Bruno Alfieri. Publishing and Magazines for Contemporary Art and Architecture

La mostra celebra 25 anni di carriera di Bruno Alfieri, pioniere nella pubblicazione di riviste d’arte e architettura.
Comunicato stampa
La mostra restituisce l’eccezionale operosità, articolata tra Milano e Venezia, di Bruno Alfieri (Napoli, 1927 – Milano, 2008), critico d'arte, gallerista, curatore, ma soprattutto editore e artista del publishing la cui autorialità si è espressa attraverso molti formati editoriali per le arti contemporanee e all’architettura in Italia.
La mostra si concentra sul periodo compreso tra il 1948 e il 1973, anno della cessione della Alfieri Edizioni d’Arte ad Electa, includendo anche tracce della sua attività successiva, che raccontano un “fare” che stimolerà la nascita di molteplici iniziative seminali per la storia del publishing e per il dibattito artistico e architettonico.
Alfieri comincia a operare a Venezia, dove il padre fonda nel 1938 la libreria Serenissima e la Alfieri Edizioni d’Arte e diviene editore sia della rivista che dei cataloghi delle esposizioni del dopoguerra della Biennale. La città con cui si confronta è particolarmente favorevole alla formazione delle arti, considerata l’azione di presenze, oltre alla Biennale, di gallerie, artisti e una collezionista come Peggy Guggenheim. Ben presto Alfieri si cimenta in una serie di iniziative editoriali – tra cui il piccolo catalogo per la collezione Guggenheim e il primo volume in Italia dedicato a Paul Klee (1948) – e in attivismo ibrido sfociato nel collettivo “Le Tre Mani” che presenta la prima mostra italiana di Pollock (1950).
Alfieri è certamente favorito da una conoscenza del funzionamento del sistema dell'editoria d'arte che deriva dall’esperienza della famiglia. Sa che una rivista deve essere bella «ma non snob né “pazza”», che deve avere delle belle fotografie e una veste grafica ben eseguita. Sa che la stampa deve essere di qualità e che deve avvalersi di una distribuzione capillare, essere almeno bilingue e in grado di fidelizzare il pubblico che ne garantirà il successo commerciale, «piacevole da leggersi e anche da vedersi […] indipendente, rigorosamente critica e appassionatamente polemica».
Tutti questi aspetti si ritrovano nei diversi formati editoriali presenti in mostra che restituiscono l’idea di un’opera totale minuziosamente valutata e costruita, quasi come se tutte le riviste ideate da Alfieri fossero il raffinamento di un unico grande progetto. Un “super-rivista” che prende il volto di un periodico d’arte con Quadrum (1956) e Metro (1960), di una rivista per la ricerca architettonica con Zodiac (1957) e Lotus (1963), dell’ibridazione tra arte e architettura con Marmo (1962) e di pubblicazioni attraverso cui cercare la complicità con i grafici – Pagina e Pacco (1962) –senza risparmiarsi dal progettare lui stesso formati quali il “quadrato imperfetto”.
La mostra segnala quell’attitudine ibrida dell’arte del publishing che l’ha resa una delle modalità più significative di espressione della fenomenologia artistica. Di questa attitudine, oggi così contemporanea, Alfieri rappresenta un assoluto precedente: la sua è una pulsione per l'invenzione di formati editoriali che non sono servizi ma agenti; operazioni autoriali per circoscrivere le culture del progetto e i sistemi delle arti e far entrare in collisione le diverse discipline. La loro autorevolezza non si afferma attraverso un manifesto, ma nell’essere luoghi dove si esplicita la cura per il display dei materiali testuali e visivi che giustapposti generano incantamenti e un sistema di relazioni. Questa stessa idea è applicata alla mostra, che anche nel suo allestimento propone di assecondare un pensiero ibrido e offrire una serie di supporti che favoriscano l’emergere di relazioni.
Infine, la mostra consiste nella restituzione temporanea di un archivio a oggi inesistente, frutto dell’accostamento di materiali mai convissuti prima nello stesso luogo, provenienti da archivi e biblioteche la cui frequentazione e collaborazione ne ha reso possibile la raccolta.
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Le ricerche sono state condotte presso l’Archivio Giuseppe Marchiori, Biblioteca Civica di Lendinara (RO), il fondo Rodolfo Pallucchini presso l’Università degli Studi di Udine, la Biblioteca del MART (TN), il Fondo Roberto Sambonet presso il Centro di Alti Studi sulle Arti Visive (CASVA), l’Associazione Giancarlo Iliprandi e la Fondazione Mondadori di Milano, l’Archivio Storico della Biennale di Venezia e il Fondo Bruno Alfieri presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, infine la Fondazione Ragghianti di Lucca. Altre preziose informazioni e documenti sono frutto della collaborazione di Verde Alfieri.
