Chigusa Kuraishi – Trame. Pittura e Kimono

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DEL PODESTA'
Corso Cavour , Città di Castello, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
09/08/2025

ore 17,30

Artisti
Chigusa Kuraishi
Curatori
Mauro Di Ruvo
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale “Trame. Pittura e Kimono” di Chigusa Kuraishi.

Comunicato stampa

Quando il suono delle parole lascia traccia sul tessuto della materia e il colore diventa simbolo del sogno, allora probabilmente ci accorgiamo di trovarci nella mostra “Trame. Pittura e Kimono” di Chigusa Kuraishi.
La tradizione giapponese sembra essere sigillata già tutta nel titolo, nella binaria congiuntura della pittura e del kimono, entrambe così tanto scisse mantenute nell’esecuzione artistica, e così tanto concettualmente compiute all’interno della trama di significati che nascondono.
Ma la disciplina nipponica di cui si riveste la forma di Kuraishi, non è che solo il baco da seta che costituisce il requisito formale dell’intreccio, se l’ordito narrativo è impregnato invece di profumo tutto perugino.
Nelle Sale del Podestà di Città di Castello si apprenderà proprio questa dissonanza il 9 agosto, durante il vernissage in cui Mauro Di Ruvo, critico e curatore della mostra, sfilaccerà i segreti di questa insolita trama.

Chigusa Kuraishi è una artista di origini giapponesi ma trapiantata a Perugia da quasi cinquant’anni, città dove ha importato un’Arte, con la sua primigenia gamma di colori e le sue emozioni tattili, del tutto sconosciuta alla cultura della post-avanguardia italiana. Sebbene tuttavia in cinquant’anni le origini asiatiche rischino di estirparsi nel “giardino della ragione occidentale”, la sua arte continua a conservarsi come un arcaico scrigno di bellezza inedita non solo per il capoluogo umbro ma anche per le altre piccole e grandi realtà del nostro Paese.

Non è solo un dialogo ermetico tra due forme di ordito che si intercettano a vicenda la natura di questa mostra, ma una rassegna di tutti i vari stadi dell’espressione segnica all’interno della comunicazione umana, che può connotarsi nel corso del suo processo semiotico tra più interlocutori come “una narrazione della materia evitando la stessa materia”. È il decadimento della parola dentro la fedeltà dei rapporti continuamente sublimata a verosimile menzogna, il baricentro attorno cui grava la trama di questa mostra. L’inefficacia che da secoli riconosciamo alla parola, improduttiva ormai del segno come legame tra due entità viventi, tenta di trovare un antidoto alla narrazione del reale attraverso l’astrazione del segno materico, concreto di odori e sensazioni tattili, nell’ordito fittizio della tela o del kimono.
Entrambi, la tela e il kimono, sono due frutti dello stesso telaio della fantasia, in quanto l’uno serve alla rappresentazione emblematica dell’idea, l’altro alla rappresentazione simbolica dell’identità. Entrambi, ancora, sono sineddoche microscopica dei plurimi intrecci della storia dell’arte.

La brillantezza delle forme e la tersa armonia dell’atmosfera che circonda i soggetti di Kuraishi, sono gli ingredienti che ella riceve in eredità dai locali capolavori umbri della stagione rinascimentale, quelli cioè del Signorelli, del Pinturicchio, del Perugino e del Raffaello.
Specialmente la sacralità del volto della pittura giovanile di Raffaello in Umbria, concentratasi non a caso proprio a Città di Castello per la committenza della Pala Baronci e del Gonfalone della Trinità, protagonista attuale di una prossima grande mostra internazionale, è la derivazione spirituale con cui il pennello di Kuraishi traccia le cosiddette “auree liriche” sulla tela.
Per Mauro Di Ruvo la mostra che si terrà nella città tifernate dal 9 al 24 agosto, il cui ingresso è libero a tutti, è una “costellazione di due pianeti lontani nel tempo ma che si allineano sotto un unico fascio di luce”.
Dopo la giovinezza di Raffaello, adesso la maturità intuitiva di Kuraishi a Città di Castello.