Carlo Sismonda / Giuseppe Augusto Levis
Racconigi inaugura la sua Pinacoteca Civica con due mostre in omaggio a Levis e Sismonda.
Comunicato stampa
Domenica 19 dicembre alle ore 15,30, in piazza Vittorio Emanuele II a Racconigi, avrà luogo l’inaugurazione della Pinacoteca Civica Levis-Sismonda. L’evento, promosso dalla Città di Racconigi, è ideato e organizzato dall’associazione culturale Carlo Sismonda APS, con il contributo di Fondazione CRT, il patrocinio della Regione Piemonte, in collaborazione con il Comune di Torre S. Giorgio. La Pinacoteca Civica Levis-Sismonda potrà essere visitata ogni prima domenica del mese e su appuntamento contattando l’ufficio turistico di Racconigi ([email protected] - 392/0811406) o l’Associazione Culturale Carlo Sismonda APS ([email protected]).
La pinacoteca si apre con due mostre, una retrospettiva dedicata a Giuseppe Augusto Levis ed un’antologica che celebra i dieci anni dalla scomparsa di Carlo Sismonda. L’allestimento è arricchito da due opere di design firmate dall'architetto Gianni Arnaudo e realizzate dalla G-Experience by Diego Maria Gugliermetto. Inoltre, per testimoniare l’apertura di questo nuovo spazio espositivo è stato realizzato un importante catalogo per i tipi di Tipolito Europa, con testi critici di Antonio D’Amico, Angelo Mistrangelo, Lorand Hegyi e dello scrittore Piero Flecchia.
La mostra antologica dedicata a Sismonda è un’occasione per ripercorrere le stagioni stilistiche di un uomo dal carattere forte ed indomito, amato ed apprezzato in Italia e all’estero. Negli ambienti espositivi si incontrano paesaggi, ritratti, nature morte, soggetti sacri, tutti caratterizzati da un forte ed acceso cromatismo. Sismonda fu pittore appartenente alla grande tradizione figurativa italiana con accenti legati alla rivoluzione formale postimpressionista da Cézanne ai Fauves con al centro Van Gogh, la dialettica tra natura e simbolo e le derive neoespressioniste.
Il corpus delle opere selezionate per la mostra retrospettiva su Giuseppe Augusto Levis, è suddiviso in termini cronologici e per temi e contempla i soggetti iconografici prediletti: le vedute delle vallate piemontesi, gli scorci relativi alla Prima Guerra Mondiale cui partecipò come volontario e, dal 1909, anno in cui iniziò l’emancipazione dal suo maestro Lorenzo Delleani, suggestive vedute olandesi e russe, accanto alla scoperta dell’esotismo e della luce nordafricana.
Le sedute di Arnaudo, infine, sono due divani “Youmellow” dalle forme e colori morbidi senza regole definite, recentemente esposte presso il Salone del Mobile di Milano, che attuano un'inedita e vivace dialettica visiva tra le nuove tendenze artistiche contemporanee del design e le testimonianze pittoriche del secolo scorso.
La creazione e l’allestimento di una pinacoteca nella quale vengono offerte alla pubblica fruizione le opere d'arte realizzate dai due artisti maggiormente rappresentativi della città, che vissero, sostarono o arricchirono il territorio cittadino attraverso le loro opere, è il primo atto del progetto curatoriale pluriennale ideato dall’Associazione Culturale Carlo Sismonda APS per l’immobile da poco recuperato.
L’edificio, situato nel pieno centro storico racconigese, diventerà sede di un nuovo polo culturale sperimentale e un futuro centro di aggregazione in cui la città potrà riscoprire le sue eccellenze artistiche, architettoniche, le sue peculiarità e la sua storia, ma anche diventare luogo di richiamo per un turismo culturale itinerante, nazionale e internazionale. Il passo successivo all’apertura della Pinacoteca Levis-Sismonda, sarà la realizzazione di mostre temporanee ed eventi legati all’arte contemporanea. Entrambi i momenti espositivi sono destinati alla tutela, valorizzazione e riscoperta delle testimonianze artistiche gravitate nel tessuto artistico racconigese nel passato, in dialogo con le nuove tendenze espressive contemporanee.
