratorio vero e proprio e uno spazio d’esposizione. Affaccia sull’ultimo binario della stazione e se ne sentono i rumori e, da che l’Expo si prepara a Milano, si sentono anche i rumori dei cantieri e dei palazzi che crescono.
È una doppia vita quella dei mobili di Algranti perché ci si siede su una poltrona, quasi un trono, fatta di legni usati per il cantiere della metropolitana, o si può mangiare su un tavolo ricoperto da una grondaia dove l’acqua ha lasciato segni divenuti pittura, o dormire in grandi letti che prima sono stati bancali. I suoi mobili sono in giro per l’Italia e un po’ d’Europa, da Milano a Bagno Vignoni, dal Salento alla Sicilia fino a Pantelleria e poi in Francia e in Svizzera: arredano, tengono compagnia, raccontano, sono finiti sull’International Herald Tribune e sul The New York Times perché di certo il suo lavoro è uno di quegli spiragli di piccola imprenditoria e alta qualità dell’Italia da difendere.
Pezzi unici, ovviamente, come unica è la materia prima di partenza da poter scegliere: puoi scegliere il “tuo” pezzo di grondaia e, in certi casi, addirittura portare la “tua” materia prima, dando così avvio a una trasformazione costruttiva.
Così è successo per Planeta, l’azienda vitivinicola siciliana che ha commissionato a Costanza Algranti un lavoro dedicato alla sede Buonivini di Noto. Costanza prima ha viaggiato per le cantine del gruppo (da Menfi a Vittoria, da Noto sino all’Etna) raccogliendo ferro, rame, barriques, legni tinti dal vino, poi ha trasformato la materia in mobili dedicati proprio alle piccole case agricole di Noto, “Case Sparse”, che Planeta ha restaurato dedicandole all’ospitalità.
Nelle opere più recenti la forma ha lasciato maggior spazio alla ricerca sulle materie, tra gli ultimi lavori una serie di tavoli un metro per un metro, stesso modulo ripetuto per diversi rivestimenti: ferro, alluminio, rame; così il design cede il passo alla materia, si annulla per esaltarla.
Si diceva delle grondaie, come gradini di chiese dove i tanti passi hanno ammorbidito, reso liquido e sottile il marmo, così i fogli metallici delle grondaie sono segnati, a tratti solcati, dall’acqua passata.
Grandi e piccole lamine recuperate, portate a terra per poter entrare nelle case dopo tanto esterno, cielo, sole e pioggia. Passateci, se vi capita, l’Isola è davvero un posto dove osservare con curiosità le cose che succedono, Costanza Algranti è spesso in laboratorio e quando non c’è i suoi mobili parlano la sua stessa lingua.