Carlos Carlé e il grande gres. Dodici artieri ad alta temperatura

Informazioni Evento

Luogo
MUDA CENTRO ESPOSIZIONI
Via dell'Oratorio, 17012, Albissola Marina, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da martedì a domenica, ore 10-12 e 17-19

Curatori
Enzo Biffi Gentili
Generi
design

Materiale raro nella storia delle arti in Italia, il gres – impasto di argilla e altre componenti minerali cotto a elevate temperature – è al centro della mostra Carlos Carlé e il grande gres. Dodici artieri ad alta temperatura.

Comunicato stampa

Materiale raro nella storia delle arti in Italia, il gres – impasto di argilla e altre componenti minerali cotto a elevate temperature – è al centro della mostra Carlos Carlé e il grande gres. Dodici artieri ad alta temperatura, in programma al Centro Esposizioni del MuDA – Museo diffuso Albisola, dal 6 giugno al 7 settembre 2025. Un omaggio a Carlos Carlé (Oncativo, Argentina, 1928 – Savona, 2015), tra i principali scultori ceramisti del Novecento, a dieci anni dalla sua scomparsa.
Il progetto espositivo, a cura di Enzo Biffi Gentili, storico e critico delle arti applicate, è promosso dalla Fondazione Museo della Ceramica di Savona Onlus e dal Comune di Albissola Marina, in occasione della terza edizione del Festival della Maiolica (Baia della Ceramica, 6 – 8 giugno 2025).

La mostra celebra e rivaluta l’opera plastica dell’artista, argentino di nascita e italiano di adozione, a partire da una sua dichiarazione di poetica: «Noi ceramisti abbiamo la possibilità di creare la nostra materia». Materia che, per tutta la vita, sarà per Carlé quasi esclusivamente il gres.
L’artista entra in contatto con la ceramica sin da giovanissimo: nella fabbrica di refrattari del padre sperimenta diversi tipi di cottura e di terre; incuriosito dall’effetto del fuoco, inforna i suoi primi manufatti a temperature elevatissime. Da allora, il suo interesse si rivolge ai materiali resistenti al calore estremo.
Trasferitosi a Buenos Aires, negli anni ’50, Carlé conosce Ana Burnichón e aderisce ad Artesanos, movimento d'avanguardia di ceramica artistica nell'Argentina del Dopoguerra. Nel 1963, si trasferisce in Italia e lavora presso la fabbrica di ceramiche di Vincenzo Solimene a Vietri sul Mare. Dopo un viaggio in Francia, Germania, Danimarca e Olanda, in cui approfondisce la tecnica del gres (particolarmente diffusa in Nord Europa), nel 1966 arriva ad Albissola: qui resta per due anni, lavorando a stretto contatto in particolare con Wifredo Lam; nel 1973 torna e si trasferisce definitivamente nella cittadina ligure.
Dai primi anni Settanta, Carlé è uno dei membri più attivi e stimati dell’Accademia Internazionale della Ceramica di Ginevra.
Dagli anni Ottanta, viene riconosciuto come un maestro in Giappone, dove la ceramica è considerata un’arte maggiore.
Come sostiene il curatore della mostra, Biffi Gentili: «L’opera di Carlé va studiata individuando referenze e interferenze in quei prestigiosi contesti di ricerche internazionali». Ancora oggi, infatti, è manifesta l’influenza di Carlé sull’arte dell’argilla chamottata cotta ad alti gradi in Spagna, tra i Paesi Baschi e la Catalogna, a partire dalle traduzioni in ceramica di Hans Spinner per Chillida e Tàpies, fino ai muri siderali di Angel Garraza e alla possanza terrosa di Madola e Isabel Garay. Evidente anche l’ammirazione in Francia da parte di grandi virtuosi dei materiali duri come Bernard Dejonghe o Daniel Pontoreau.

Oltre la storia, quindi, il lavoro di Carlé dimostra una nuova attualità. Per questo la mostra albisolese mette in dialogo la sua opera con quella di dodici artisti nati tra gli anni Venti e gli anni Ottanta del ’900 in importanti luoghi della ceramica: Carlo Zauli (1926-2002), Nanni Valentini (1932-1985), Franco Bucci (1933-2002), Emidio Galassi (1944), Sandro Lorenzini (1948), Adriano Leverone (1953-2022), Danilo Trogu (1956), Roberto Castellano (1969), Simone Negri (1970), Marta Palmieri (1973), Olivia Cognet (1983), Francesco Ardini (1986), con la partecipazione dell’architetto Gianluca Peluffo. Artieri, come li definisce il titolo stesso della mostra: un termine che, nella visione di Biffi Gentili, esprime l’unione tra abilità artigianale e sensibilità artistica caratteristiche di queste figure capaci di incarnare una nuova idea di arte applicata.

Il percorso espositivo, con oltre 40 opere in mostra, dal punto di vista scientifico-disciplinare si configura come un saggio plastico-visivo che va alla ricerca di analogie compositive, estetiche, formali e cromatiche. A livello politico e culturale, rialimenta relazioni con i territori di riferimento ceramico di ogni artista. L’esposizione diventa quindi anche un viaggio dalla Liguria di Lorenzini, Leverone e Trogu alla Faenza di Zauli e Galassi; dalle Marche di Valentini, Bucci e Palmieri alla Lombardia di Negri; dalla Castellamonte di Castellano alle Nove di Ardini, sino alla Vallauris di Olivia Cognet.

Infine, il grande gres richiama anche una serie importante di sculture di Carlos Carlé, dalle dimensioni maiuscole, monumentali, ispirate a megaliti, menhir, dolmen, e arcaici muri. Un aspetto cruciale dell’opera dell’artista – in mostra sottolineato dalla partecipazione dello studio di architettura Peluffo & Partners – che non deriva solo dall’interesse di Carlé per scultori eccentrici, come Kengiro Azuma, Isamu Noguchi, Shamaï Haber a Rainer Kriester, ma anche dall’amore per il patrimonio archeologico del Sudamerica e della Liguria neolitica, tra Ponente e Provenza.