Charlotte Royle – Ogni foglia un suono

Informazioni Evento

Luogo
ORATORIO DI SAN ROCCO
Via San Rocco, 4, Crespina, PI, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Orario per le visite: sabato e domenica 10.00-12.00 16.00-18.00 e lunedì 29 settembre o su appuntamento

Per informazioni : [email protected]

Vernissage
14/09/2025
Artisti
Charlotte Royle
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale.

Comunicato stampa

Doppio appuntamento per l’artista britannica Charlotte Royle che ha scelto la Toscana come luogo d’elezione. “Ogni foglia un suono” è il titolo della mostra di opere site-specific con preview domenica 14 settembre a Crespina Lorenzana nelle sedi della Chiesa vecchia di San Michele dove nella Cappella del Rosario saranno esposti dipinti e sculture inedite in dialogo con l’architettura del luogo e l’Oratorio di San Rocco dove l’esperienza sarà più intima ed estesa agli altri sensi, con musiche originali realizzate dal compositore inglese Benson Taylor e fragranze di Silvia Madari di Feel Toscana. L’evento espositivo che rimarrà aperto al pubblico fino al 7 ottobre è stato organizzato dal Comune di Crespina Lorenzana con la collaborazione dell’Associazione Odeporica ETS nata per valorizzare il patrimonio culturale e ambientale del Comune di Crespina Lorenzana. Charlotte Royle vive e lavora a Lorenzana, è qui che circondata da una natura incontaminata ha creato un giardino scolpito, la sua “Giverny” nel cuore della Toscana più autentica, è qui che dai materiali naturali, foglie, frutti, cortecce e terra prendono vita, elaborate e trasformate, le sue creazioni artistiche, dipinti e sculture. “Ogni foglia un suono” è la risposta dell’artista alla natura circostante e all’architettura di questi luoghi che si aprono al pubblico per raccontare le loro antiche storie e le tradizioni di un piccolo borgo toscano sospeso nello spazio e nel tempo.

Quando l’arte incontra la natura

La passione di Charlotte Royle per le piante e gli alberi, perseguita con costanza nel corso della sua vita, prende corpo nel bellissimo giardino creato nel cuore della Toscana e nelle opere che dallo stesso giardino vengono ispirate e prendono forma. Charlotte Royle è sia giardiniera che artista, ed è proprio questo fertile dialogo e questa costruttiva reciprocità tra giardino e studio, vita vegetale e creazione artistica a costituire la chiave del suo lavoro. Nel suo giardino ha mescolato piante e ricordi per creare un paesaggio personale, ricco di fonti d’ispirazione, sia dal punto di vista botanico che da quello pittorico. Il giardino è una sorgente costante di colori, linee, luci, ombre e forme, che l’artista filtra e trasmuta attraverso la propria sensibilità in dipinti e disegni. Utilizza i suoi alberi e le sue piante per creare colori e segni: infatti il giardino non genera soltanto le immagini, ma anche i materiali che danno vita a queste, fornendo una varietà di elementi da raffinare ed elaborare in studio. Con estrema naturalezza il suo lavoro si esprime dal piantare al dipingere, dalla cura della terra e dalla forma degli alberi alla creazione di oggetti unici realizzati con le fibre vegetali. Come nelle botteghe degli artisti del passato Charlotte Royle crea il suo carboncino, la carta ed i pigmenti a base di cenere, in questo modo lo stesso albero svolge il ruolo di soggetto, tela e strumento per il disegno, pratica artistica da cui ha origine il suo lavoro. Attraverso questo processo l’artista riesce a dare voce al suo giardino attraverso composizioni complesse anche a livello microscopico: l’anatomia delle piante che emerge dalla loro rappresentazione e dal loro utilizzo come materiale fornisce alle opere colori e texture naturali, un processo in divenire che offre sempre nuove varietà. Via via che il suo lavoro progredisce Charlotte Royle è sempre più convinta che il giardino e le piante, alle quali si è molto dedicata, faranno da guida al passo successivo. Con il passaggio delle stagioni, cambiano i colori e le forme e il rapporto simbiotico tra coltivazione e creazione, tra giardino e studio, continua a svilupparsi di pari passo con le creazioni artistiche che trovano, sempre più, le loro radici e le loro origini all’interno del giardino.