“Oggi ci troviamo nella condizione straordinaria di poter celebrare due personaggi che con la loro arte hanno tracciato le linee di quello che possiamo definire un'evoluzione di pensiero non solo percepita ma anche fatta propria nelle strade e nelle piazze della Città ma anche nelle menti e nelle case dei nostri racconigesi - commenta Valerio Oderda, sindaco di Racconigi -. Nella certezza che con l'apertura della Pinacoteca Civica Levis-Sismonda nascerà un nuovo spazio di confronto, di stimolo, di valorizzazione di quelle che sono le profonde radici culturali del nostro territorio, ci auguriamo che l’iniziativa abbia un positivo riscontro e diventi il volano per l’organizzazione di nuove mostre e la sede di nuove espressioni artistiche, che sono poi il quotidiano di una società nata e conosciuta nel mondo per il suo prestigio artistico”.
“La mostra dedicata a Sismonda si sviluppa al piano terra dell’immobile restaurato e presenta una quarantina di opere selezionate, molte delle quali appartenenti a collezioni private- spiega Anna Cavallera, curatrice e direttrice artistica della Pinacoteca Civica Levis-Sismonda -. Il piano superiore della Pinacoteca, invece, accoglie l’arte di Giuseppe Augusto Levis attraverso una selezione ragionata della collezione cittadina, costituitasi tramite lascito testamentario. Le due mostre sono una restituzione dovuta ma non scontata che si fonda sul recupero e sulla valorizzazione di una memoria condivisa che ha contribuito a formare l’identità del territorio racconigese, ad identificarne visivamente i perimetri ed esportarli all’estero, in Russia, con Levis, ed in Germania, con Sismonda”.
“In questo difficile momento storico segnato dalla pandemia, Fondazione CRT guarda al futuro e sostiene il progetto curatoriale dell’Associazione Carlo Sismonda APS legato allo storico immobile racconigese, oggi restaurato, che si affaccia su piazza Vittorio Emanuele II, storico cuore pulsante della città – dichiara Giovanni Quaglia, Presidente della Fondazione CRT e Presidente Onorario dell’Associazione Carlo Sismonda APS-. Qui trova felice collocazione la Pinacoteca Civica dedicata agli artisti Giuseppe Augusto Levis e Carlo Sismonda, un luogo che custodirà le testimonianze visive di queste due eccellenze dell’arte figurativa, due artisti uniti dall’amore per Racconigi, eppure distanti, sia da un punto di vista cronologico che stilistico”.
“Una pinacoteca quale ‘spazio del sacro’, nel quale dare un senso, ‘liberare l’arte, in tutte le sue espressioni - conclude Mario Abrate, presidente dell’Associazione culturale Sismonda APS -, cooperando in maniera diretta e concreta al bene ed al progresso della cultura, divenuta una componente essenziale della realtà istituzionale e che, come tale, va protetta e valorizzata, al fine di combattere ogni forma di asservimento dell’artista, che comprime l’affermazione dei talenti e determina il deterioramento di quella eccellenza che ha sempre caratterizzato la vera arte”.
CARLO SISMONDA
(Racconigi, 1929- Cuneo, 2011)
Nato a Racconigi nel 1929, Carlo Sismonda rivela fin da bambino particolari talenti tanto nel disegno che nella musica. Infatti, a nove anni vince un concorso musicale nazionale dell’Opera Balilla. Negli anni 1940-45 la guerra prima, e la guerra civile poi, sono l’aspra scuola della sua prima adolescenza, nella quale matura un carattere fermo. Milita nella Resistenza accanto al sacerdote don Carlo Chiavazza, membro del CLN, che avrà un ruolo chiave per la formazione della dimensione spirituale dell’artista e dell’uomo. Nel dopoguerra lavora come scultore di mobili in una bottega artigiana. Mentre approfondisce lo studio della musica e delle tecniche e storia della pittura, spesso, nelle sere di festa, suona in orchestrine tanto gli strumenti a fiato che il pianoforte.
