Claudio Abate – Contatti con la superficie sensibile

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA PHOTOLOGY
Via Della Moscova 25, Milano, Italia
Date
Dal al

Lunedì – Venerdì h 11.00 – 19.00
Chiusura invernale dal 20 dicembre 2014 all’11 gennaio 2015

Vernissage
03/12/2014

ore 19

Artisti
Claudio Abate
Generi
fotografia, personale
Loading…

Con “Contatti con la superficie sensibile”, Abate presenta opere in bianco e nero, realizzate attraverso il contatto diretto sulla superficie sensibilizzata dalla luce.

Comunicato stampa

Claudio Abate partecipa attivamente al clima artistico degli anni Sessanta, testimoniando come fotografo – lettore l’arte contemporanea d’avanguardia. Dopo questi “anni caldi”, sperimenta un linguaggio proprio, utilizzando differenti tecniche fotografiche.
Nel 1972 sviluppa la serie “Contatti con la superficie sensibile”, presentata agli Incontri internazionali d’Arte a Palazzo Taverna di Roma. Contestualmente, la serie originale, venne acquistata nella sua totalità dalla Calcografia di Stato a Roma.
Con “Contatti con la superficie sensibile”, Abate presenta opere in bianco e nero, realizzate attraverso il contatto diretto sulla superficie sensibilizzata dalla luce.
Abate stesso racconta che uno dei momenti artistici per lui più emozionanti “fu quando nel 1972 presi per mano Giorgio de Chirico e lo posi davanti una tela fotografica emulsionata, a contatto con la superficie sensibile. Uscì fuori un ritratto fotografico che ho ancora negli occhi, ottenuto per impressione diretta sulla tela emulsionata.”
Oltre a essere un documento prezioso, le fotografie di Claudio Abate sono spesso l’unica testimonianza di eventi dei quali non avremmo ricordo. Abate crea la memoria di passaggi e momenti storici dell’arte contemporanea, attraverso un occhio attento e sensibile, consapevole di ritrarre con sapienza e poesia visioni e creazioni che segnano un’epoca.

Dalle lastre della serie originale, Claudio Abate decide di ristampare, nel 2014, le 10 opere di grande formato (cm 255 x 135) in esclusiva per Photology.

©Claudio Abate, “L’artista e la modella”

Biografia
Claudio Abate (Roma 1943) apre il suo primo studio fotografico giovanissimo, nel 1957, all'età di sedici anni. A via Margutta, all'epoca la strada romana dei pittori e degli scultori, fotografa le opere d'arte e frequenta gli artisti. Nonostante la sua collaborazione, nei primi anni sessanta, con un prestigioso membro della Magnum, Erich Lessing e la sensibilità neorealista diffusa in Italia, Abate non è tentato dalla fotografia di reportage. Preferisce l'arte, in particolare l'arte in movimento e inizia a fotografare quei giovani artisti che si preparavano a sovvertire tecniche e modi tradizionali. Nel 1959 incontra Carmelo Bene e a partire dal 1963 e per i successivi dieci anni ne documenta il teatro e il cinema. In quello stesso periodo collabora con la rivista "Sipario" e segue la nuova scena romana con le sue rivoluzionarie presenze e i luoghi d'eccellenza: Leo De Berardinis e Perla Peragallo, Carlo Quartucci, il Living Theatre, il Beat 72, tra i suoi scatti anche il Teatro Santo Spirito della compagnia D'Origlia Palmi che tra i tanti affascinò lo stesso Carmelo Bene. Alla fine degli anni sessanta Claudio Abate è già l'acclamato fotografo dell'avanguardia artistica romana, sono sue le fotografie delle azioni e delle opere di Pino Pascali, Jannis Kounellis, Eliseo Mattiacci e Fabio Mauri. Con questi e con molti altri autori e con il gallerista Fabio Sargentini avvierà sodalizi destinati a protrarsi negli anni. Le sue fotografie suggellano in immagini esemplari quella particolare liaison tra arti visive e teatro che ha profondamente segnato la stagione degli anni sessanta e settanta e molti autori le scelgono come unico e accreditato documento visivo delle loro azioni, performance o installazioni. Kounellis, ad esempio, per i 12 cavalli vivi, Gino De Dominicis per lo zodiaco o Maurizio Mochetti per il punto di luce che corre a 180 chilometri all'ora. Di nuova generazione in nuova generazione, Abate continua ad essere il fotografo dell'arte, selettivo più di quanto la sua fama di uomo generoso e disponibile non faccia credere. La stima del gallerista Michael Werner lo ha portato più volte in Germania dove ha fotografato a lungo gli artisti della Neuen Wilden e dove nel 1986, su invito della vedova di Joseph Beuys, ha realizzato l'impegnativa documentazione delle opere disposte dall'artista poco prima della sua scomparsa nel Landesmuseum di Darmstadt. Alla fine degli anni ottanta trasferisce studio e abitazione nel quartiere romano di San Lorenzo dove trova un nuovo terreno di condivisione con gli artisti, inaugurato con la generazione dei Nunzio e dei Pizzicanella e rinnovato con i più giovani. Accanto all'attività dedicata agli artisti, Abate conduce una sua personale ricerca, per la prima volta mostrata a Roma nel 1972 agli Incontri Internazionali d'Arte con la cura di Achille Bonito Oliva. Con la medesima curatela la sua opera è stata celebrata nelle mostre antologiche al MART - museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto e all'Accademia di Francia a Roma. Fotografo di scena, fotografo degli artisti, fotografo per le riviste, ritrattista, autore di un personale discorso. Un fil rouge lega questi diversi aspetti dell'attività di Claudio Abate: la sua spiccata percezione dello spazio, il suo intendere l'immagine come unica, un leggero senso dell'ironia, la scelta ricorrente del punto di vista frontale, l'evidente e spiccatissima empatia con il soggetto.
Il suo lavoro è stato oggetto di numerose e prestigiose esposizioni (Biennale di Venezia , MACRO, Biennale di Mosca , MART, Villa Medici, Palazzo delle Esposizioni, Roma).