Béatrice Mazzuri – Back true
Le opere, presenti per la prima volta in Italia, costituiscono una sorta di cammino all’interno del quale convergono come chiave di lettura le parole: viaggio e ricerca. Viaggio come trama esistenziale filosofica, ricerca di una conciliazione fra opposti: colori/ trasparenza, Oriente/Occidente, presenza/assenza.
Comunicato stampa
Dal 21 settembre al 21 ottobre 2013 la Galleria Juris & Perl ospiterà 10 lavori dell’artista franco-svizzera Béatrice Mazzuri.
Le opere, presenti per la prima volta in Italia, costituiscono una sorta di cammino all’interno del quale convergono come chiave di lettura le parole: viaggio e ricerca. Viaggio come trama esistenziale filosofica, ricerca di una conciliazione fra opposti: colori/ trasparenza, Oriente/Occidente, presenza/assenza.
Béatrice Mazzuri ritrae lo spazio fra sogno e realtà dei luoghi, le presenze umane già svanite, il passaggio del tempo verso l’eternità attraverso una tecnica originale e personalissima che unisce fotografia e pittura. Partita per un lungo vagabondaggio in India, ritorna con più di 3500 fotografie che utilizza come base per dipingere con pennelli e colori. Il quadro così ottenuto subisce un altro trattamento con una tecnica a calco. Il risultato finale viene fotografato così da restituire all’opera tutta la leggerezza dell’immagine poetica inseguita dall’artista: “Une fois obtenu ce que je voulais, je l'ai photographié". Questa tecnica, innovativa, non è una mera esibizione di stile, se pur finissima, ma nasce dalla forte esigenza dell’artista di comunicare le più intense emozioni vissute nei momenti della visione e dell’attrazione verso volti e paesaggi.
Sono proprio le tematiche del ritratto e del paesaggio a stimolare particolarmente la fantasia dell’artista. Entrambe hanno una potenza comunicativa sorprendente, che cattura e monopolizza il nostro sguardo al punto da farci dimenticare da dove vengano i personaggi ritratti e i precisi contorni di un luogo.
La Mazzuri dunque, fotografa, dipinge, coglie, ascolta: dai paesaggi aridi e violenti delle Cevannes nella sua Francia natale ai colori intensi dell’India del Nord, dalla Cupola di Santa Sofia ad Istambul, alla Basilica di San Marco a Venezia, città su cui, nell’ultimo periodo, ha concentrato la sua attenzione. Il colore delle emozioni trasfigura il ricordo, lo tinge d’ocra e di viola, di vermiglio infuocato, d’arancio e d’indaco.
“Tutti i luoghi – scrive Francesca Schaal Zucchiatti, nell’introduzione al catalogo – anche i più mitici, sono un po’ il frutto della nostra immaginazione. Ne intuiamo le presenze già spirate, i passaggi dell’umanità prima di noi, l’energia si trasforma in fitte spirali di vapori, diventa eternità”.
BÉATRICE MAZZURI, nasce nel Sud della Francia, dove dipinge e disegna fin da bambina.
Compie studi di Lettere e Storia dell’Arte all’Università di Montpellier, per poi trasferirsi a Ginevra, dove insegna per anni Storia dell’Arte e letteratura francese continuando a dipingere e a scrivere testi d’arte e romanzi.
Dal 1972 numerose mostre in Europa, Asia e Stati Uniti fanno conoscere Béatrice Mazzuri al Pubblico.
Le sue opere sono state esposte alla Galerie Royale in Lussemburgo, alla Collis a Losanna, alla Galleria Hatika in Giappone , Galerie Ares ad Instambul in Turchia, alla Fondazione HP Europe.
Molti lavori sono inoltre presenti in numerose banche svizzere, come l’UBS, la Banque Clériden, la Banque Raiffeisen e la Banque Julius Baer.
Nel maggio del 2012 espone le i suoi dipinti su base fotografica dedicati all’India nella personale “Cité du Temps” a Ginevra.
A Natale del 2012 la Mazzuri arriva a Venezia, dove realizza una serie di lavori ispirati alla laguna d’inverno.