Biennale Arte 2015 – Weekend finale

Informazioni Evento

Luogo
GIARDINI DI CASTELLO
Fondamenta Dell'Arsenale , Venezia, Italia
Date
Dal al
Vernissage
20/11/2015
Generi
performance - happening, serata - evento
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Il cardine del programma dell’ARENA è il Das Kapital Oratorio, un’imponente lettura dal vivo dei tre volumi di Das Kapital (Il Capitale) di Karl Marx.

Comunicato stampa

Arena, Padiglione Centrale, Giardini

Isaac Julien
n. 1960 Regno Unito
Das Kapital Oratorio (letture dal vivo 30’ ognuna)
Courtesy Galería Helga de Alvear

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
20 Novembre, 10.30 – 11.00 / 17.25 – 17.55
21 Novembre, 10.30 – 11.00 / 17.25 – 17.55
22 Novembre, 10.00 – 10.30

Il cardine del programma dell’ARENA è il Das Kapital Oratorio, un’imponente lettura dal vivo dei tre volumi di Das Kapital (Il Capitale) di Karl Marx. In questo meticoloso progetto di ricerca bibliografica, che prende spunto dal rito sikh dell’Akhand Path (una recitazione ininterrotta del libro sacro per la quale si alternano più lettori nell’arco di diversi giorni), Das Kapital è stato letto da attori come un testo drammaturgico durante tutti i sette mesi della Biennale Arte. Una sequenza continua di performance orali tra le quali recital di libretti, testi di canti, copioni accompagnano la lettura dal vivo del fondamentale e tuttora controverso testo di Marx.

Concepito da Okwui Enwezor insieme a Isaac Julien in collaborazione con Mark Nash
Diretto da Isaac Julien
Prodotto da Luz Gyalui
Ricerca e coordinamento di Tim Roerig
Eseguito da Ivana Belac, Francesco Bianchi, Elena Bondi, Jacopo Giacomini, Caroline Jones, Jenni Lea Jones, Philip Jones, Ivan Matijašic, Andrea Romano e Steven Varni

Jason Moran & Alicia Hall Moran
n. 1975 / 1973 Stati Uniti
Work Songs (40’)
Courtesy the artist and Luhring Augustine, New York

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
20 Novembre, 16.40 – 17.20
21 Novembre, 16.40 – 17.20

Jason Moran e Alicia Hall Moran, con il loro Work Songs, mappano e approfondiscono il tempo dei canti di lavoro nelle prigioni, nei campi, nelle case. La mappatura di questi canti di lavoro ha un doppio approccio, concettuale e emozionale. Negli spazi dell’ARENA, una voce solista eseguirà un ciclo di canti di lavoro.

Eseguito da Rashida Bumbray, Roosevelt André Credit, Lisa E. Harris, Steven Herring, Andrea Jones-Sojola, Alicia Hall Moran, Anthony Mills, Latasha N. Nevada Diggs, Jamet Pittman e Phumzile Sojola

Jeremy Deller
n. 1966 Regno Unito
Broadsides and Ballads of the Industrial Revolution (20’)
Courtesy the artist and Hayward Gallery, London

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
20 Novembre, 11.00 – 11.20

Jeremy Deller esplora il tema delle condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche, a partire dalla fine del XIX secolo e fino ai nostri giorni, basandosi su materiali d’archivio. Il suo lavoro approfondisce problematiche quali l’assenza dei diritti dei lavoratori, i contratti a zero ore, le ore prefissate di lavoro e di pausa, il concetto di “tempo lavorativo” – e lo fa attraverso lo studio e l’esecuzione dei canti che una volta si vendevano per strada. Questi canti “di fabbrica”, un incrocio tra musica popolare e folk, a volte parlano del lavoro in generale, a volte raccontano in modo più specifico le condizioni lavorative all’interno delle fabbriche. Pur essendo conosciute come factory songs, queste composizioni probabilmente non erano cantate all’interno delle fabbriche, a causa del forte rumore dei macchinari.