A diciotto anni, nel 1947, la prima mostra. Il suo maestro delle elementari gli porta alcuni disegni da lui realizzati tra i sette e i dieci anni, che l’insegnante aveva conservato e inquadrato. Il fatto ribadisce la precocità artistica di Carlo Sismonda, che però prima di affermarsi dovrà sostenere l’arduo confronto critico con la grande crisi post bellica della pittura figurativa, per il prevalere dell’astrattismo, che culminerà, negli anni 1950-80, nel dominio dell’infor¬male. Intanto approfondisce anche e perfeziona la sua cultura musicale, ottenendo, nel 1955, presso il conservatorio di Milano, il diploma in composizione, e l’iscrizione alla SIAE. Parallelamente alla pittorica, Carlo Sismonda svolgerà, lungo tutto l’arco della sua vita, anche una intensa attività musicale, e come compositore: ha scritto le partiture di sei sinfonie, di musiche per film, e di centinaia di arie popolari e di musica da camera, e come concertista, spesso per promuovere iniziative benefiche, a raccogliere fondi per la ricerca sul cancro, la Croce Rossa, l’associazione laringotracheotomizzati, l’associazione nazionale contro la sclerosi multipla e molte altre istituzioni benefiche, cui ha donato decine di due opere e serie di incisioni. Nel decennio 1947–57 Sismonda partecipa alla vita artistica torinese. Attraverso la lezione di Luigi Spazzapan entra in contatto con la tradizione della secessione viennese e del Cavaliere Azzurro, mentre studia i maestri, tra Giotto e i manieristi, e l’opera di Carlo Carrà diventa il centro della sua riflessione sull’arte contemporanea. Negli anni 1957 - 60, tra Parigi e la Costa Azzurra rimedita, sulle loro opere, i grandi post impressioni¬sti, da Cezanne a Matisse, ma soprattutto riflette sul senso dell’opera di Van Gogh. Intanto, dalla fine degli anni novecentocinquanta, una profonda crisi spirituale lo ha allontanato dalle dottrine marxiste e dalla politica. Si apparta in solitudine a riflettere sugli Evangeli e sulla figura del Cristo. In questi anni rinnova l’amicizia, già stabilita nella guerra partigiana, con Adolfo Sarti, e stringe un solido legame con Gianni Delzanno. Nel 1969 incontra Marisa Antonacci, la donna che avrà un ruolo decisivo nella sfera sentimentale dell’artista, come testimoniano alcune suggestive composizioni musicali a lei ispirate; donna che saprà stargli accanto, appartata e vigile, soprattutto dopo la grave malattia che nel 1990 ha colpito e menomato nella voce il Maestro. La ricerca artistica di Carlo Sismonda approda, dalla fine degli anni ‘96, a una personale cifra stilistica, che poggia su tre pilastri: la grande tradizione figurativa italiana; la rivoluzione formale post impressionista da Cezanne ai Fauves, con al centro Van Gogh; la dialettica tra natura e simbolo. Sono questi tre elementi che definiscono la struttura di ogni quadro di Carlo Sismonda, artista la cui opera abbraccia due universi: della pittura e della musica, rovesciando spesso l’uno nell’altro, a dare vita a momenti di forte poesia. Un primo significativo riconoscimento pubblico degli alti esiti del suo percorso artistico il Maestro Carlo Sismonda lo riceve già nel 1970, quando il presidente della repubblica Giuseppe Saragat lo insignisce del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici, cui seguiranno nel 1973 quello di Cavaliere Ufficiale conferitogli dal presidente Giovanni Leone, e nel 2006 quello di Commendatore Grand’ Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti artistici, conferitogli dal Presidente Giorgio Napolitano. Dagli anni ‘80 il nome e l’opera del Maestro conoscono un vasto successo internazionale, con mostre tra Germania e Canada, Stati uniti, Olanda e Giappone. Oltre sessanta sue opere sono state acquistate e collocate in musei di tutto il mondo, da Amburgo a Los Angeles. Tra le altre una sua ‘ Sacra conversazione ’ è dal dicembre 2002 esposta nei Musei Vaticani, sezione d’Arte Contemporanea. Dal febbraio 2011 beneficia, per poco tempo, della legge Bacchelli. Si spegne il 31 agosto 2011 all’età di ottantadue anni.
