Ciò che l’apparire lascia trasparire
Il piano interrato del museo, che lo scorso anno è stato deputato al riordino tematico della collezione permanente, inaugura la sta-gione 2014 con le nuove raccolte d’arte.
Comunicato stampa
Il piano interrato del museo, che lo scorso anno è stato deputato al riordino tematico della collezione permanente, inaugura la sta-gione 2014 con le nuove raccolte d’arte. Assecondando la tradizione del MAC di Lis-sone, ampio respiro è stato dedicato alle opere pittoriche, a cominciare dalle acqui-sizioni del Premio Lissone 2012, che annove-rano il grande Animale fermato di Paola Angelini [San Benedetto del Tronto, 1983], un dipinto su plexiglass di Elsa Salonen [Turku-Finland, 1984] e le due opere che sono valse il primo premio a Mattia Barbieri [Brescia, 1985]. L’excursus continua con un piccolo autoritratto di Ettore Tripodi [Milano, 1985], una inedita losanga di Daniele Bacci [Lucca, 1975] e un Esercizio di misurazione della breve media e lunga distanza di Gianni Moretti [Perugia, 1978]. In tale disbrigo pren-dono posto anche il collage della serie Crossage di Umberto Chiodi [Bentivoglio-Bologna, 1981], i disegni su legno di Nero/Alessandro Neretti [Faenza, 1980] e il paesaggio rupestre di Francesco Locatelli [Milano, 1985].
Segue un cambio generazionale con i dipinti di Arcangelo, Cingolani, Pastorello e Di Marco. Esponente del “Ritorno alla pittura” vaticinato dal clima postmoderno, le opere di Arcangelo [Avellino, 1956] indagano con sguardo antropologico la conoscenza e il confronto con temi di diversa estrazione cul-turale. Alla Nuova figurazione emersa a ca-vallo degli anni Ottanta e Novanta appartiene invece Marco Cingolani [Como, 1961], pre-sente nelle collezioni con un acrilico su carta del 2011. Di Giovanni Manunta Pastorello [Sassari, 1967], capofila della nuova scuola di pittori sardi, viene proposto un recente pae-saggio su tela. Andrea Di Marco [Palermo, 1970-2012], cui il MAC aveva dedicato un omaggio all’indomani della scomparsa, viene qui ricordato con un olio su tela del 2011, do-nato dagli eredi dell’artista, e un piccolo olio su carta del 2005.
L’esposizione assume poi un carattere più scultoreo e installativo con l’opera Infinito di Virginia Zanetti [Fiesole, 1981], che consiste in due cerchi di vetro sovrapposti, e Welcome di Gianluca Zonca [Arona, 1986], una piastra in acciaio inox che dà il benvenuto all’interno del piano. Dello stesso avviso sono anche due micro-sculture: la pipa in radica e stucco di Armida Gandini [Brescia, 1968] e L’Odra-dek di Paride Petrei [Pescara, 1978], una struttura in feltro, metallo e sale marino. Accanto a un taccuino di disegni realizzati a Lissone nel maggio del 2013, Matteo Fato [Pescara, 1979] presenta un’installazione che accorpa opere di anni diversi, creando così un “minimo compendio” della propria ricerca. La collezione si conclude quindi con due artisti del Belgio, Philippe Van Damme [Bruxelles, 1965] e Cel Crabeels [Antwerp, 1958]; il primo presenta un progetto su carta ritenuto irrealizzabile il secondo un video gira-to lo scorso anno sull’Isola Comacina.