Eseguito da Sara Bertolucci, Andrea Biscontin, Marco Cisco, Federica Delle Crode, Daniela Gungui, Michael Miazzi, Alessia Pugliati e Jennifer Reid

Joana Hadjithomas & Khalil Joreige
n. 1969 Libano
Latent Images: Diary of a Photographer (120’)
Courtesy Galerie In Situ Fabienne Leclerc, Paris; CRG
Gallery, New York; The Third Line, Dubai

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
20 Novembre, 11.30 – 13.30
21 Novembre, 11.30 – 13.30
22 Novembre, 11.00 – 13.00

Joana Hadjithomas e Khalil Joreige presentano una performance quotidiana di lettura del loro libro d’artista Latent Images: Diary of a Photographer, che costituisce la terza parte del progetto Wonder Beirut. Il libro si basa su centinaia di rullini mai sviluppati dal fotografo libanese Abdallah Farah tra il 1997 e il 2006. Il fotografo, testimone della Beirut del dopoguerra, ripropone eventi politici e sociali, ma anche personali e quotidiani, coprendo un arco temporale di quasi un decennio. In questo volume in edizione limitata, le descrizioni delle immagini prendono il posto delle fotografie; brevi frammenti di testo descrivono le immagini invisibili, creando un nuovo spazio immaginario. Vari gruppi di persone si alternano per leggere il testo, restituendolo al pubblico attraverso una molteplicità di voci. L’intento, quindi, è quello di dare voce alla narrazione e sostituire al concetto di immagine latente l’immagine che emerge attraverso il corpo.

Eseguito da Pamela Breda, Geoffrey Carey, Joanna Kate Dolan, Nicholas Kahn, Marta Lovatto, Vito Lupo, Adriano Iurissevich, Margherita Manino, Arianna Moro, Ilona Morokina, Eva Maria Ohtonen, Sofia Pauly, Gabriel Pressman, Mattia Stasolla, Isadora Tomasi, e Antonella Tosato

Maja Bajevic
n. 1967 Bosnia
Arts, Crafts and Facts (22’)

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
20 Novembre, 10.00 – 10.22
21 Novembre, 10.00 – 10.22

Maja Bajevic presenta un video che risponde alla denigrazione del lavoro umano causato dalla finanziarizzazione dell’economia globale. Nell’era del capitalismo finanziario, il capitale perde la sua concretezza venendo reinvestito in servizi e prodotti finanziari intangibili. Per comporre il libretto delle Arts, Crafts and Facts, Bajevic ha ricercato le ripercussioni che hanno avuto le fluttuazioni dei prezzi mondiali delle materie prime come il caffè e il cacao, su tutti i livelli dell’economia, dai prezzi al dettaglio alle quotazioni delle azioni, dal reddito dei proprietari di casa a quello dei proprietari di negozi. Il libretto viene recitato sullo sfondo di una fabbrica tessile nel contesto socialista dell’ex Yugoslavia e traccia gli effetti della speculazione neoliberale sulle condizioni di vita della classe operaia globale.

Libretto di Maja Bajevic, Anja Bogojevic e Tijana Vignjevic

Ivana Müller
n. 1972 Croazia
We are still watching (60’)

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
20 Novembre, 13.45 – 14.45
21 Novembre, 13.45 – 14.45

Ivana Müller propone We Are Still Watching, una lettura eseguita dagli spettatori stessi. La pièce darà vita a una comunità di lettori in cui ognuno dovrà trovare il proprio ruolo durante la lettura condivisa del copione. La conversazione è dettata dal testo ma per mantenere viva la performance è necessaria la costante partecipazione degli attori. Se persisteranno in questo esercizio, il copione indurrà a formulare la seguente domanda: fino a che punto i lettori sono anche attori?

Olaf Nicolai
n. 1962 Germania
Non Consumiamo… (to Luigi Nono)(20’)
Performance vocale disponibile in 12 zainetti
Courtesy the artist and Galerie Eigen + Art, Berlin and Leipzig

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
20 Novembre, 16.10– 16.30
21 Novembre, 11.00 – 11.20 / 15.00 – 15.20
22 Novembre, 10.30 – 10.50