GIUSEPPE AUGUSTO LEVIS
(Chiomonte, 1873 - Racconigi, 1926)
Giuseppe Augusto è figlio di Eugenie Anfossy, la quale alla morte del primo marito si trasferisce a Chiomonte dove eredita il Palazzo della famiglia Paleologo e sposa in seconde nozze Giuseppe Levis, un ricco impresario biellese, dedito all’edilizia e alle fortificazioni militari. I genitori lo affidano a istitutori privati che gli impartiscono lezioni in casa fino a quando inizia a frequentare il liceo classico a Carmagnola. Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza a Torino ma comprende ben presto che la vocazione all’avvocatura non gli appartiene, abbandona dunque gli studi in favore dell’Accademia Albertina, dove conosce Lorenzo Delleani, diventandone allievo. Levis assorbe la lezione del maestro con grande dedizione, tanto che molte opere non firmate di quest’ultimo, spesso gli sono state erroneamente attribuite.
Nel 1897 partecipa alla sua prima mostra collettiva organizzata dalla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino con un dipinto dal titolo Le campagne si divertono, evocativo di un linguaggio pittorico che, in armonia con gli insegnamenti di Delleani, comprende una sintesi plastico-luminosa e una componente romantica, memore dell’ultimo Fontanesi. Seguono alla Promotrice una serie di partecipazioni negli anni successivi, tra le quali la collettiva del 1905 dove espone Impressioni dal vero e Tempo minaccioso, sancendo il precipuo interesse per la pittura en plein air che in Levis assume la connotazione diaristica con sempre maggior rilevanza, in particolar modo quando la tavoletta diventa raffigurazione di ciò che vede nei suoi viaggi o durante le passeggiate nella campagna piemontese.
Gli orizzonti tematici non sono soltanto aperti sulla contemplazione del paesaggio, si ampliano comprendendo anche gli uomini e la loro vita quotidiana, come denotano le opere presentate nel 1908 alla Promotrice, Un negozio di verdura, Lago Gabiet, Verso sera al lago nero, Effetto di sole e Al Mocenisio così come Al lavatoio (impressione) e Ultimo raggio presentate l’anno successivo. Il 1909 è per Levis particolarmente significativo, in quanto si presenta con la sua prima mostra personale alla Permanente di Milano dove il pubblico del capoluogo lombardo può ammirare e giudicare ben 196 opere. Inoltre, durante l’estate intraprende un viaggio in Olanda, ripercorrendo le orme del maestro, per andare alla scoperta di città quali Amsterdam e Rotterdam, dove, ad esempio, il 29 agosto si ferma ad ammirare le barchette dei pescatori ferme nel canale e le dipinge in Rotterdam: il canale e i pescherecci del porto che si vedono in Porto di Rotterdam, tavolette esposte a Racconigi presso la Pinacoteca Civica Levis – Sismonda.
Nel 1909 conosce lo Zar Nicola II che è ospite di Vittorio Emanuele III al Castello di Racconigi ed è durante questo incontro che probabilmente matura il desiderio di fargli visita in Russia, viaggio che intraprende nel 1913, come, tra le altre, testimoniano tavolette quali Città russa di là dal fiume del 9 giugno, o Città russa del 14 giugno, visibili su questo catalogo.
Un tratto distintivo della vita di Giuseppe Augusto Levis è caratterizzato anche dall’attività politica e sociale. Infatti, ha ricoperto numerosi incarichi in ambito amministrativo, ad esempio dal 1899 è Consigliere Comunale a Chiomonte e successivamente Sindaco della stessa città. Nel 1906 si dimette da Sindaco per accettare la carica di Consigliere Provinciale di Torino per i mandamenti di Susa, Oulx e Cesana che ha mantenuto fino alla morte. Dal 1921 è stato Deputato Provinciale di Torino, membro del Consiglio della Stazione Sperimentale Agraria e del Consiglio della Cassa di Risparmio di Torino.
