Confini10
Confini, la rassegna fotografica ideata e organizzata da PhotoGallery di Firenze e MassenzioArte di Roma che ha per filo conduttore la fotografia al confine in termini di linguaggio o di tecnica importati da altri media, ha raggiunto la 10° edizione: un traguardo importante che conferma il ruolo della manifestazione nel panorama espositivo italiano.
Comunicato stampa
Confini, la rassegna fotografica ideata e organizzata da PhotoGallery di Firenze e MassenzioArte di Roma che ha per filo conduttore la fotografia al confine in termini di linguaggio o di tecnica importati da altri media, ha raggiunto la 10° edizione: un traguardo importante che conferma il ruolo della manifestazione nel panorama espositivo italiano.
Sei gli autori di Confini10 selezionati fra gli oltre 100 candidati che, interpretando il supporto fotografico con interessanti tecniche personali, hanno risposto al bando di concorso pubblicato dal sito web www.photographers.it, partner culturale della manifestazione o sono stati proposti dalle associazioni e gallerie che partecipano a Confini :
Mauro Battiston Lost in Eden
Giammaria Cifuni ViaGuidoRossa
Francesca Della Toffola Accerchiati Incanti
Carola Ducoli L'Altrove
Nicolò Quirico Palazzi di Parole
Chiara Rame Glue
La rassegna inizia a Roma il proprio ciclo espositivo, per concludersi, dopo circa 6 mesi, a Torino. Come sempre le immagini vengono proposte anche in internet sul sito www.photogallery.it per consentire la massima visibilità delle opere.
IL PROGETTO “CONFINI”
"La disponibilità di nuovi strumenti, la seduzione del post-moderno e la molteplicità dei media che caratterizzano la nostra epoca hanno allargato la visione di molti fotografi e stiamo assistendo al definitivo abbattimento dei confini tra la fotografia e le altre forme d'arte. Confini è la rassegna delle contaminazioni tecniche e linguistiche". Con queste parole venivano tracciate nel 2001 le linee guida di un progetto che si conferma come un momento di verifica e di incontro con gli autori che utilizzano la fotografia in modo creativo al di fuori dalle convenzioni.
Confini si rivolge a tutti gli autori che operano in modo progettuale, utilizzando la fotografia per restituire in forma visiva una idea maturata a priori rispetto al momento dello scatto. E’ un percorso creativo diametralmente opposto alla fotografia documentaria, che coglie frammenti di realtà che esistono indipendentemente dalla fotografia. I progetti proposti da Confini nascono spesso in largo anticipo rispetto all’atto di fotografare e non di rado vengono messi in pratica solo dopo avere trovato le soluzioni tecniche specifiche o aver creato delle scene finalizzate allo scatto.
In linea di principio i progetti presentati da Confini si sviluppano su un numero consistente di immagini che devono essere esposte in numero adeguato per essere rappresentativo. Per questo motivo ogni edizione Confini propone un numero limitato di autori.
Confini ha una particolare attenzione alla fotografia italiana ma ha una visione di ampio respiro grazie la nutrita presenza di autori italiani con relazioni internazionali e di stranieri che operano in Italia (Susan Kammerer, Angelina Chavez, Robert Marnika, Sabine Korth, Roberta Vivoli).
Anche questa edizione di Confini conferma la vivacità, se non l’interesse, delle donne (quattro su sei tra i selezionati) per una fotografia che non è colta al volo ma più riflessiva, progettuale e critica. Le donne sono in maggioranza tra gli autori proposti nel corso dei dieci anni di attività.
Le precedenti edizioni di Confini sono state gratificate da numerose recensioni sulla stampa e da servizi nei telegiornali regionali di RAI3. Questi attestati di interesse dei media dimostrano l’attenzione di cui gode la rassegna nelle città che la hanno ospitata.
Per tutti questi motivi Confini, che è ormai giunta alla sua decima edizione, si propone come il principale appuntamento annuale in Italia per presentare nuovi autori fra quanti propongono un modo alternativo di immaginare la fotografia; autori che, forti di un proprio linguaggio, ci mostrano la loro visione della realtà.
AUTORI
Carola Ducoli nasce a Genova nel 1990. Diplomata in Decorazione Pittorica e scenografica nel 2009, coltiva da sempre una forte passione per l'espressione artistica e la comunicazione visiva in ogni sua forma. Pratica danza, pittura e fotografia: è al temine degli studi presso l'Istituto Italiano di Fotografia di Milano, luogo dove ha potuto sperimentare, arricchire e delineare la sua passione per l'immagine. Vive e lavora a Milano.