Olaf Nicolai presenta una nuova performance ispirata alla innovativa composizione in due parti di Luigi Nono Un volto, e del mare / Non consumiamo Marx (1969). Quando i manifestanti veneziani furono allontanati dagli stabilimenti della 34esima edizione della Biennale di Venezia nel 1968, il compositore italiano incorporò le registrazioni audio di questi eventi in Non consumiamo Marx. Ispirandosi alla risposta musicale di Nono ai tumulti rivoluzionari del 1968, Nicolai invita i performer a rispondere con delle canzoni alle letture dal vivo di Das Kapital di Karl Marx nell’ARENA. Ogni giorno dei solisti scriveranno e canteranno una nuova canzone registrandola poi con uno smartphone. Le registrazioni saranno ritrasmesse in digitale e saranno fruibili dai visitatori dell’ARENA grazie a un sistema di zainetti da indossare. In questo modo, l’intera esibizione sarà trasformata in un palcoscenico in cui ogni spettatore può assumere il ruolo di attore.

Eseguito da Ekkehard Abele, Andreas Fischer, Noa Frenkel, Daniel Gloger, Susanne Leitz-Lorey, Natasha López, Angelika Luz, Truike van der Poel e Pascal Zurek

Charles Gaines
n. 1944 Stati Uniti
Sound Texts (45’)
Courtesy the artist; Paula Cooper Gallery, New York; Susanne Vielmetter Projects Los Angeles

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
21 Novembre, 15.45 – 16.30

Charles Gaines presenta la sua nuova magistrale composizione originale per la Biennale Arte 2015, tratta dal corpus del suo lavoro più recente, Sound Texts, una serie di disegni in grande scala di partiture musicali di canti. Alcuni di questi risalgono addirittura alla Guerra Civile americana (1860–1865), altri sono degli anni ’50 del Novecento. La composizione musicale originale di Gaines si basa su cinque arrangiamenti tratti da quattro sue opere, Sound Texts, esposte in Mostra. I cinque pezzi musicali sono stati progressivamente stratificati uno sull’altro durante il mese di programmazione delle esecuzioni, nel periodo di apertura della Mostra.

Composizione originale di Charles Gaines, arrangiamenti per pianoforte e quartetto d’archi di Sean Griffin
Eseguita da Alessandro Fagiuoli (violin), Stefano Antonello (violin), Andrea Amendola (viola), Luca Paccagnella (cello), Alessia Toffanin (piano), Giovanni Deriu (tenor) e Diana Trivellato (soprano)

Mathieu Kleyebe Abonnenc
n. 1977 Francia
Evil Ni**er, Gay Guerrilla, Crazy Nig**er, For Julius Eastman
(21’ 29’’ / 29’ / 55’)
Courtesy the artist

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
22 Novembre, 16.00 – 18.00

Mathieu Kleyebe presenta un memoriale temporaneo alla musica e alla personalità del musicista, cantante e straordinario compositore afroamericano Julius Eastman (1940-1990), il cui singolare e inimitabile contributo alla musica classica, contemporanea e d’avanguardia è stato esposto nell’ARENA per tutta la durata della Mostra. Le tre composizioni di Eastman per quattro pianoforti a coda, Evil Nigger (1979), Gay Guerrilla (1980) e Crazy Nigger (1980), sono state provate ed eseguite dal vivo ogni mese. Per l’esecuzione di Crazy Nigger, è sollecitata anche la partecipazione del pubblico.

Eseguita da Antoine Alerini, Violaine Debever, Gwendal Giguelay, Tom Grimaud, Anna Jbanova, Lukas Rickli e Sarah Ristorcelli

Sonia Boyce
n. 1963 Regno Unito
Exquisite Cacophony (40’)

Arena, Central Pavilion – Giardini
22 Novembre, 13.10 – 13.50

La videoinstallazione di Boyce per la Biennale di Venezia, Exquisite Cacophony, documenta una performance multivocale dal vivo. Radicata negli idiomi modernisti dello scat jazz e del rumore dadaista, e come omaggio alla musica in quanto mezzo di resistenza politica, la performance è discordante e assurda, e mescola frammenti di suoni, sillabe, schemi e motivi ripetuti. Il jazz deriva dai canti dei braccianti e dalle canzoni degli schiavi afroamericani, con ritmi che mescolano ragtime e bande di ottoni, mentre il rumore dadaista era una risposta psicologica ai traumi della prima guerra mondiale. Entrambi gli idiomi si distaccano da ragione e logica, in quanto pilastri dei regimi politici dominanti, e insistono sull’improvvisazione vocale come mezzo strategico di autonomia e resistenza. Per Exquisite Cacophony, Boyce riunisce tre vocalist che sovrappongono
ritmi jazz e rumore dadaista a musica gospel, hip-hop, indie rock, dub-reggae, disco, folk e musica indostana.