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Biografia di Bruno Alfieri
Bruno Alfieri (Napoli, 1927 – Milano, 2008) è stato un editore, critico e gallerista al centro della storia del publishing in Italia tra il secondo dopoguerra alla fine degli anni Novanta. Vissuto tra Milano e Venezia svolge la sua attività affiancandosi al padre, direttore della casa Editrice Fratelli Treves e poi fondatore a Venezia della Alfieri Edizioni d’Arte e la libreria Serenissima (1938). Nel 1948 gli Alfieri sono incaricati di curare le edizioni della rivista Arte Veneta ed in seguito della rivista La Biennale di Venezia, dopo che l’Ente stesso affida loro i cataloghi delle esposizioni internazionali del 1948, 1950 e 1952. Bruno Alfieri comincia la sua attività come autore del primo volume italiano dedicato all’opera di Klee (1948) e come curatore dell’edizione del catalogo della collezione Peggy Guggenheim presentata alla 24. Biennale di Venezia. Nel 1949 fonda con Giuseppe Marchiori e Oreste Ferrari il collettivo “Le Tre Mani” con cui cura le mostre dedicate a Edouard Pignon e Jackson Pollock (1950). Di seguito cura una collana di monografie di artisti contemporanei in cui figurano Picasso, De Chirico e Delvaux, tra gli altri, che prosegue in una seconda stagione negli anni Sessanta e Settanta con volumi dedicati a Santomaso, Licini, Dorazio, Viani e Balla.
Dal 1950 iniziano le sue sperimentazioni nel campo delle riviste con il numero unico L’Arte Moderna, a cui seguono Posizione (1954), le collaborazioni con Comunità, Civiltà delle Macchine, Stile e Industria, e le nuove riviste Quadrum (1956), Zodiac (1957), L’Avviso (1958), Metro (1960), Pagina (1962), Marmo (1962) e Lotus (1963). È tra i fondatori dell’ADI ed è capo ufficio stampa della Triennale di Milano tra il 1959 e il 1960.
Nel 1967 succede al padre nella direzione della casa editrice Alfieri Edizione d’Arte e nel 1968 apre a Venezia in Calle Larga XXII Marzo la libreria – galleria Alfieri.
Nel 1973 la Alfieri Edizione d’Arte viene ceduta alle Industrie Grafiche Editoriali – poi Gruppo Editoriale Electa – Alfieri ne è vice-presidente fino al 1979 quando fonda la casa editrice indipendente Automobilia.
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Citazioni di Bruno Alfieri
«Io voglio fare una rivista d’arte moderna. Una rivista veramente critica ma non noiosa, elegante e a volte spregiudicata; qualcosa, insomma, di molto importante: qualcosa di più importante delle solite riviste» [Bruno Alfieri, 1949]
«La nostra rivista è un tentativo coraggioso di entrare nel fenomeno artistico contemporaneo e di analizzarlo a fondo, per i propri lettori e per gli storici di domani» [Bruno Alfieri, Metro, 1960]
«Quando si vuol pubblicare una rivista d'arte moderna soltanto perché si crede nei valori della cultura figurativa oggi […] La rivista funzionerà da consulente senza debolezze di nessun genere, per tutti quanti vorranno tenersi aggiornati e ben seguire i retroscena dell'arte oggi, seguire le mostre oppure formarsi una collezione indovinata. […] Qualcuno potrà lamentare la troppo rada periodicità, limitata a tre numeri l'anno, che certamente limiterà il campo d'azione della rivista nel settore della cronaca spicciola. Ma, appunto, la cronaca spicciola non ci sembra possa contare molto per la nostra cultura […] Sarà una rivista dalla fisionomia precisa, dalla presentazione grafica ariosa ed elegante. Sarà anche una rivista piacevole da sfogliare per chi non intenda entrare a fondo nella meccanica delle estetiche. Sarà una rivista molto seria, finalmente» [Bruno Alfieri, Metro, 1960]
«Chi si occupa di architettura contemporanea e della crisi dell’architettura contemporanea deve leggere Lotus / If your cry on the situation of contemporary architecture don’t forget to read Lotus» [Bruno Alfieri, Lotus, 1970]
«Pagina è una nuova rivista di grafica che si propone di documentare, di esaminare e di discutere i fenomeni e i problemi che caratterizzano il mondo delle manifestazioni pubblicitarie [...]Tutto ciò che è soggetto della nostra quotidiana esperienza visiva ha una sua fisionomia più o meno espressiva, Il giornale, il libro, la carta d’identità, il modulo delle tasse, il biglietto del tram, la moneta, il francobollo; o in altro ordine il pacchetto delle sigarette, la scatola dei fiammiferi, il tubetto del dentifricio, il flacone farmaceutico, l’incarto delle caramelle, l’etichetta dei vini» [Bruno Alfieri, Pagina, 1962]