L’Altrove
Andiamo via, creatura mia,
via verso l'Altrove.
Lì ci sono giorni sempre miti
e campi sempre belli.
La luna che splende su chi
là vaga contento e libero
ha intessuto la sua luce con le tenebre
dell'immortalità.
Lì si incominciano a vedere le cose,
le favole narrate sono dolci come quelle non raccontate,
là le canzoni reali-sognate sono cantate
da labbra che si possono contemplare. […]
F.Pessoa
L'Altrove è una ricerca fotografica realizzata fra il 2011 e il 2012 che mostra i confini di Milano, nelle zone di rottura in cui tutto scompare. Campagne, tralicci, cavi dell'alta tensione, scarti di piccoli caseggiati, solo tracce dell'essere umano e del suo passaggio, con alle spalle il tutto e di fronte il nulla: l'altrove.
Una figura di spalle percorre questi luoghi, li riscopre, li osserva, vaga sino ai margini in silenzio, nel paesaggio dimenticato dalla grande città. La realizzazione sfrutta materiali poveri e una tecnica di stampa sperimentale basata sull'utilizzo di pigmenti disciolti in acqua, attraverso un procedimento artigianale che rende ogni trittico un'opera unica.
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Chiara Rame, nata a Magenta nel 1982, si avvicina alla fotografia durante l’università e dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere si diploma in Fotografia presso il Centro di Formazione Professionale Bauer, specializzandosi nel 2009 in Progetto Fotografico Contemporaneo.
Ha partecipato all’edizione 2010 del Festival Internazionale di Fotografia Fotosintesi, finalista nell’ultima edizione del Concorso Internazionale Emergentes dst (Encontros da Imagem, Braga), ha esposto a Fotoleggendo 2010 (Roma) nella mostra Little Big Press e all’interno del Festival Les Boutographies Rencontres Photographiques de Montpellier 2011. Ha recentemente esposto in occasione del festival di fotografia International Meeting of Photography (Plovdiv) e alla Biennale di Videofotografia di Alessandria. Vive e lavora a Milano.
«La storia di Glue, inizia quando la fotografa ritrova un registro di fabbrica abbandonato. All'interno, lo sconosciuto proprietario aveva incollato immagini da giornali, riviste, biglietti augurali, etichette...tutti accuratamente tagliati e disposti in ordine cronologico, dagli anni '50 agli anni '70. Di questo strano repertorio, Chiara Rame estrae indizi e tracce di esistenze lontane,
visibili a stento attraverso le tappe successive della fotografia e della stampa ma dense di una straordinaria presenza. Nel lavoro del tempo su queste immagini si è depositato qualcosa della misteriosa memoria fotografica. La moltiplicazione delle scelte progressive che hanno filtrato queste immagini fino a noi – ripresa, stampa, impaginazione, ritaglio, ripresa parziale... - hanno come distillato l'essenza delle sensazioni che hanno permesso loro di durare nel tempo, dense di tutte le attenzioni a loro dedicate. Queste fotografie “significano”: sono la somma di sguardi commossi o inquieti che le hanno generate. In esse si è depositato qualcosa del nostro strano e eterno bisogno di immagini.» (Christian Maccotta, direttore artistico di Boutographies)
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Francesca Della Toffola nasce a Montebelluna (TV) nel 1973 e lavora come fotografa e insegnante di fotografia creativa. Dopo essersi laureata a Venezia in lettere moderne, approfondendo in particolare gli studi sulla storia della fotografia e del cinema ed dopo un iniziale interesse verso la macrofotografia e i particolari, la sua ricerca si è concentrata sui materiali, la riflessione sulla black line e il racconto attraverso l'autoritratto.
Ha esposto in diverse gallerie e manifestazioni conseguendo vari premi e riconoscimenti.
Le sue fotografie sono incluse nell' Archivio Zannier e dell’archivio storico fotografico della Galleria Civica di Modena. Ha pubblicato il libro “The black line series” (PuntoMarte).
Gli "accerchiati incanti" sono per il poeta Andrea Zanzotto quelle pozze d’acqua che si incontrano passeggiando nei “palù” ma anche quei cerchi che si formano nell’acqua quando cade una foglia o un’infiorescenza o simili.