Eseguita da Elaine Mitchener & Astronautalis

Theaster Gates & The Black Monks of Mississippi
n. 1973 Stati Uniti
(50’)

Arena, Padiglione Centrale – Giardini
20 Novembre, 15.10 – 16.00

Organizzato da Theaster Gates, The Black Monks of Mississippi è un ensemble musicale sperimentale di stretti collaboratori dell'artista ai quali si uniscono spesso musicisti monaci provenienti da tutto il mondo. Si tratta di un ordine monastico di performer che armonizzano gli ideali orientali della moderazione melodica con lo spirito del Vangelo nella Chiesa Nera e l'anima del Blues, profondamente radicate nella tradizione musicale americana. Unendo queste pratiche spirituali e religiose, i Black Monks raggiungono contemporaneamente la santità e l’umanità, la moderazione e l'estasi. Insieme, servono ad arricchire musicalmente e attivare molte delle mostre di Gates generando delle esperienze trascendenti ed emotivamente partecipative.

Arsenale

Allora & Calzadilla
n. 1974 USA / 1971 Cuba
In the Midst of Things (30’)
performance di un ottetto vocale
Courtesy Galerie Chantal Crousel, Paris; Kurimanzutto, Mexico City; Gladstone Gallery, New York and Brussels; Lisson Gallery, London, Milan e New York

Corderie - Arsenale
20 Novembre, 12.30 / 15.00
21 Novembre, 12.30 / 15.00
22 Novembre, 12.30 / 15.00

Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla presentano In the Midst of Things, un nuovo lavoro vocale con musiche di Gene Coleman eseguite da Voxnova Italia e basato su The Creation (Die Schöpfung) (1796-1798) di Joseph Haydn. Il libretto di The Creation attinge dal libro Genesis e Paradise Lost (1667) di Milton, che descrivono le origini del mondo e dell'uomo. Il racconto di Milton tratta la storia di Fall of Man, seguendo la tradizione epica di iniziare in medias res, dopo che l'azione è già iniziata e con l’inizio raccontato più tardi. Nel mezzo applica varie tecniche narrative, ad esempio la cronologia inversa, flashback e flash-forward, come dispositivi strutturali nella composizione. Queste tecniche sono ulteriormente enfatizzate attraverso movimenti scenici paralleli. I cantanti si muovono fisicamente avanti o indietro a seconda che cantino parti del libretto avanti o al contrario. Lo spettacolo esplora come un nuovo significato può essere generato portando la lingua ai suoi limiti.

Composizione di Gene Coleman. Esecuzione di Voxnova Italia: Nicholas Isherwood (artistic director, basso), Susanna Rigacci (soprano), Ljuba Bergamelli (soprano), Livia Rado (soprano), Monica Benvenuti (mezzo soprano), Anna Clementi (mezzo soprano), Virginia Guidi (mezzo soprano), Elisa Prosper (mezzo soprano), Sandro Naglia (tenore), Mirko Guadagnini (tenore), Vincenzo Di Donato (tenore), Alessandro Tamiozzo (tenore), Gabriele Ribis (baritono), Matteo Bellotto (baritono) e Oliviero Giorgiutti (basso).

Ricardo Brey
n. 1955 Cuba
Every Life Is a Fire (approx. 30’)
Courtesy the artist and Galerie Nathalie Obadia, Paris and Brussels

Corderie - Arsenale
20 Novembre, 16.00

In una serie di tre spettacoli, Ricardo Brey amplia la presentazione del suo lavoro alla Biennale Arte aggiungendo tre nuove opere. Le scatole d'archivio che fanno parte di “Every Life Is a Fire” rivelano la loro vita interiore soltanto quando vengono aperti. Ricordando a prima vista la Boîte-en-valise di Marcel Duchamp (1935-1941), i mondi in miniatura di Brey, cullati in strati di cartone, sembrano più simili allo strumento di un alchimista. Brey stesso descrive le scatole e i "reliquiari" come Lagerstätten, un termine usato dai paleontologi per indicare strati geologici che forniscono informazioni sulla biodiversità di un determinato periodo.

