Corrispondenze
Mostra degli studenti del master di Fondazione Fotografia da un progetto di Mario Cresci
Comunicato stampa
A Modena c'è un filo rosso che attraversa la città e il suo territorio, che passa storicamente dall'opera del Duomo al mecenatismo degli Estensi, sino ai grandi luoghi espositivi preposti all'arte, e in cui la fotografia assume un ruolo sempre più evidente. E c’è una scuola - quella del master di alta formazione sull’immagine contemporanea di Fondazione Fotografia Modena – in grado di alimentare reciprocamente il passato ed il presente culturale della città.
È a partire da queste riflessioni che il fotografo genovese Mario Cresci ha coinvolto gli studenti del master di Fondazione Fotografia in un progetto di ricerca artistica site-specific sui Musei Civici di Modena. Esito del percorso è una mostra fotografica ad ingresso gratuito, intitolata Corrispondenze, che si terrà a Palazzo dei Musei dal 25 febbraio al 4 giugno 2017.
Mario Cresci ha scelto i Musei Civici di Modena ritenendoli un “luogo di grande fascino”, in grado di rappresentare “un ponte di attraversamento temporale per un’arte, la Fotografia, che, pur essendo un medium ancora giovane, ha bisogno di contaminazioni e confronti”. Il progetto sui Musei Civici si è svolto durante il primo semestre del 2015, in occasione del corso che Cresci tiene da alcuni anni per gli studenti di via Giardini. Ne sono stati protagonisti gli allievi del biennio 2015/2017 - Giulia Di Michele, Silvia Gelli, Prisca Magnani, Alice Mazzarella, Milena Nicolosi, Francesco Paglia, Alessandro Partexano, Federika Ponnetti, Clelia Rainone, Michela Ronco, Yulia Tikhomirova, Sara Vighi, Viviana Vitale – che attualmente frequentano il secondo anno e concluderanno il master la prossima estate.
Gli studenti sono stati invitati a lavorare all’interno dei musei e a reinterpretarne le collezioni, così come gli spazi espositivi, secondo una chiave di lettura personale. Ne sono nate opere originali, che ora evidenziano dettagli degli allestimenti museali, come le cornici dei quadri, le teche o le cassettiere nelle quali sono custodite le collezioni, ora gettano uno sguardo inedito sugli oggetti in mostra, colti da prospettive inusuali o arricchiti da elaborazioni che il medium fotografico consente. Nelle fotografie degli studenti gli scheletri di una coppia di amanti vissuti tra il V e il VI secolo assumono così un volto, il grande mappamondo geografico dell’ottocento diventa un atomo cosparso di luce, le statuette della gipsoteca si scompongono e ricompongono per dar vita ad una serie di animali fantastici. Altri lavori prendono in considerazione la qualità della luce che cade sulle teche, le linee di paesaggi immaginari impresse sulle statue della gipsoteca, il vertiginoso sviluppo verticale delle teche, che ricorda i grattacieli illuminati di una metropoli.
Mario Cresci ricorda di aver visto in più occasioni, negli anni Settanta, insieme a Luigi Ghirri e a Oscar Goldoni, alcune mostre di fotografia allestite nella Sala di Cultura del Comune di Modena, “forse il primo in Italia ad aver avuto questa sensibilità verso l'immagine: era un'anticipazione sui tempi e sul modo di fare cultura, quel modo di fare Grafica e Fotografia che Albe Steiner definiva di ‘pubblica utilità’. Questa mostra degli studenti di Fondazione Fotografia nei Musei Civici sembra appartenere a quel passato che vive nelle sale, ma apre invece nuove aree di ricerca e di sperimentazione sul linguaggio fotografico che si può sviluppare in uno spazio storico come il museo”.
La collaborazione tra la scuola di via Giardini e le istituzioni culturali della città è destinata a proseguire: anche gli studenti che si sono iscritti quest’anno al master saranno infatti coinvolti da Mario Cresci in un progetto analogo e lavoreranno in un altro prestigioso spazio museale della città, la Galleria Estense.