Nel mio progetto quei momenti di incanto diventano il tentativo di fusione con la natura. La stessa natura dalla quale il poeta si sentiva abbracciato, confortato, avvolto.
Oltre l’orizzonte, oltre il limite, oltre il terreno….penetrare la superficie di materia, luce, fotografia…trasparire.
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Giammaria Cifuni, nata a Uznach (Svizzera) nel 1978 ma residente a Bologna, è diplomata tecnico grafico pubblicitario ed espone dal 2003 con mostre personali e collettive. Dopo aver frequentato diversi workshop e laboratori fotografici con Fulvio Bortolozzo, Frederic Delange, Robert Marnika, Simone Martinetto, Roberto Salbitani e Marco Zanta, nel 2008 si diploma in Fotografa presso CFP Bauer di Milano. Vive e lavora tra Bologna e Torino.
ll progetto fotografico di Giammaria Cifuni nasce dall’interesse per la vicenda umana e politica di Guido Rossa, operaio e sindacalista all’Italsider di Genova, assassinato dalle Brigate Rosse nel Gennaio del 1979. La serie di tre polittici è una composizione di immagini/frammenti di vie a lui intitolate in comuni e in province diverse (Torino, Milano e Bologna). La ricerca dei luoghi fisici si trasforma in una riflessione sulla memoria, sulle tracce che lascia, sulle scelte e i gesti che a volte si compiono per ricordare o come in questo caso commemorare.
L'autrice si è chiesta se esistevano strade intitolate a guido Rossa, e dove si trovavano. Il viaggio prima sulle mappe e poi per strade reali l'ha condotta quasi sempre in zone periferiche e industriali, in qualche modo simili tra loro. Molte in piccoli comuni, spesso ai margini di altri più grandi, quasi inglobati in essi. Zone urbane sovrapposte a zone che, per ora, non lo sono.
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Mauro Battiston Nato a Motta di Livenza (TV) nel 1965, da alcuni anni vive a Conegliano (TV). Psicologo – psicoterapeuta, inizia ad occuparsi di fotografia recentemente. Nel 2006 realizza “Incompiuto” utilizzando come oggetto di ripresa un palazzetto dello sport inconcluso, affronta la dimensione intrapsichica dei desideri rimasti irrealizzati. Il lavoro viene segnalato alla lettura portafoglio in Villa di Solighetto (circuito FIAF) ed esposto a Marghera Fotografia 9° Photo Festival 2006. Dello stesso lavoro è in corso una recensione da parte del dott. Paolo Barbaro del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) – Università di Parma. Nel 2007 realizza “Il luogo dell’anima”, una reinterpretazione dell’opera Brion dell’architetto Scarpa che espone al Drink and Art di Conegliano (TV). Nel 2008 porta a termine “La cura del luogo” che vince il 1° premio al “7° Portaolio Trieste”. Nel 2008, all’interno del Toscana Foto Festival, frequenta un workshop con Francesco Cito che lo rinforza sul suo personale modo di vedere. Ha recentemente avviato una collaborazione con la Spes Volley di Conegliano con un progetto di comunicazione etico – sociale attraverso l’uso del mezzo fotografico.
La nostra condizione umana è contraddistinta dal segno della mancanza. Siamo parte della natura e contemporaneamente ne siamo separati. Il nostro vissuto di armoniosa unità, convive con quello della separazione e della perdita. Nel corso dell'esistenza, viviamo eventi dolorosi che tracciano un solco, una iato tra il prima ed il dopo. A fronte di ciò può emergere il vissuto dell'impossibilità a ridare un senso al vivere oppure la ricerca di un godimento compulsivo o anestetico per lenire nell'immediato il dolore della ferita. La perdita può essere quasi intollerabile, eppure vivere il dolore, in uno stato di raccoglimento, è il primo passo per risignificare la propria vita a partire proprio da tale ferita. La vita umana fiorisce ed il desiderio evolve facendo della mancanza il tratto specifico di ogni esistenza.
