Cosimo Veneziano – Biomega Multiverso

Informazioni Evento

Luogo
CAMERA CENTRO ITALIANO PER LA FOTOGRAFIA
Via delle Rosine 18 10123 Torino, Torino, Italia
Date
Dal al

lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00, giovedì dalle 11.00 alle 21.00. Per festeggiare la possibilità di tornare a visitare le mostre, anche due aperture straordinarie, dalle 11.00 alle 19.00:martedì 19 maggio e martedì 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana

Vernissage
18/05/2020

NO

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Cosimo Veneziano
Curatori
Vincenzo Estremo, Beatrice Zanelli
Generi
arte contemporanea, personale
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In mostra nella Project Room di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, BIOMEGA Multiverso di Cosimo Veneziano.

Comunicato stampa

In mostra nella Project Room di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia dal 20 febbraio al 29 marzo 2020, BIOMEGA Multiverso di Cosimo Veneziano, presentata da Walter Guadagnini, a cura di Beatrice Zanelli (ARTECO) e Vincenzo Estremo, è parte del progetto BIOMEGA iniziato nel 2018 con il sostegno della Compagnia di San Paolo, nell’ambito del Bando ORA! Produzioni di Cultura Contemporanea. L’artista, in collaborazione con il Brain Lab. Dipartimento di Neuroscienze dell’Università IULM di Milano, ha realizzato nell’ultimo anno un lavoro transdisciplinare sull’uso delle biotecnologie in ambito agroalimentare, per riflettere sulle procedure di acquisto dei consumatori, oggetto di studio del neuromarketing.

Partendo da queste indagini, Veneziano ha realizzato BIOMEGA Multiverso, un’installazione composta da serigrafie e ricami su tessuto, in dialogo con una coppia inedita di vasi in ceramica. Le sculture sono state realizzate con la tecnica dell’ingobbio a partire dall’osservazione di una fotografia di un oggetto legato alla tradizione agricola, di cui si è perso l’uso, archiviata presso la Fondazione Museo Ettore Guatelli di Ozzano Taro Collecchio (PR). L’intero lavoro riflette sulla percezione visiva, con l’obiettivo di indurre il visitatore a interrogarsi su quanto essa possa influire sulle sue scelte quotidiane di fruitore e consumatore, e della sua attuale applicazione nel campo delle neuroscienze.

Tecniche artistiche tradizionali, quali la serigrafia e il ricamo, sono poste a confronto con le nuove tecnologie. È infatti attraverso l’utilizzo dell’eye tracker, usato dai laboratori di neuromarketing per tracciare i movimenti oculari automatici e continui, che Veneziano conduce lo spettatore verso nuove letture del visibile. In una condizione di globalità dell’immagine, la fotografia e la relativa storia si inseriscono in un regime visuale e percettivo più ampio nel quale produzione, circolazione e distribuzione delle fotografie costituiscono una rappresentazione iconica che rivela come i saperi vengano veicolati dalle immagini. L’attenzione verso tecnologia e neuroscienza porta chi osserva ad indagare l’immagine nella sua grammatica, nell’intrigante tentativo di comprendere cosa si nasconda dietro il visibile e il rappresentabile, attraverso la rappresentazione dell’invisibile. L’opera, studiandone i codici, analizza l’espressione culturale della fotografia. Quest’ultima svela quelle forme emozionali e biologiche che guidano, orientano e talvolta influenzano la conoscenza.
Veneziano reinterpreta alcune caratteristiche primarie della disciplina fotografica: la costituzione di un archivio e i meccanismi di comunicazione della società di massa. È proprio a partire da un archivio di immagini - stock photos - generalmente utilizzate dalle agenzie di comunicazione per la realizzazione della pubblicità di prodotti alimentari, in particolare di frutta e verdura, attraverso un lavoro di stilizzazione, che l’artista realizza le sue stampe serigrafiche. «[…] È qui che interviene l’azione - artistica - di Veneziano, che si appropria delle immagini funzionali, le manipola, ne smonta i meccanismi operativi, e infine le sottopone a un processo di trasformazione che le priva del significato originario e apparentemente le traspone sul piano della pura contemplazione formale (le linee astratte che compongono l’altra faccia del pannello), ottenuta modificando anche la tecnica di realizzazione dell’immagine stessa» - introduce Walter Guadagnini. «Veneziano compie dunque un’operazione duplice: da un lato, agisce sulle immagini originarie come le immagini originarie agiscono sul potenziale osservatore, cioè forzandone la visione, sostanzialmente ingannandole, portandole sul terreno scelto da lui, svelandone così la natura ambigua; dall’altro, con i passaggi dalla fotografia alla serigrafia, al ricamo affievolisce il potere legato alla riproducibilità dell’immagine e alla sua apparente neutralità e oggettività, riportando il centro del discorso nell’ambito della singolarità, di una persino paradossale artigianalità che non si presenta come antistorica, ma piuttosto come momento di sospensione di un flusso acritico, invito a una pausa finalizzata alla riflessione sul presente, e non alla fuga da esso […]».

BIOMEGA interconnette così arte contemporanea, neuroscienze, antropologia e scienze della terra in un percorso articolato che tocca aspetti culturali, sociologici e politico-economici della nostra società, proponendosi come dispositivo culturale critico per uno sviluppo consapevole del territorio.

