Camara Gueye – Takkousane Dakar. Un après-midi à Dakar

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA NEBBAM
Via de' Castagnoli 5 b , Bologna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
10/03/2022
Artisti
Camara Gueye
Generi
arte contemporanea, inaugurazione, personale

Il nuovo spazio bolognese inaugura con la prima mostra italiana dell’artista senegalese Camara Gueye.

Comunicato stampa

“L’ontologia negro-africana non è solamente unitaria: è esistenziale.
Tutto il sistema è fondato sulla nozione di forza vitale.
Essa, che preesiste all’essere, fa l’essere.
Dio ha dato la forza vitale agli animali, ai vegetali, ai minerali, agli uomini: perché essi sono.”
La negritudine di Léopold Sédar Senghor

Camara Gueye è un pittore senegalese, nato a Bignona nel 1968, che vive nella città di Pikine, provincia a est della capitale Dakar. Dopo avere compiuto gli studi con menzione d’onore all’École Nationale de Beaux-Arts di Dakar, ha cominciato ad esporre in mostre nazionali ed internazionali e da allora non si è mai fermato. È alla sua prima mostra in Italia.
Camara dipinge per un’intima e indomabile necessità espressiva che lo spinge a raccontare il mondo che lo circonda e ad interpretare le istanze di riscatto e di autodeterminazione, la voglia di libertà delle genti africane. E’ un mondo, fatto di quartieri comunitari o di interni di case, popolato da figure umane fiere, animali domestici, oggetti tradizionali e umili, tutti parte di una cosmogonia in cui i gesti sono portatori delle ritualità della vita. La poetica di Camara è pervasa da un senso spirituale di pace ed armonia tradotto in segni e colori profondi e sinceri. Protagonista della serie qui presentata è un intenso blu indaco, colore in cui è rappresa una intensa luminosità, indicativa di una vitalità controllata lontana dagli estremi e dagli abbagli di colori più violenti.
Distante dall’idea di mimesis e somiglianza occidentali, la sua pittura è composta da tipologie umane generali e non individuali, che si rifanno ad un ideale etico di comportamento privo di eccessi e di difetti, e che significano piuttosto che rappresentare un mondo. I quadri sono composti da una sorta di palinsesto che porta ad una lettura intertestuale e non sequenziale del racconto, come accade nella visione paratattica fatta di finestre sullo schermo di un computer.
Sembra quasi che gli estremi di un mondo ancestrale e di uno super moderno si tocchino nel campo del visivo in un esilarante frizione, portatrice di inedite possibilità di lettura.
I grandi quadri possono essere raggruppati in due gruppi: Thiossane, Les Marches e Pêche Métaphysique in cui la visibilità diventa relativa e la leggibilità di alcuni dettagli vive nell’assorbimento nello sfondo di altri; per cui la profondità dello sfondo diventa protagonista dell’opera. Thiossane indica tradizioni e costumi senegalesi a cui la gente sembra ritornare nel recupero di una propria identità, il secondo suggerisce l’idea del viaggio e del progresso del popolo africano e infine la “Pesca metafisica” allude alla razzia di pesci autoctoni operata dalle navi occidentali, ma è anche metafisica e quindi si avvale di una rinnovata sacralità.
Il secondo gruppo è costituito da Yaw ak Man e Boy Laye, in questo caso le figure dominano lo spazio intimo e delicato degli affetti quotidiani.
La pittura di Camara vive di una dialettica alternata di figura e sfondo, un gioco continuo su cui s’innerva il ritmo della composizione, fatto di asserzioni e cancellature, sovrapposizioni date dal gusto talvolta del collage, che caratterizza alcuni dei disegni presenti in mostra.
I disegni con le teste di uomo hanno un’alta valenza iconica, ci guardano con uno sguardo fisso e terribile che sembra evocare l’origine stessa dell’immagine, data dal ritratto degli antenati. Presenza nel regno del visibile dell’invisibile e del sacro. Stilizzate, simmetriche e imponenti, le teste rappresentano un tipo umano generalizzato, un’ideale fisico e morale e sono contenitori di intelligenza, libertà e persino di chiaroveggenza. Non a caso sovrastano un collo alto e diritto sintomo di dignità e onore e retaggio di un’antica tradizione scultorea.
Tornando circolarmente alla citazione iniziale di Senghor (1906-2001), poeta e primo presidente del Senegal (1960-80), l’arte di Camara può essere interpretata anche come portatrice vitale della forza e dell’energia insite nell’essere vivente nella sua plurale e magnificente manifestazione.
Carmen Lorenzetti