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Nicolò Quirico Nato a Monza nel 1966, realizza dal 1985 progetti di comunicazione visiva per aziende e per i maggiori editori italiani. Parallelamente, con due amici, da il via alla “ricerca degli Gnomi” che esplode a livello mediatico: grazie all’interessamento di stampa e case automobilistiche i tre viaggiano per l’Europa, trasformano poi i loro appunti di viaggio sulla cultura favolistica europea e i reportage fotografici in libri per bambini (I Cercagnomi) interviste per radio e TV. Grazie al Premio d’arte intitolato a Ennio Morlotti, che contribuisce a fondare, alla sua attività si aggiunge una nuova direzione: la ricerca concettuale, l’elaborazione di “visioni” che attraverso la fotografia raccontino il territorio con progetti articolati. Da allora ha realizzato più di venti mostre personali e numerose collettive, in spazi pubblici e privati: Castello di Corneliano Bertario, Museo della Seta Abe gg a Garlate, Casa dell’energia AEM a Milano, Palazzo Cicogna a Busto Arsizio, Museo Cesare Cantù a Brivio, Terme Milano e Bagni Nuovi spa; Assemb lea annuale della Banca Popolare di Sondrio a Bormio; Polifem o - Fabbrica del Vapore a Milano; Spini Arte a Robbiate; Spazio Natta a Como. Le sue immagini sono state
pubblicate dalla rivista Il Fotografo e da Silvana Editore nel volume Qui, già, oltre - l’arte in Brianza dal 1950 a oggi, ArtLab. Nel 2009 ha vinto il Premio nazionale fotografare il territorio - Comune di Peccioli organizzato dalla Fondazione Vittorio e Piero Alinari di Firenze. Nel 2010 realizza BORMIO pietre di carta, un progetto di fotografia e letteratura dialettale dedicato al territorio dell’Alta Valtellina, che con la collaborazione della Temporary Art Gallery è diventato una serie di mostre e un catalogo donato alla popolazione in 1500 copie. Un’opera del progetto è tra le finaliste del premio internazionale 125° CAS Ticino e Città di Lugano. Nel 2011 crea il portale internet ADDARTE per la libera segnalazione di eventi culturali, “dalla Valtellina al Po”. Nel 2012 il suo progetto site-specific Rafici Genealogiche sarà esposto dal grande Resort fiorentino che lo ha commissionato. Palazzi di Parole, dopo lo spazio Spazio Natta di Como con il patrocinio dell’Assessorato alla cultura, sarà esposto a settembre 2012 in una mostra accompagnata da incontri con architetti e urbanisti presso lo Spazio Heart di Vimercate (www.associazioneheart.it).
“Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure”, scriveva Italo Calvino nel suo celeberrimo Le città invisibili. È quasi inevitabile: davanti ai Palazzi di Parole di Nicolò Quirico il pensiero corre al testo di Calvino, alle città che, sempre di più vanno somigliandosi l’una all’altra e che pure, però, se sapute ascoltare, possono dare risposte alle nostre domande. Ed è proprio sulla voce della città che si concentra questo suggestivo progetto di Nicolò Quirico. Come gli angeli di Wim Wenders osserviamo la città da un punto di vista inconsueto, raggiungiamo il suo ventre e ascoltiamo la sua voce, o meglio: le sue mille voci. Una babele di voci eterogenee, suoni, parole, melodie e rumori… sussurri, grida, pensieri, ricordi. Vita, insomma, poiché la città è, innanzitutto, nel bene e nel male, un luogo vitale e dinamico, in continuo mutamento. Della città Nicolò Quirico sa rubare l’anima, soffermandosi, quasi casualmente, sui molti edifici che la compongono: palazzi di epoche diverse, stili diversi, pensati per modi di vita diversi, messi tra loro in relazione, talvolta quasi uniformati, dalla trama inquieta e nervosa del tessuto urbano. Dai luoghi storici ai palazzi più insignificanti, lo sguardo dell’artista scorre qua e là per le strade delle città che gli sono vicine, che in un certo senso più gli appartengono, professionalmente e culturalmente: Milano, Como, Lugano… Il suo non è uno sguardo interessato alla qualità architettonica o all’importanza storica dell’edificio, né tanto meno bada alla sua estetica. La sua attenzione è tutta rivolta alla vita che in quei luoghi è passata, passa e passerà in futuro. Alle cento, mille storie che si sono svolte dentro quei muri. Quelli di Nicolò sono palazzi fatti da uomini, abitati da uomini che crescono