Bruno Benuzzi – Plateau di cacce sottili

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO VIGATO
Via Santa Marta, 19 , Milano, Italia
Date
Dal al

martedì – sabato 10.30 - 19.00
Domenica su appuntamento

Vernissage
17/05/2012

ore 18

Artisti
Bruno Benuzzi
Generi
arte contemporanea, personale
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Lo Studio Vigato presenta la seconda personale in galleria di Bruno Benuzzi; la precedente, Musica per camaleonti, s’era tenuta nella vecchia sede d’Alessandria. Il titolo Plateau di cacce sottili allude ad un singolare parco, per così dire, messo a dimora su piattaforme che riflettono la luce come specchietti per allodole.

Comunicato stampa

Lo Studio Vigato presenta la seconda personale in galleria di Bruno Benuzzi; la precedente, Musica per camaleonti, s’era tenuta nella vecchia sede d’Alessandria. Il titolo Plateau di cacce sottili allude ad un singolare parco, per così dire, messo a dimora su piattaforme che riflettono la luce come specchietti per allodole. Il termine plateau richiama quel particolare modo di stendere il colore (à plat) caro al simbolismo: senz’ombra di sbavatura, campiture pressoché industriali rivestono basi lignee pronte ad accogliere variegati scenari onirici. Smaglianti, metallizzate, specchiano la luce come auto nuove di zecca. Dopodiché il cromatismo assoluto dei fondi evoca le pareti pompeiane, se non fosse per il loro cangiare al mutare del punto di vista sì da creare delle aureole, delle ebbrezze luminose che agiscono da contraltare alle scontornate cacce sottili che – il pensiero va alle contemplazioni solitarie di Ernst Jünger o, a scelta, di Vladimir Nabokov – suggeriscono un’ossessione lenticolare, un frugare a bocca aperta negli anfratti intimi della botanica e dell’entomologia o, casomai, dell’ornitologia. Davvero, un piccolo mondo dipinto in punta di pennello, fantastico ancorché scientificamente credibile. Dipinto? si fa per dire in quanto Benuzzi non dipinge nel senso tradizionale del termine visto che s’è inventato una tecnica tutta sua. Vellutata, appena in rilievo, la sua “pittura” non s’accontenta d’esibirsi, invita altresì ad accarezzare le superfici lievemente scabre, e del resto il tatto è il senso che più si distanzia dall’educazione degli altri sensi. Occhi, orecchie, bocca e naso se ne stanno comode sulla testa in attesa di catturare le sensazioni; la mano, indiscreta, si protende per toccare. Non solo, il tatto svaluta l’abituale visione antropometrica delle cose calibrata sulla

vista. Toccando ci s’illude di possedere, come fanno i bambini che tutto vogliono toccare. Non a caso proprio nell’infanzia subiamo i primi divieti, il perentorio “non toccare!” degli adulti.
Vale la pena notare quanto Benuzzi sia lontano da tanta arte contemporanea che sdegna ogni forma di narrazione come se il raccontare, il raccontarsi appartenesse al passato. Non è così, naturalmente. Descrivere visivamente non esclude la registrazione degli eventi in corso o il lievitare d’immagini proiettate nel futuro. Insomma, è masochistico delegare il “racconto di finzione” alla sola letteratura o al cinema. Questo e altro sembra rivendicare la ricerca di Benuzzi in sintonia con certe correnti artistiche sottostimate in Italia come il Popsurrealismo (Ryden, Caesar) o il cosiddetto Superflat (Murakami). Davvero, incontra difficoltà chi nella penisola non mira alla rarefazione dei contenuti.
Vetrina di terre lontane suggerisce un corto circuito in sintonia col prologo di 2001 odissea nellospazio di Kubrick con la differenza che nel film la Terra s’intravede dalla Luna mentre qui il nostro pianeta si staglia – nel vuoto cosmico – al centro d’una smagliante piattaforma verde inquadrato tra quinte floreali come se l’osservassimo da un balcone viennese: sì, dalla Terra stessa. L’analogia col film s’avverte allorché scopriamo che i fiori affacciati nello spazio, strano a dirsi, sbocciano a mo’ di gorgiera minute teste di scimmia e teschi umani a simulare il ciclo darwiniano dell’uomo. AlsoSprach Zarathustra. Di contro Posatoio da camera sfoggia un pettegolo paesaggio domestico che vede, ospiti indiscreti, uno storno dorato e due mosche merdaiole indugiare tra monili femminili e, vivaddio, vezzosi bicchierini da mercatino delle pulci sparpagliati su tessuti sfiziosi come dopo una serata di bagordi. Del resto, insegna Poe, talora le situazioni che inseguiamo sono lì, a portata di mano, senza cercare lontano. Pueraeternus/Nati sotto Saturno scandaglia il timore di crescere che attanaglia non pochi artisti: qui ironicamente rappresentato da un pargolo che stringe in grembo un pallone-trottola che in realtà è il più vanesio dei pianeti, Saturno. Paesaggio rustico sublime o sindrome del nidovuoto è un disegno su carta con un breve inserto “pittorico” che mostra due variopinti pulcini di gruccione fare capolino da dentro una cozza: nient’altro che un’innocente versione degli amanti dentro una cozza di Bosch. La “sindrome del nido vuoto” è quella per cui le madri entrano in crisi allorché i figli abbandonano la casa. Con Vespertiliava inscena una rilettura del Nosferatu di Murnau laddove a solcare un mare già arcobaleno è un minuto vascello fantasma: come da prassi, reca la peste annunciata da un pipistrello che svolazza al cospetto della luna. Lady Fucsia/Mer de Glaceè un breve video già esibito nel corso della manifestazione Videoart Yearbook che associa la morfologia tubolare di certi fiori, di fucsia nella fattispecie, a quella delle campane il cui festoso suono – è l’anniversario di Pascoli – scatta ogni qualvolta la mano dell’artista scuote la pianta immersa in un psichedelico bagno luminoso.

Bruno Benuzzi nasce all’Argentiera (SS) nel ‘51. Trascorre l’infanzia nell’isola. Da tempo risiede a Bologna dove s’è formato culturalmente (DAMS, Accademia) ed è titolare della Cattedra di Pittura presso l’Accademia delle Belle Arti (in precedenza insegna a Brera). A partire dal ’77 espone in numerose mostre personali e collettive in Italia (Bologna, Milano, Torino, Roma, Firenze, Aosta, Trieste, Alessandria, Bergamo) e all’estero (Tokio, New York, Chicago, Basilea, Stoccarda, Colonia, Strasburgo). Tra gli altri, su di lui hanno scritto Rossana Bossaglia, Pier Vittorio Tondelli, Renato Barilli, Sabrina Zannier, Giacinto di Pietrantonio, Umberto Eco, DedeAuregli, Vittoria Coen, Alessandra Mammì, Francesca Alinovi, Giorgio Verzotti, Fabio Cavallucci, Giulio Ciavoliello, Alessandra Borgogelli, Valerio Dehò, Roberto Daolio, Paola Sega Zanetti, Michela Mantovani, Edoardo di Mauro, Manuela Filippi…