Amadou CAMARA GUEYE
(Bignona, Senegal, 1968)
Mostre personali
2019. Tabaski, Musée Theodore Monod, Dakar, Senegal. 2016 Galerie KAMILA REGENT, Saignon. France. 2013 « Regard sur l’Afrique » Kalao Galerie, Bilbao, Spagna. 2012 Biennale di Dakar collaterale, la Biscuiterie de Medina Dakar. 2012 « Soleil et Vie à Dakar » Kalao Galerie, Bilbao, Spagna. 2012 San-Sebastian, GALERIE ARTEKO , Spagna. 2010 Sélection Internationale au Festival des Arts Négres. 2009 Residenza e Mostra a The Art Institut of Shenzhen, Cina. 2009 Personale, Paris 11émeavec AUDE MINART. 2008 Museo di Sant-Brieuc a Saint-Brieuc, France (L’Homme est un Mystère, le bonheur et ses empêchements). 2008 Biennale di Dakar, collaterale, Portes ouvertes de l’atelier de l’artiste à Petit Mbao ; Senegal. 2007 mostra au siège de Fougerole Dakar. 2006 : NIIT NIT. Galerie Nationale, Dakar Sénégal. 2005 Cafe Society. Pounder-Kone Art Space, Los Angeles, USA; Pounder-Kone Art Space at the National Black Fine Arts Show, The Puck Building, New York, USA. 2004 Galerie Bambara, Carthagène, Spagna; Pounder-Kone Art Space, Los Angeles, USA.; Musée Boribana, Dakar, Senegal. 2003 Théâtre de la Ville en Bois, la Rochelle, Francia; Pol’s Potten Amsterdam KNSM39. 2001: Galerie Bambara, Carthagène, Spagna. 2000 : Galerie Atiss, Dakar. 1998 Centre Culturel Français, Dakar; Galerie Atiss, Dakar.
Mostre collettive (selezione)
2019. « THE VIEW FROM HERE », mostra itinerante (Dakar, Beloit Wisconsin, Kent Ohio). 2012 Biennale di Dakar, Mostra al Musée Boribana. 2010 BCICI Abidjan, mostra a cura di Yacouba Konaté, Abidijan, Costa d’Avorio; « TEY TEY » Autopsie de la Négritude, Musée Boribana, Dakar. 2008 Loft Galerie, con Aude Minart, Paris. 2007 Le dessin en 3 états. Musée Boribana, Dakar. 2006 Résidence à Toubab Dialaw (100 livres sur Senghor) et exposition à la maison de la culture, Dakar; Centre d’Art en l’île, Genève, (Brassage Tambacounda-Genève-Dakar TGD6) ; Sénégal Contemporain, Musée Dapper à Paris. 2005 Museum Princessehof Leeuwarden, Hollande; Le MANEGE, Nouvelle Galerie du Centre Culturel Français, Dakar; Le JAZZ, Hommage à Luis Armstrong, Galerie Nationale, Dakar. 2004 ARCO, Madrid. Spagna ; ANIMISME. Nice, France; Galerie ATISS, Dakar. 2003 Résidence de l’Ambassade de France, Sénégal ; Galerie Nationale, Salon National d’Art Contemporain, Dakar ; Gorée Institut, Sénégal. 2002 Traits africains. Chez Aude Minart, Paris, France; Palais des Nations Unies ; École des Beaux-arts de Genève, Suisse. 2001 Centre Culturel la Rabita Thakafiya, Tripoli, Libia; Galerie Atiss, Dakar, Sénégal.
Galleria NEBBAM

In scenografica e programmatica continuità con il negozio Africa-Design di Laurence Djionne, nato nel 1998 e dedicato ai gioielli e accessori della persona, apre la galleria NEBBAM grazie a Laurence e Clarisse Djionne (partner e sorelle), determinate a portare a Bologna un lembo d’Africa.
Già nel nome della galleria è insito l’audace e appassionato progetto delle promotrici: NEBBAM infatti è un termine che si riferisce alla parte migliore del latte, la crema (nebbam) prodotta dai pastori itineranti dell’etnia Peuls dell’ovest del Niger. Così Laurence e Clarisse esibiscono il meglio, ponendosi al centro di una complessa e affascinante mediazione culturale che prevede la ricerca, la scelta, la promozione e la diffusione di una stratificata eredità culturale che loro hanno deciso di suddividere in due spazi: uno dedicato al design e agli oggetti tradizionali e rituali e il secondo, una vera e propria galleria d’arte contemporanea che mostra artisti africani.
Nella parte dedicata al Design si trovano designer di grande raffinatezza che espongono oggetti unici lavorati a mano nella più pura tradizione creativa africana. Tra loro si trovano il senegalese Papa Mamadou N’Doye, fine e delicato incisore di oggetti in legno; il giovane senegalese Balla Niang, che piega la durezza dell’ebano alla sua estrosa volontà; il designer del Burkina Faso Hamed Ouattara, che lavora da vent’anni sul riciclo di metalli di diverse forme, colori, consistenze per ridare nuova vita allo scarto e al marginale.
Agli oggetti di design si affiancano oggetti rituali e tradizionali, che sono incarnano la cultura e la storia profonda dell’Africa. Gli oggetti rituali rappresentano le tappe della vita con cerimonie, riti d’iniziazione, danze, feste, lutti e sono pregni di simboli complessi. Sono manufatti che evocano l’invisibile e il sacro e rimangono fedeli lungo i secoli ad un canone identitario appartenente a ciascuna etnia, per questo gli oggetti rituali e tradizionali della galleria hanno ciascuno il nome associato all’etnia di provenienza. Accanto alla persistenza formale, la creatività africana ha nei secoli prodotto variazioni creative affascinanti.
La galleria d’arte contemporanea tratta artisti provenienti dall’Africa e afrodiscendenti con uno sguardo aperto e attento a proposte nuove e interessanti, capaci di mettere in gioco la propria identità in un confronto dialettico con le sfide del mondo di oggi. La galleria compie anche un lavoro di rivalutazione di personalità artistiche middle career portatrici di una significativa ricerca artistica.
Carmen Lorenzetti