in città popolate da uomini. Forse per questo a far sentire più forte la loro voce sono quei palazzi che a un primo, superficiale sguardo, sembrano tutti uguali, monolitiche presenze senza vita e senza pregi estetici, freddi oggetti immobili privi di virtù. Mettiamo da parte, per un attimo, il sapere; dimentichiamo il loro ruolo nella storia dell’architettura, lasciamo stare le ragioni, le ricerche e le sperimentazioni formali che talvolta si nascondono dietro a questi edifici. Trattiamoli, per un attimo, come li percepisce lo sguardo del passante, dell’uomo qualunque, schiacciato dalla loro incombenza e dalla loro disarmante uniformità, alienato dalle loro forme geometriche e poco inclini al dialogo. Poco importa che siano le innovative ed eleganti forme della giustamente celebre Torre Velasca o quelle inutili e banali di un palazzone di periferia: essi ci appariranno tutti come mostruosi edifici inanimati, tristi e disarmanti cattedrali di una modernità che non bada più al progetto urbanistico, al bello pubblico o al luogo vivibile. Lo sguardo di Nicolò ha saputo passare oltre la dura scorza anche di questi palazzi, penetrando nelle loro pareti, superando il cemento e la pietra delle loro facciate, per ascoltare le loro voci. Voci che sono rimaste intrappolate nei loro muri, che recano in sé la testimonianza di chi, in quei palazzi, vi ha abitato per giorni, per mesi, per anni, spesso per una vita. Già da tempo avvezzo a progetti che travalicano i confini tra le arti e mettono in dialogo arti visive e letteratura, Quirico ha immaginato di analizzare i palazzi con una macchina “ecofotografica”, un ipotetico sistema di indagine diagnostica che utilizza ultrasuoni per catturare l’eco degli abitanti. Ed ecco che, con uno straordinario escamotage (le pagine di libri multilingue stampati all’epoca di costruzione del palazzo), gli edifici prendono vita, esplodono in vibrazioni vitali, liberano suoni, parole, immagini, ricordi… Rendendo visibile la voce della città, la sua anima più profonda. In bilico tra fotografia e pittura, con le loro superfici materiche che animano la staticità delle immagini, i Palazzi di Parole offrono sensazioni visive, sonore, tattili, perfino olfattive, proponendo un punto di vista nuovo su panorami a noi talmente famigliari da darli quasi per scontati. Un progetto che, pur concentrandosi perlopiù su edifici realizzati nei decenni passati, invita anche a un possibile ripensamento degli spazi urbani attuali, che apre riflessioni importanti sul ruolo dell’architettura nell’epoca moderna e che pare, a tratti, strizzare l’occhio agli architetti e agli urbanisti di oggi, invitandoli a ripensare lo spazio cittadino in una dimensione più “umana” e accessibile, in costante dialogo con l’ambiente e i fruitori degli edifici progettati. Per questo Palazzi di Parole non vuole essere semplicemente un progetto di arte visiva: intende aprire dibattiti, stimolare pensieri, coinvolgere il singolo individuo – e non soltanto l’esperto di settore – , con uno sguardo ampio, critico, intelligente, globale sulla realtà che ci circonda.
(Simona Bartolena - Storico dell’arte)
ORGANIZZAZIONE
La rassegna Confini è organizzata e prodotta da PhotoGallery e MassenzioArte.
Il direttore artistico della rassegna è Maurizio Chelucci.
Il sito ufficiale della rassegna è www.confini.eu
Le immagini proposte da Confini sono visibili sul sito www.photogallery.it
Le immagini di ogni edizione vengono rese pubbliche contestualmente alla inaugurazione della mostra che apre il ciclo espositivo della rassegna.
Confini è un marchio registrato.
MassenzioArte
www.massenzioarte.it (sede legale Via del Commercio 12 - 00154 Roma)
promuove e realizza concorsi internazionali e manifestazioni d'arte contemporanea in tutte le sue forme, dal video alla scultura . [email protected]
PhotoGallery
www.photogallery.it (sede legale via E. G. Bocci, 5 – Firenze)
Galleria virtuale dedicata alla fotografia di ricerca, attiva dal 1998. L'art-director è il giornalista fiorentino Francesco Tei. Ne hanno parlato, tra gli altri media, Raitre (Neapolis), Rai – TG Regionale Toscana, La Nazione, GQ, Quotidiano.net, www.quotidiano.net de Il Giorno-Il Resto del Carlino-La Nazione, Il Corriere di Firenze.