Breve biografia dell’artista

Nata a York in Inghilterra nel 1964, Charlotte Royle ha trascorso la sua infanzia in un villaggio dello Yorkshire dove sin dall’infanzia ha sviluppato la sua passione per la natura e per il disegno. Dopo gli studi a Liverpool dedicati al Fashion & Texiles per molti anni ha lavorato come designer tessile, a livello internazionale. Nel 1998 si è trasferita ad Edimburgo per dedicarsi esclusivamente alla pittura e al disegno. Dopo aver viaggiato a lungo per il mondo ha deciso di stabilirsi in Toscana dove ha dato vita ad un giardino fonte di ispirazione per la sua arte e prolungamento del suo studio, dove vivono le piante da cui avranno origine le sue opere . Ha esposto in mostre personali e collettive a Edimburgo, Londra, Birmingham, Marrakech, Casablanca e in Italia.

I luoghi di “Ogni foglia un suono”

La Chiesa vecchia di San Michele

Le origini del complesso del Vecchio San Michele, costituito da quattro corpi di fabbrica, ognuno con caratteri architettonici diversi, sono molto antiche e risalgono al VIII secolo, epoca in cui un oratorio fondato da nobili longobardi venne dedicato all’arcangelo Michele, da quel momento in poi il culto micaelico si radicò fortemente nel territorio e nella comunità di Crespina. A partire dall’XI secolo viene concesso il diritto di battezzare i nuovi nati nella chiesa di San Michele che viene arricchita da un fonte battesimale ed è riconosciuta la presenza di un sacerdote per amministrare i sacramenti. Dal XVI al XVIII secolo il complesso viene ristrutturato e vengono utilizzati materiali provenienti dal Castello, distrutto dai fiorentini nel ‘400, vengono aggiunti il campanile e la Cappella di San Martino. Nel corso del 1700 chiesa e campanile vengono nuovamente ristrutturati, ampliati e viene realizzato un nuovo altare dedicato a San Ranieri. Tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento vengono realizzati nuovi lavori di restauro nella chiesa e l’altare di San Ranieri va ad occupare parte della canonica, sul lato est Giovan Battista Tempesti realizza il celebre affresco di San Michele Arcangelo ed altre decorazioni. Con il passare degli anni si rende necessaria la costruzione di una chiesa più grande e in grado di accogliere un numero maggiore di fedeli e nel 1846 per finanziare la costruzione della nuova chiesa di San Michele, sul poggio dove sorgeva la Rocca di Crespina, il complesso passa di proprietà ad un privato. Nel corso del Novecento il complesso ha ospitato : un asilo infantile, abitazioni, il cinema parrocchiale, un ambulatorio medico, varie attività artigianali. Oggi è agibile solo la Cappella della Madonna del Rosario e l’Associazione Odeporica si occupa delle visite, su appuntamento.

Oratorio di San Rocco

Costruito nel 1632 per iniziativa del popolo di Crespina e con il patrocinio del marchese Manfredi Malaspina che all’epoca risiedeva nel borgo di Crespina, l’Oratorio di San Rocco, situato nella località Guardia Vecchia, zona riservata ai controlli sanitari nei periodi di peste, fu edificato proprio come voto per ringraziare il santo dallo scampato pericolo di una pestilenza. Per la sua costruzione furono utilizzate le pietre della pieve di San Giovanni in Val d’Isola ormai in rovina. Proporzionato ma elegante con le caratteristiche tipiche degli oratori devozionali dell’epoca, l’oratorio si presenta a navata unica e una facciata semplice. Nel corso dei restauri del 2008 dall’intonaco ottocentesco sono affiorati affreschi seicenteschi attribuiti da Giovanni Mariti, l’autore di “Odeporico o sia Itinerario per le colline pisane ” scritto tra il 1797 e il 1799, a Gabriello Pisano e ai fratelli Poli che comprendono : una “Annunciazione” con i ritratti dei committenti il marchese Malaspina e suo figlio raffigurati mentre donano l’oratorio a San Rocco ed indossano i paramenti dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, in una lunetta il martirio di Santa Caterina e una raffigurazione del Duomo di Pisa e della Torre pendente, un soggetto insolito nell’iconografia dell’epoca, infine una tavola per l’altare del Furino raffigurante la Beata Vergine, San Rocco e Sant’Antonio Abate.