Cesare Zavattini / Marcello Tedesco – A Vres

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO KAPPANOUN
Via Lambertini, 5 - 40068 , San Lazzaro di Savena, Italia
Date
Dal al

tutti i giorni, la mostra è visitabile solo su appuntamento.
Orari: 16.30 – 19.30

Vernissage
20/11/2021
Artisti
Marcello Tedesco, Cesare Zavattini
Generi
fotografia, doppia personale
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KAPPA-NöUN annuncia il prossimo progetto espositivo: si tratta di A VRÉS, mostra che pone in dialogo il maestro del Neorealismo Cesare Zavattini (Luzzara, 1902 – Roma, 1989) e l’artista Marcello Tedesco (Bologna, 1979).

Comunicato stampa

KAPPA-NöUN annuncia il prossimo progetto espositivo: si tratta di A VRÉS, mostra che pone in dialogo il maestro del Neorealismo Cesare Zavattini (Luzzara, 1902 – Roma, 1989) e l’artista Marcello Tedesco (Bologna, 1979).
Composta da opere esclusivamente inedite, l’esposizione, curata da Antongiulio Vergine, dà corpo al rapporto nato dagli studi condotti da Tedesco sull’opera di Zavattini a seguito della conoscenza della Collezione Massimo Soprani – segretario e amico del maestro – da cui provengono gli autoritratti esposti in mostra. Il processo di approfondimento dell’universo zavattiniano, e delle sue molteplici sfaccettature, si interseca fin da subito con la pratica artistica di Tedesco, dando luogo alla curatela della mostra Aspettando Za, tenutasi presso l’mtn | museo temporaneo navile di Bologna nel febbraio 2021. Prevista per novembre-dicembre 2020 e posticipata a causa del lockdown, quest’ultima è stata concepita, dunque, in un periodo di profonda incertezza e drammaticità. Una volta concluso l’allestimento, la project room dell’mtn | museo temporaneo navile si è trasformata nello studio dell’artista bolognese, il quale, proprio durante il periodo di momentanea chiusura, ha portato a termine il gruppo scultoreo esposto in questa occasione. La necessità di vedere l’arte come, essenzialmente, la capacità di introdurre nel mondo nuovi contenuti di pensiero, e, dunque, nuovi comportamenti, accomuna i due artisti.

A VRÉS (io vorrei, in dialetto luzzarese) si rifà al titolo dell’omonima raccolta di poesie di Cesare Zavattini pubblicata da Bottazzi nel 1986, ed esprime, nella particolarità di questa circostanza, il desiderio di dar voce all’impensato, di sciogliere e ricreare collettivamente un nuovo sguardo e nuova visione sull’essere umano.

“A mia moglie piace molto Pippo Baudo. Potrà mai amarmi?”

Aperta tutti i giorni, la mostra è visitabile solo su appuntamento.
Orari: 16.30 – 19.30
Contattare con opportuno anticipo: 327 – 0439562 | [email protected]

Cesare Zavattini (Luzzara, 20 settembre 1902 – Roma, 13 ottobre 1989)
Sceneggiatore, regista, scrittore, si forma tra Bergamo, Roma, Alatri e Parma. Pubblica il suo primo racconto, Parliamo tanto di me, nel 1931, seguito da altri, numerosi successi: I poveri sono matti (1937), Io sono il diavolo (1941), Totò il buono (1943), Straparole (1967), Non libro più disco (1970) – caratterizzato da un avanguardistico sperimentalismo – La notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini (1976). Negli anni Trenta intraprende un’intensa attività editoriale, dapprima per Rizzoli e Mondadori, poi per riviste quali «Le Grandi Firme», «Il Milione», «Il Settebello». Scrive per numerose testate giornalistiche, come la «Gazzetta di Parma», «L’Illustrazione», «Solaria», «Il Tevere». Contestualmente all’attività di scrittura, si dedica alla stesura di importanti sceneggiature cinematografiche, entrate ormai nella storia: Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948), Umberto D. (1952), candidate tutte agli Oscar – i primi due vincono il Premio al Miglior film straniero. Nel 1982 realizza il suo primo e unico film, La Veritàaaa, firmandone la regia e la sceneggiatura e ricoprendone anche il ruolo da protagonista. In precedenza, si dedica, inoltre, alla poesia e alla pittura: Stricarm’ in d’na parola (1973) ottiene un enorme successo, mentre Toni Ligabue (1967) testimonia il suo impegno per l’arte naïf, sfociato nell’istituzione a Luzzara del primo e unico Museo Nazionale delle Arti Naïves. Collezionista di ritratti, si cimenta egli stesso nella pittura, in particolare nel tema dell’autoritratto – scriveranno di lui Enrico Crispolti e Renato Barilli. Oltre al Premio mondiale per la Pace, vinto nel 1955, si segnalano il Premio Flaiano per la sceneggiatura (1980) e il Writers Guild of America Medaillon (1977), premio dell’Associazione Scrittori di cinema americani vinto in precedenza soltanto da Charlie Chaplin.

Marcello Tedesco (Bologna, 1979)
Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove segue vari workshop con artisti appartenenti alla scena internazionale. Consegue, inoltre, una formazione antroposofica a Trento. Accanto al lavoro artistico, intraprende anche l’attività da regista. Dal 2019 è ideatore, direttore e curatore di mtn | museo temporaneo navile di Bologna e del programma di residenze artistiche Capital Project (Colle Ameno, Sasso Marconi). La sua prassi artistica è focalizzata sull’ampliamento del linguaggio scultoreo e architettonico. Sue opere sono state presentate in prestigiosi contesti come Pinacoteca Nazionale di Bologna, Fondazione Michetti (Francavilla al Mare), Fabbrica del Vapore di Milano, Museo Civico Bodini (Gemonio), PAC – Padiglione di Arte Contemporanea di Milano. Alcuni suoi video sono stati inseriti nell’archivio della GAM di Torino. Ha inoltre esposto in contesti internazionali quali l’AV17 Gallery di Vilnius, la SAFA – State Academy of Fine Arts of Armenia (Yerevan), Madeinbritaly (Londra), The Turist (Montevideo). Galleria di riferimento: Galleria Arrivada, Milano. Principali mostre personali: Megaloschemos, Galleria Arrivada, Milano, a cura di Samuele Menin; Aufbluhen, Gelateria Sogni Di Ghiaccio, Bologna, a cura di Rossella Moratto; Lamed, Surplace, Varese, a cura di Andrea Lacarpia; Sophie Von K, Spazio 74/b, Milano, a cura di Samuele Menin; Polaritis, AV17 Gallery, Vilnius.