Calathis: Dandelion

Informazioni Evento

Luogo
FABBRICA DEL VAPORE
Via Giulio Cesare Procaccini 4, Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
21/06/2019
Generi
serata - evento
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Calathis: Dandelion è una rassegna di eventi artistico-culturali che si terrà a Milano durante la Pride Week.

Comunicato stampa

CALATHIS: DANDELION
Date generali: 21 - 28 giugno 2019
Luoghi:
Spazio Fattoria c/o Fabbrica del Vapore, via Giulio Cesare Procaccini, 4, Milano, MI 20154
Tempio del Futuro Perduto Via Luigi Nono, 9, 20154 Milano MI
Pop milano Via Alessandro Tadino, 5, 20124 Milano MI

Calathis: Dandelion è una rassegna di eventi artistico-culturali che si terrà a Milano durante la Pride Week, dal 21 al 28 giugno 2019.
Il tema comune di tutti gli appuntamenti in calendario sarà quello dei diritti LGBTQ+ e l’importanza che l’arte ne veicoli i contenuti.
Il primo appuntamento prevede un workshop dedicato alla produzione di manifesti per una rinnovata comunità LGBTQ+, inclusiva e collaborativa.
Nell’arco della settimana avranno luogo due performance che, interagendo con lo spazio e il pubblico, elimineranno il confine del corpo e la banalità delle etichette, e la presentazione del libro fotografico La nostra festa non deve finire di Enrico Bernes e Simone Facchinetti.
Venerdì 28 la rassegna si chiuderà con un incontro aperto a tutti, warm up per la parata, durante il quale verranno esposte opere che ragionano sui temi affrontati durante tutta la rassegna.
In occasione del cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall e partendo dalla città di Milano, si vuole ridare centralità all’attivismo rivolto alla crescita e all’inclusività, soffermandosi a riflettere sul senso di comunità. Una comunità che racchiude in sé molteplici aspetti e istanze condivise, consapevole di una crescita comune in un panorama in continuo divenire.
Calathis: Dandelion Manifesto
Luogo: Tempio del Futuro Perduto
Tavola Rotonda: 21 Giugno 2019 ore 18 - 21 (aperta a tutti)
Workshop pratico: 24 -25 Giugno 2019 ore 10 - 13 (per artisti selezionati)

Il workshop, curato da Gianluca Gramolazzi e ideato insiema ad Alice D’Alessio e Martina Melilli, ha scopo di ricostruire una comunità artistica che ragioni sulle tematiche LGBTQ+ con l’impegno di artisti, selezionati tramite open call. Manifesto è diviso in due moduli, entrambi improntati sulla condivisione della conoscenza interna alla comunità tramite un metodo collaborativo. Il primo modulo, della durata di un giorno, si sviluppa come una tavola rotonda dove alcune personalità testimoniano la propria storia, incentrandosi sulla relazione tra identità, comunità e pratica politica. Il secondo modulo occupa i restanti giorni e ha lo scopo di creare un manifesto che rappresenti la comunità LGBTQ+. Coordinato da Andrea Cancellieri e Martina Melilli, i partecipanti si trovano a collaborare tra di loro in piccoli gruppi per un fine comune e condiviso. I manifesti creati vanno a delineare le urgenze percepite durante i giorni del workshop.

La tavola rotonda avrà come relatori: Martu Palvarini (Asterisco Edizioni), Claudia Benedetti e Silvio Plath (IL BUCO Fanzine). Mediano: Alice D'Alessio e Gianluca Gramolazzi
Il laboratorio sarà tenuto da Martina Muso Melilli e Andrea Cancellieri

Calathis: Dandelion Atto
24 giugno 2019
Performance Kampsis
Luogo: Spazio Fattoria
Ore: 20 - 22
26 giugno 2019
Presentazione: “La nostra festa non deve finire”
Luogo: Pop Milano
Ore: 20:30 - 22:30
27 giugno 2019
Performance Malacarne
Luogo: Spazio Fattoria
Ore: 20 - 22

Un sodalizio di danzatori, attori e artisti visivi dà vita a tematiche sociali importanti non solo nell’ambito LGBTQ+. Con diversi incontri il movimento è linguaggio comune e universale per dar voce alla diversità. Il fil rouge è il cambiamento, l’implosione fisica ed emotiva causata da classificazioni stagne imposte dalla società. Provare a rompere gli schemi senza dover per forza trovare sollievo in un’etichetta, a volte riduttiva, dando l’opportunità di creare un posto sicuro da condividere con tutti. In collaborazione con Fattoria Vittadini, Atto prevede la messa in scena di: Malacarne: storie di donne ai tempi del fascismo, una performance di teatro-danza di Alessandra Costa, accompagnata dalla lettura integrale delle lettere presenti nel testo di Annamaria Valeriano, e Kampsis, che ragionerà sulla mutabilità del corpo e la fluidità della sua forma.
La nostra festa non deve finire è il terzo appuntamento di Atto, nonché il titolo del libro fotografico dell’unione civile di Enrico Bernes e Simone Facchinetti.
Sfondando la quarta parete ricerchiamo la bellezza del contatto fisico, di ciò che solo un abbraccio può dare, frantumando i pregiudizi su noi stessi e su chi ci sta intorno.

Calathis: Dandelion Epilogo
Venerdì 28 giugno
Luogo: Tempio del Futuro Perduto
Ore: 18 - 22
Calathis: Dandelion termina con Epilogo. Quest’ultimo incontro, costituisce la chiusura a tutta la rassegna e cede il passo alla grande parata di sabato. Verranno proposte diverse attività che ragionano sulle tematiche affrontate nell’arco della settimana: diritti, inclusione e comunità. Il fulcro di Epilogo sono le mostre in cui verranno esposti i lavori realizzati durante il workshop e la personale di Annaklara Galli, in cui il pubblico sarà protagonista.
Una festa, ma anche un momento introspettivo per comprendere quanto dobbiamo volerci bene.

Biografia Calathis
Il gruppo Calathis, composto da Rachele De Franco, Gianluca Gramolazzi, Alice Cheophe Turati e Francesco Valli, nasce a Milano a inizio 2019 e si prefigge lo scopo di organizzare una rassegna di eventi artistico-culturali per sensibilizzare il pubblico riguardo temi legati alla comunità LGBTQ+ e, più in generale, ai diritti dell’individuo.
Provenendo da percorsi di studi in ambito artistico e critico, abbiamo riflettuto sull’attuale situazione della comunità LGBTQ+ e su come essa possa interagire con il panorama artistico contemporaneo. Con Dandelion, il primo capitolo di quello che ci auguriamo diventi un festival, indaghiamo, attraverso diversi appuntamenti, il legame che intercorre tra l’individuo e la comunità.
Il termine Calathis (dal latino “piccolo paniere”) indica un’infiorescenza costituita da molti fiori sessili, così vicini tra loro da dare l’impressione di un unico fiore. Partendo da questo presupposto, e pensando al singolo individuo come parte di un insieme più grande e complesso che non potrebbe esistere senza la sua presenza, si è deciso di ragionare sul senso di comunità e sull’importanza che ognuno riveste in essa.
La volontà di riflettere sul senso di appartenenza ad una comunità senza dimenticarsi delle singole persone che la compongono è uno dei motivi per cui nasce questo collettivo, oltre alla consapevolezza del particolare momento storico e politico che la comunità LGBTQ+, e non solo, sta attraversando.