Marco Fusinato
n. 1964 Australia
From the Horde to the Bee

Corderie - Arsenale
22 Novembre, 17.30

Marco Fusinato concluderà il suo progetto From the Horde to the Bee nelle ultime ore della mostra. L’artista raccoglierà il denaro accumulato e lo consegnerà ai rappresentanti dell'Archivio Primo Moroni di Milano. From the Horde to the Bee (2015) è un evento studiato per dirottare il capitale dell’evento artistico verso l’Archivio Primo Moroni di Milano. Il titolo di questo evento allude alle prime e alle ultime pagine di un libro che Fusinato ha realizzato con materiali provenienti dall’Archivio Moroni, un’istituzione indipendente che ha sede in una casa occupata. Alle Biennale Arte 2015 viene esposta alle Corderie l’intera tiratura del libro di Fusinato, disposta sui bordi di un grande tavolo. Senza che alcun venditore controlli le transazioni, i visitatori sono incoraggiati ad acquistare copie dell’antologia collocando i soldi al centro del tavolo. Con la graduale diminuzione delle pile di libri, il crescente volume degli incassi rispecchierà l’attività economica all’interno dello spazio espositivo. Dando visibilità ai flussi di denaro, ed escludendoli dalla sorveglianza, l’artista indica ai visitatori le responsabilità che hanno nei confronti delle strutture economiche nelle quali sono coinvolti.

Tania Bruguera
n. 1968 Cuba
Untitled (Havana 2000)

Sala d’Armi G - Arsenale
20 Novembre, dalle 10.00 alle 18.00
21 Novembre, dalle 10.00 alle 18.00
22 Novembre, dalle 10.00 alle 18.00

Tania Bruguera ricrea la sua performance e video installazione Untitled (Havana, 2000), che riflette sulla intenzionale "cecità" alla realtà della vita dei cittadini sotto il regime di Fidel Castro. L’intento è quello di avvicinare lo spettatore a una realtà densa di contraddizioni attraverso un’esperienza multisensoriale.

Dora Garcia
n. 1965 Spagna
The Sinthome Score

Artiglierie - Arsenale
20 Novembre, dalle 10.00 alle 18.00
21 Novembre, dalle 10.00 alle 18.00
22 Novembre, dalle 10.00 alle 18.00

Dora García propone dieci serie di movimenti corporei per ciascuno dei dieci capitoli del testo lacaniano Joyce – Il sintomo, che costituiscono una vera e propria partitura eseguibile da chiunque. L’opera è concepita come una performance in duo, in cui un performer legge e l’altro esegue le coreografie; nelle passate rappresentazioni i visitatori hanno raccolto una copia della partitura e hanno partecipato alla lettura o alla danza. The Sinthome Score è comunque una performance continua, ininterrotta, che prescinde dalla presenza del pubblico.

Joachim Schoenfelt
b. 1958 South Africa
Guilds and Unions (approx. 7’)

Giardino delle Vergini - Arsenale
21 Novembre, 12.30

performers: Linda Buthelezi

Il chitarrista arriva con i suoi strumenti, issa l’amplificatore e comincia a suonare la sua versione dell’inno nazionale, nello stile della versione di Jimi Hendrix di Star Planged Banner a Woodstock. Le due bandiere intitolate The colours of the jockey for the horse Sea Cottage sono lasciate cadere a terra alla fine della performance.

Saâdane Afif
n. 1970 Francia
The Laguna's Tribute (A Corner Speaker in Venice)

Fondamenta Zattere al Ponte Longo
20 Novembre, 16.35
21 Novembre, 16.35
22 Novembre, 16.35

Performance al tramonto canzone e testi di Saâdane Afif
Eseguita da: Ildo Bonato / Luca Hillen

Definita come post-concettuale, l’opera di Saâdane Afif's work assume molte forme, tra cui la performance. A Venezia, l’artista (Vendôme, France, 1970) presenta The Laguna's Tribute (A Corner Speaker in Venice), un performance dal vivo al Ponte Longo delle Zattere.