PARTNER
I partner della rassegna contribuiscono alla selezione degli autori e curano l’esposizione di Confini nelle rispettive città di appartenenza.
Officine Nadàr www.officinenadar.net ( c/o Fusion Art Gallery Piazza Peyron 9/g, Torino)
Il progetto Officine Nadàr si muove nell'ambito della promozione della fotografia contemporanea. In sinergia con la Fusion Art Gallery di Torino, vengono proposti durante l'anno incontri culturali, programmi didattici ed eventi espositivi.
Polifemo Fotografia www.polifemo.org (via G. C. Procaccini 4 - Milano)
Polifemo è un’associazione culturale indipendente gestita da un collettivo di professionisti dell’immagine (Leonardo Brogioni, Marco Pea, Italo Perna, Luca Tamburlini). Opera a Milano all’interno de La Fabbrica del Vapore, dove dal 2003 organizza iniziative e mostre fotografiche,
seguendo e promuovendo il lavoro di autori emergenti e proponendo eventi utili a chi vuole approfondire la conoscenza della fotografia e del suo linguaggio.
Sala Mostre Fenice cffw.altervista.org (Galleria Fenice 2 - Trieste)
La “Sala Mostre FENICE” è uno spazio espositivo che è stato aperto a Trieste il 15 aprile 1992. Concepita con il duplice intento di proporre ad un vasto pubblico sia lavori di autori già affermati, sia rassegne di giovani emergenti, la Sala, in diciotto anni di attività, ha ospitato 144 mostre fotografiche. Fra queste si distinguono (per la notorietà dei nomi) quelle della Dinastia Wulz, di Elio Ciol, di Marco Zanta, di Mario Lasalandra, del Circolo Fotografico La Gondola, di Mario Cattaneo, di Stanislao Farri, di Rinaldo Della Vite, di Ernesto Fantozzi, di Francesco Paolo Cito, di Alfonso Modonesi, di Piergiorgio Branzi e di Giovanni Marrozzini.
VisionQuesT gallery www.visionquest.it ( Piazza Invrea 4r - Genova)
VisionQuest: nella cultura tradizionale dei nativi dell’America Settentrionale è un rito di passaggio, un urlo liberatorio. Un viaggio all’interno della natura, alla ricerca di una guida personale e spirituale: una scoperta interiore, un’apparizione, una visione, che fornisce significato profondo e direzione alla vita. L’idea è di portare questa ricerca, e il senso stesso della visione, all’interno di un luogo dove i diversi percorsi della fotografia possano essere visti e apprezzati da tutti.
MEDIA PARTNER
I seguenti partner sostengono la rassegna attraverso i rispettivi canali:
Photographers www.photographers.it
Riunisce grandi esperti della Fotografia in un canale professionale di blogs interamente dedicati alle diverse anime della fotografia. Photographers.it ospita le vetrine di fotografi, scuole, stylist, modelle, curatori, studi, spazi espositivi, laboratori, make-up artist, set designer, associazioni ecc. che possono in questo modo conoscersi e interagire fra di loro, oltre a "mostrarsi" ai visitatori del portale, siano essi addetti ai lavori o appassionati. Di qui la volontà di consentire a tutti gli utenti di inserire e aggiornare contenuti testuali di qualità che ne incrementino ulteriormente la visibilità personale arricchendo così il patrimonio di informazioni, velocemente accessibili, presenti nel sito: recensioni di prodotto; trend e novità di settore; mostre, rassegne e festival; approfondimenti di storia della fotografia; tutorial tecnici; segnalazioni di corsi, incontri ed altro ancora.
Per Confini, Photographers.it oltre a contribuire alla visibilità e promozione della manifestazione, offre agli autori partecipanti un abbonamento gratuito Book Pro per il primo anno su www.photographerspro.eu.
Il Fotografo www.sprea.it
Il Fotografo è una rivista dedicata alla fotografia amatoriale che offre test e aggiornamenti tecnici per essere informati sulle ultime novità del mercato. L’attenzione alla tecnologia tiene sempre presenti le reali esigenze del fotoamatore e fornisce tutte le chiavi di lettura necessarie per orientarsi tra le proposte del mercato. Non è però solo tecnologia: offre anche i consigli necessari per trasformare la passione in professione ed entrare nel mondo della fotografia professionale.
PARTNER ISTITUZIONALI
ISA - Istituto Superiore Antincendi
Comune di Roma - Municipio XI