Carlo Bernardini – Dimensioni Invisibili
SEA presenta all’aeroporto di Milano Malpensa, Dimensioni Invisibili, l’opera di Carlo Bernardini, artista che, dagli anni novanta, conduce una ricerca sperimentale basata sull’elemento spazio-luce, realizzando installazioni in fibre ottiche e sculture.
Comunicato stampa
A La Porta di Milano, l’installazione ambientale di luce che trasforma lo spazio, cambiando le coordinate percettive dello spettatore.
Milano, maggio 2016 – SEA presenta dal 18 maggio al 18 ottobre 2016, all’aeroporto di Milano Malpensa, Dimensioni Invisibili, l’opera di Carlo Bernardini, artista che, dagli anni novanta, conduce una ricerca sperimentale basata sull’elemento spazio-luce, realizzando installazioni in fibre ottiche e sculture.
L’iniziativa, curata da Marco Meneguzzo, conferma la volontà di SEA di rendere Milano Malpensa un unicum nel panorama degli aeroporti mondiali, dove in tempi recenti si sono alternate esposizioni dedicate a grandi maestri dell’arte italiana quali Fausto Melotti, Marino Marini, Gio Ponti, Giuseppe Pellizza da Volpedo.
Carlo Bernardini ha creato per La Porta di Milano, un ambiente ideale dove far risaltare l’alternanza di luce e ombre, un’opera composta da fili di fibre ottiche che disegnano tre figure geometriche luminose, le quali sembrano muoversi e modificare i propri contorni e le proprie forme, dando l’impressione di trovarsi davanti a installazioni sempre diverse, conducendo il visitatore all’interno di una costellazione o di uno spazio interstellare.
Le Dimensioni Invisibili, nella fisica sperimentale sono ipotizzate oltre le tre dimensioni tangibili, ossia non sono percepibili per l’occhio umano e vengono quindi considerate dimensioni inosservabili; l’opera di Bernardini può essere un tentativo di vedere proprio questo, ovvero la proiezione dello spazio oltre la dimensione finita.
Architetto della luce, Carlo Bernardini basa la sua ricerca visiva sul concetto di trasformazione percettiva in cui la luce crea nello spazio un disegno, che cambia secondo i punti di vista e gli spostamenti dello spettatore che si ritrova a vivere e a transitare all’interno dell’opera.
“Viviamo in un’epoca di progressiva e veloce smaterializzazione di tutto ciò che ci circonda - afferma Marco Meneguzzo - e contemporaneamente assistiamo alla crescita di spazi virtuali, che diventano persino domestici, frequentabili e non soltanto visibili”.
“Carlo Bernardini - prosegue Marco Meneguzzo - lo sa da molto tempo, e il suo intento è di usare l’elemento tradizionalmente più immateriale, la luce, per costruire, anzi per ‘mostrare’ spazi che senza di essa non solo non sarebbero visibili, ma neppure esisterebbero”.
“La forma dello spazio ridisegnata dalla fibra ottica - ricorda Carlo Bernardini - può intuitivamente avvicinarci a una lettura del vuoto attraverso le nuove coordinate visive dettate da strutture di luce che plasmano l’ambiente, lasciandoci intuire proprio quelle che possono essere le dimensioni ‘extra’ che sfuggono alla nostra percezione”.
“Bernardini è solo l’ultimo, in ordine di tempo, dei grandi artisti italiani che si sono susseguiti ne La Porta di Milano – dichiara Luciano Carbone, Chief Corporate Officer di SEA – L’opera che presentiamo è un’installazione di luce che valorizza particolarmente la location, voluta e realizzata per le esposizioni artistiche in aeroporto. Abbiamo constatato che i nostri passeggeri apprezzano l’arte e la cultura nell’esperienza del viaggio. Ed è per questo motivo che stiamo valutando di estendere le esposizioni anche in altre zone del Terminal 1 e del Terminal 2, collaborando attivamente coi principali musei ed enti di Milano e della Lombardia per garantire sempre un’offerta di qualità. Stiamo, infatti, per concludere un accordo pluriennale con la Triennale di Milano, che riguarderà anche attività espositive su Linate, e che in particolare per il 2016, in occasione della XXI Edizione Internazionale, vedrà l’esposizione al Terminal 1 di una installazione collegata ai temi della mostra”.
