Carlo Rea – Infinito ritardo

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DEL PODESTA'
Corso Cavour , Città di Castello, Italia
Date
Dal al

La mostra sarà aperta nei seguenti orari: dal 5 al 19 agosto 11.00-13.00 e 17.30-19.30; dal 20 agosto al 5 settembre 11.00-13.00 e 16.00-18.00; dal 10 al 12 e dal 17 al 21 settembre 11.00-13.00 e 17.00-19.00; chiuso 8 e 15 agosto.

Vernissage
04/08/2021

ore 18.30

Artisti
Carlo Rea
Curatori
Bruno Corà
Generi
arte contemporanea, personale
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Esposizione del pittore, scultore e musicista, curata da Bruno Corà.

Comunicato stampa

Infinito ritardo è il titolo della mostra di Carlo Rea, creata e allestita nell’ambito del 54° Festival delle Nazioni dedicato alla Norvegia. L’esposizione del pittore, scultore e musicista, curata da Bruno Corà, inaugurerà mercoledì 4 agosto 2021 alle ore 18.30 nei locali di Palazzo del Podestà di Città di Castello (corso Cavour) e resterà aperta al pubblico per tutta la durata della manifestazione, fino al 21 settembre 2021.

L’evento espositivo, il primo di una serie numerosissima di eventi collaterali del Festival, si pone al confine tra le arti visive e la musica. La ricerca di Rea, infatti, scaturisce proprio da un brano musicale di sua composizione: «Nel ritardo vi è quell’esitazione che genera e rigenera il tempo – ha dichiarato l’artista –, la dilatazione determinata dal ritardo svela la condizione d’impermanenza che è causa e origine di tempo e distanza...».

In mostra, oltre all’ormai celebre Partitura visuale, l’opera realizzata da Rea per rappresentare la cinquantaquattresima edizione del Festival delle Nazioni dedicata alla Norvegia, si potrà ammirare un paradigma di opere emblematiche della poetica dell’artista, una poetica che si lega concettualmente alla mousikè greca, l’apparato di arti ‘mortali’ (Musica, Danza, Poesia, Teatro) in quanto espresse tramite una durata: non a caso, la riflessione sul tempo è fondamentale per l’arte di Rea, che indaga sulla dimensione fisica dell’opera in un periodo scandito, sul suo divenire impercettibile al di là della condizione spaziale.

Pittore scultore, musicista, Carlo Rea (Roma 1962), figlio di Ermanno, giornalista e scrittore, inizia a giovanissimo lo studio del violino e in seguito la viola al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. In seguito è a Napoli, dove frequenta il Conservatorio San Pietro a Majella, infine si diploma brillantemente al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Fin dagli inizi degli studi musicali segue assiduamente l’ambiente dell’arte e della musica contemporanea suonando musiche e frequentando compositori quali Luciano Berio, Franco Donatoni, Salvatore Sciarrino e Fausto Romitelli suo coetaneo, con il quale sarà legato da una profonda amicizia fino alla sua prematura scomparsa. Fausto Romitelli nel 1986, gli dedica Ganimede, un brano per viola sola, eseguito da Carlo Rea al Festival di Musica Contemporanea di Latina in prima assoluta e registrato da lui per la casa discografica EDI PAN nel 1988. La frequentazione a Roma, fin dall’inizio degli anni Ottanta con l’ambiente artistico e culturale della città e con la pittura astratta sarà decisiva. Di questo periodo sono le prime opere: le ‘partiture visuali’, disegni monocromi a inchiostro di china e pastello nei quali usa i simboli della grafia musicale e dove l’annotazione contrappuntistica diviene esclusiva forma visivo/pittorica d’indagine della scansione spazio/temporale. Da quel momento lo studio della musica e l’esercizio della pittura si fondono in lui in un unico linguaggio, sempre alla ricerca di una visione percettibile dello scorrere del tempo. Ha collaborato, per oltre un decennio come violista, con l’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ma alla fine degli anni Ottanta decide di abbandonare definitivamente Roma e la professione musicale per dedicarsi interamente alle arti visive. Nel 1991 è a Parigi, dove prepara la sua prima mostra personale inauguratasi l’anno successivo alla Galerie Berthet Aittouares. Questo evento segnerà in modo irreversibile il suo impegno nell’arte pittorica.