Botond Részegh – Bodies of Prometheus

Informazioni Evento

Luogo
ISTITUTO ROMENO DI CULTURA E RICERCA UMANISTICA - PALAZZO CORRER
Campo Santa Fosca (Cannaregio) 2214, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
28/09/2025
Artisti
Botond Részegh
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra di arte contemporanea «Bodies of Prometheus» dell’artista Botond Részegh, a cura di Ana Negoita, coordinamento di Alexandra Runcan.

Comunicato stampa

L’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in collaborazione con il CESI – Centro di Eccellenza per lo Studio dell’Immagine dell’Università di Bucarest, organizza la mostra di arte contemporanea «Bodies of Prometheus» dell’artista Botond Részegh, a cura di Ana Negoita, coordinamento di Alexandra Runcan. L’inaugurazione della mostra avverrà domenica 28 settembre 2025 alle ore 18:00, presso la Piccola Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, Cannaregio 2211, Venezia. La mostra sarà aperta al pubblico dal 28 settembre al 10 ottobre 2025, dalle 16:00 alle 19:00.

«Bodies of Prometheus» si configura come un dialogo intimo tra lo sguardo del visitatore e l’universo interiore dell’artista, lanciando un invito a sondare un lessico iconografico singolare, dove la figura umana si trasforma in un campo aperto di riflessione e meditazione visiva. Le opere evocano l’atmosfera di un luogo creativo profondamente introspettivo, dove l’espressione si plasma in un equilibrio delicato tra movimento e controllo, tensione e silenzio. Il percorso visivo si snoda lungo una cronologia emotiva e stilistica, tracciando un filo coerente all’interno di una ricerca che indaga con equilibrio e sensibilità il tema della corporalità. Le sagome, raffigurate in un linguaggio che fonde espressionismo e minimalismo, si trasformano in figure che mantengono la familiarità delle forme, arricchendosi di sfumature inedite e configurazioni cariche di tensione.

La struttura visiva delle opere si fonda su un sistema di contrapposizioni formali e cromatiche – rosso/nero, blu/giallo, nero/bianco – elaborate per instaurare nodi di tensione compositiva e aprire un orizzonte di riflessione sull’emotività, il disagio e il confine. Le figure appaiono sospese in un tempo senza coordinate, catturate da una gravità incerta, evocando una corporalità fragile, priva di radici ma carica di significati. Gli elementi del linguaggio visivo dell’artista guidano il visitatore in un avvicinamento graduale alle opere, favorendo l’assimilazione profonda dei significati simbolici: dal linguaggio visivo affrontato fino alla percezione di ogni dipinto come una possibile micro-narrazione. È nella tensione tra figurativo e astrazione che si coglie la sostanza artistica della mostra, la quale trasforma la contemplazione in un’esperienza immersiva, inducendo la sensibilità e la capacità di sondare le profondità dell’animo umano attraverso l’uso di simboli e forme che invitano a riflettere sul senso dell’essenza dell’individuo.

Sottili echi degli universi artistici di İnci Eviner e Marcel van Eeden emergono nella gestualità controllata che permea le raffigurazioni all’interno della composizione visiva. Botond Részegh adotta un approccio visivo interdisciplinare in cui il corpo umano si erge al contempo a soggetto e a strumento per una meditazione sul presente, sull’assenza, sulla memoria e sulla trascendenza.