Sul fronte sociale, a lui si devono numerose opere di beneficenza, come la costruzione di un asilo a Chiomonte, dedicato al padre e inaugurato nel 1918, grazie al quale ottiene, insieme alla moglie Maria Teresa Biancotti che aveva sposato nel 1899, la medaglia d’oro per i Benemeriti della Pubblica Istruzione. A Chiomonte Fonda anche la Scuola “Umberto I” per la formazione all’educazione musicale dei giovani.
La sua passione per il viaggio lo porta nel gennaio del 1912 per la seconda volta in Tripolitania, l’attuale Libia, dove dipinge tavolette quali Arabi in preghiera, Sulla strada di Sciara Sciat e il suggestivo Tramonto infuocato dietro le tende, datato 21 gennaio, tutte opere qui pubblicate.
Da fervente patriota partecipa come volontario alla Prima Guerra Mondiale, in qualità di ufficiale di complemento del Genio Ferrovieri, guadagnandosi il grado di Capitano e la Croce al Merito di Guerra. Il tempo della guerra è profondamente vivo nelle opere che l’artista dipinge dal fronte, come Reticolati al tramonto, Volo di guerra in pattuglia, Sul campo di battaglia, Aeroplano capovolto, Obice, tutte visibili presso la Pinacoteca racconigese. Al termine del conflitto bellico l’artista dedica le sue attenzioni al sostegno dell’Associazione Nazionale Combattenti e a quella delle Madri, Vedove e Parenti dei Caduti.
Dal 1901 Levis va a vivere nella cascina Cayre a Racconigi, lasciata poi in eredità al comune, “sperduto nel suo storico villino fra la tavolozza i pennelli e i colori, avendo per isfondo, delle ampie vetrate, le rosee albe ed i placidi dorati tramonti della pianura verdeggiante”, come si legge ne “L’Eco della Macra. Gazzetta di Racconigi e dintorni” il 22 settembre 1912, in un articolo dove è resa nota una delle visite del Re allo studio del pittore, suggellando un’amicizia duratura nel tempo con i reali. La stampa locale registra anche un’altra visita, nella quale il Re d’Italia va a trovare l’amico nello studio racconigese con il Re del Belgio, il 15 settembre 1923. “I Reali si soffermarono specialmente dinanzi a numerosi quadri recentissimi, fatti dall’egregio pittore, ritraendo abilmente e colla massima fedeltà panorami e paesaggi del Cadore, teatro della Grande Guerra, da lui visti quale coraggioso ufficiale durante il loro cimento. E l’artista ebbe la consolante soddisfazione e meritato premio, di veder riconosciute quelle località quasi tutte montagnose da S.M. il Re del Belgio, ottimo alpinista…”.
Il legame con Racconigi oltre che per averla designata sua patria adottiva è sancito soprattutto nel lascito testamentario alla città di un cospicuo nucleo di opere, la restante parte lo lascia al comune di Chiomonte, che oggi trovano la giusta collocazione nella nuova Pinacoteca Civica a lui co-dedicata. Inoltre, dispone che una donazione in denaro venga utilizzata per la costruzione in città di una Casa di Riposo che ancora oggi è denominata Residenza Biancotti-Levis.
Racconigi, è infine erede di una targa in bronzo progettata e realizzata dall’artista nel 1925, tutt’ora visibile nel Palazzo Municipale, dedicata alla celebrazione del venticinquesimo anno di regno dei sovrani Vittorio Emanuele III e sua moglie Elena di Montenegro. È questa probabilmente l’ultima testimonianza della sua vasta produzione artistica, in quanto, a seguito di una polmonite muore a Racconigi il 14 giugno 1926, all’età di 52 anni.