Carlo Bernardini. Note biografiche
Nato a Viterbo nel 1966, Carlo Bernardini vive a Milano dove insegna Installazioni Multimediali presso l’Accademia di Brera. Lavora con la fibra ottica dalla seconda metà degli anni ’90; le sue installazioni ambientali sono state presentate nelle maggiori città italiane ed internazionali. Nel 1996 viene invitato al Palazzo delle Esposizioni di Roma per la XII Quadriennale; nel 2002 partecipa alla XX Triennale di Milano con l’installazione Spazi Permeabili nella mostra “Le Città Invisibili” dedicata a Italo Calvino, e a Sculpture Space, Utica (NY); l’anno seguente alla XIV Quadriennale al Palazzo Reale a Napoli. Vince per ben 3 volte (nel 2000, 2005 e 2010) il premio Overseas Grantee della Pollock Krasner Foundation di New York. Tra le mostre internazionali di maggiore rilievo vanno menzionate la grande mostra in Brasile al museo Paço Imperial di Rio de Janeiro e l’installazione Event Horizon allo Swing Space di New York. Nel 2008 presenta a Valencia una gigantesca installazione ambientale in dialogo col capolavoro architettonico di Santiago Calatrava, la Ciudad de las Artes y las Ciencias. Nel 2009 partecipa al D.U.M.B.O. Art Festival a New York, e viene invitato al museo d’arte contemporanea Villa Ciani di Lugano nella mostra Corpo, Automi, Robot. Tra arte, scienza e tecnologia. Nel 2010 presenta grandi installazioni urbane in numerose capitali europee tra cui Amsterdam (NIMk - Netherlands Media Art Institute), l’Aja (Todaysart), Berlino (Artlight Domaquarèe). Nello stesso anno è la partecipazione a Luci d’Artista a Torino con l’opera Cristallizzazione Sospesa e alla mostra La Scultura Italiana del XXI secolo alla Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano. Tra le principali mostre del 2011 va annoverato il progetto La Rivincita dell’Angolo al MACRO di Roma, l’impressionante intervento La Luce oltre la Materia nella Chiesa di Santa Maria in Montesanto di Piazza del Popolo a Roma, e l’installazione La Materia è il Vuoto, all’interno della “Zona rossa” nel Castello Cinquecentesco di L’Aquila. Nel 2012 Bernardini è invitato presso il FAD festival de arte digital, alla Funarte fundação de arte di Belo Horizonte, al Meet in town, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, e nella mostra Claim, Lützowstraße 70 in Berlin. Nell'anno corrente è invitato a Londra presso la House Peroni con l'installazione Infinity, a Metz nell’ambito della Nuit Blanche 06 con l’installazione Submerged Breath presso la Square du Luxembourg nelle acque del fiume che attraversa la città la Moselle Canalisée, a Digital Life presso il MACRO Testaccio di Roma, e a Catanzaro nella mostra storica Artisti nello Spazio, gli ambienti da Lucio Fontana ad oggi, presso il Complesso Monumentale del San Giovanni. Nel 2014 realizza per la città di Prato, la grande installazione permanente Il Passo della Luce in collaborazione con il Museo Pecci, un intervento tra la porta del Castello dell’Imperatore ed il Cassero medioevale, un percorso tra l’interno e l’esterno che attraverso la luce ricrea sulla Fortezza la congiunzione ideale con la parte del Cassero oggi mancante; realizza la grande installazione Il respiro del vuoto per Icastica 2014 ad Arezzo in Piazza Libertà, espone con il progetto Invisible Dimensions per la 4th edizione della Bienal del Fin del Mundo a Mar del Plata e negli Emirati arabi alla 17th edizione dell’Islamic art festival di Shariah, presso lo Sharjah Art Museum. Nel 2015 Bernardini è invitato a Curitiba nella Bienal de Curitiba al Museu Oscar Niemeyer, con il progetto Invisible Dimensions, alla Pop Austin 2015 ad Austin (TX) con il progetto Light Trasformation ed a Bratislava per Sculpture and Object XX, con un intervento personale site-specific al Milan Dobeš Museum.