Caterina Silva

Informazioni Evento

Luogo
FOURTEEN ARTELLARO
piazza Figoli 14 , Tellaro, Italia
Date
Dal al
Vernissage
22/09/2018

ore 19

Artisti
Caterina Silva
Curatori
Gino D’Ugo
Generi
arte contemporanea, personale
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La nona esposizione che occuperà lo spazio di Fourteen per la rassegna la superficie accidentata sarà con l’oscuro indagare di Caterina Silva.

Comunicato stampa

Rassegna La superficie Accidentata

a cura di Gino D’Ugo

La nona esposizione che occuperà lo spazio di Fourteen per la rassegna la superficie accidentata sarà con l’oscuro indagare di Caterina Silva.

Il sentiero in cui Caterina si addentra col suo esercizio artistico si misura con il profondo, l’inusuale, un luogo dove il solito è assente e la misura perde ogni riferimento.

Il bosco scuro, l’abisso, l’inaccessibile, il lato sommerso dell’iceberg dove le cose si celano.

I sensi e l’intuizione, più che la ragione, fanno da guida in luoghi impervi, dove solo mettendo un piede dopo l’altro si ritorna alla luce.

In questo caso, per la narrazione, un racconto fa da introduzione e ci porta in un luogo:

“Due donne sono state viste uscire dalla piccola stanza di Tellaro nella notte, sigillare la porta e trascinare al loro seguito un oggetto voluminoso avvolto in una coperta ricamata. Non avevano fretta, non sembravano impaurite dall’essere scoperte. Una alta e magra, l’altra più tozza con la pelle scura, si sono recate al vecchio molo, hanno intonato una canzone e forse lanciato l’oggetto in mare.

Dopo poco ha iniziato a piovere una pioggia sottile e silenziosa, si è alzato un vento di terra che spostava l’aria ma non l’acqua.

Nessuno ha più visto le due donne nei giorni seguenti e nessun bagnante ha lamentato la presenza di corpi estranei nel porticciolo. E’ possibile che le due donne abbiano svolto un rito ma non è chiaro se questo sia stato compiuto nella piccola stanza in cui ora è installata la mostra o invece sul molo in quella notte di pioggia. Non è chiaro neanche se si trattasse di un rito. Oppure se in mostra sarà esposto l’oggetto misterioso, ritrovato in seguito da un pescatore attento.”

Caterina Silva considera la sua pratica pittorica una lotta con il linguaggio e i suoi sistemi di classificazione. Usa la pittura per sondare le parti opache della mente, quello che non è possibile altrimenti spiegare a parole. Genera immagini aperte, disponibili all’immaginazione dell’osservatore. Le forme che si producono sulla tela sono impressioni, segni che il presente lascia sulla sua coscienza e che lei assorbe e restituisce prima che sia possibile codificare.

I tratti gestuali nei dipinti registrano le tracce dei suoi processi mentali e sono usati come strumenti per arrivare a mappature di immagini, aperte a molteplici interpretazioni. Questi gesti sfuggono al linguaggio e a una possibile classificazione, allontanando significati univoci e lasciando gli spettatori in bilico su terreni mutevoli. Questo processo fondamentalmente intuitivo, porta Silva a successive indagini teoriche.

L'artista ha sviluppato nel tempo una serie di azioni come alternative o integrazioni all'uso tradizionale del pennello. Da questi esperimenti, utilizzati inizialmente come strumenti empirici per esplorare le connessioni tra libertà, gesto e strutture mentali, Silva elabora delle tecniche che le consentono di disfarsi dei propri automatismi. Ad oggi, le azioni che Caterina Silva esegue durante il suo processo pittorico riflettono la sua continua ricerca sulla natura della mente, le routine quotidiane e le ossessioni personali / collettive su cibo, corpo, spiritualità, accumulo, consumo e spreco.