La mostra BIOMEGA Multiverso, presentata da Walter Guadagnini, a cura di Beatrice Zanelli (ARTECO) e Vincenzo Estremo, presso CAMERA. Centro Italiano per la Fotografia è un nuovo momento espositivo del progetto di Cosimo Veneziano realizzato anche grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo nell’ambito della settima edizione del programma Italian Council (2019). In concomitanza con la mostra, il 5 marzo 2020 alle ore 18.30, sempre presso CAMERA, l’artista dialogherà con Walter Guadagnini e sarà l’occasione per presentare il volume BIOMEGA Multiverso, a cura di Beatrice Zanelli, dedicato all’intero progetto e pubblicato da NERO EDITIONS. Successivamente, l’opera sarà presentata presso il Contemporary Art Center M17 di Kiev (estate 2020), con la curatela di Lisa Parola e nel settembre 2020 il lavoro verrà acquisito dal MUFOCO – Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI), al fine di accrescere la sua collezione museale permanente.

Cosimo Veneziano (Moncalieri, 1983) vive e lavora a Torino dove ha co-fondato la residenza Internazionale Progetto Diogene, nata nel 2007. La sua pratica è caratterizzata da un’ampia attività di ricerca e workshop legata alla lettura degli archivi e si focalizza sullo sviluppo della scultura e del disegno in stretta correlazione con i luoghi che li hanno ispirati. Tra le mostre personali si ricordano: Rompi la finestra e ruba i frammenti!, AlbumArte, Roma, 2018; Petrolio, MEF - Museo Ettore Fico, Torino, 2016; Verso occidente l’impero dirige il suo corso, Galleria Alberto Peola, Torino, 2014; Monochrome, Villa Strauli, Winterthur, 2015; Los contrabandistas copiaron una escultura de mucho valor, Lugar a Dudas, Cali (Colombia), 2013; Cattedrale, Careof DOCVA, Milano, 2013; L’epoca delle passioni tristi, Tirana Institute for Contemporary Art, Tirana, 2011. Oltre ad aver partecipato anche a numerose mostre collettive, la sua produzione si è sviluppata verso l’ideazione di opere nello spazio pubblico, tra le quali il monumento dedicato a Pinot Gallizio e Constant ad Alba (2016), i progetti per Nuovi Committenti a Rovigo (2017) e Dencity a Milano (2015). L’artista è rappresentato dalla Galleria Alberto Peola di Torino.

ARTECO dal 2010 opera nel campo della valorizzazione del patrimonio storico-artistico inteso come un insieme organico di opere, espressione del territorio che le ha prodotte, e in quanto tale elemento portante della società civile. Opera, rivolgendosi soprattutto alle nuove generazioni, sviluppando progetti curatoriali, ricerche storico-artistiche e attività di educazione al patrimonio. www.associazionearteco.it

Beatrice Zanelli (Bologna, 1982) storica dell’arte e curatrice indipendente. PhD in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica al Politecnico di Torino. Dopo aver lavorato, per alcuni anni, in Accademia Albertina delle Belle Arti, nel 2010 fonda Arteco, associazione con la quale realizza residenze e progetti curatoriali dedicati a riportare in luce patrimoni sommersi mediante l’arte contemporanea, sviluppa ricerche storico-artistiche e collabora all’ideazione di attività educative. Coopera stabilmente da alcuni anni con enti museali del territorio, tra cui la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Camera. Centro Italiano per la fotografia e Artissima. Dal 2016 insegna Tecniche di stampa tradizionali allo IED di Torino. Tra le mostre curate Ahimè! [a tre voci] | Alessandra Messali - Archivio di Stato di Torino novembre 2019, Schuld | Ryts Monet a Palazzo Frichignono a Torino, novembre 2019; Like-marble-like | Parasite 2.0 al Centro Arti Plastiche di Carrara, febbraio 2018; Visto due volte | Giulio Squillacciotti a Barriera Torino 2017. Recentemente ha curato (insieme a Ersilia Rossini) il volume Present Archives. Refelections from a collection of prints (A+Mbookstore, VIAINDUSTRIAE 2019).

Vincenzo Estremo (Caserta, 1980) ha conseguito un Dottorato internazionale di ricerca in Studi audiovisivi (Università di Udine e Kunstuneversität Linz). Ha curato mostre in Italia e in Europa, collaborando con il Van Abbemuseum, il Museu Nacional de Arte Contemporânea do Chiado e il Salzamt Linz. Autore di contributi apparsi su riviste e antologie nazionali ed internazionali, ha pubblicato Albert Serra, cinema, arte e performance (2018) ed Extended Temporalities. Transient Visions in Museum and Art (2016). Al momento insegna Teoria e metodo dei mass media e Curatela presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Estremo ha tenuto seminari presso l'Università la Sapienza di Roma e la Bilgi University di Istanbul. È inoltre uno dei direttori della collana editoriale Cinema and Contemporary Art (Mimesis International) e curatore dell’omonima sezione della MAGIS Gorizia International Film Studies Spring School. È tra i fondatori ed editor in chief del magazine online in lingua inglese Droste Effect.