Bari sposa l’arte
Bari ama l’arte contemporanea? La risposta è sì. E un gruppo spontaneo di giovani artisti tenterà l’assalto alla scena urbana per riconquistare lo spazio pubblico producendo arte.
Comunicato stampa
Sorgerà dal mare il canto d’amore dei giovani baresi verso l’arte contemporanea, un bacio che incanterà le acque del porto e che produrrà uno shock linguistico al Chiringuito. Rottura delle abitudini, clamore intorno a un grido di rabbia, e la passione rivoluzionaria per l’espressione artistica. Lunedì sera, tra il Teatro Margherita e il Chiringuito accadrà qualcosa. Giovani artisti, curatori, fotografi, registi, maestri d’arte, perfomer e attori daranno vita a una scena inedita e carica di significati – non solo artistici – ma anche sociali.
Bari ama l’arte contemporanea? La risposta è sì. E un gruppo spontaneo di giovani artisti tenterà l’assalto alla scena urbana per riconquistare lo spazio pubblico producendo arte.
Il teatro d’incontro evoca una contesa, lo spazio, appunto. L’anarchia del mare si protende verso l’ordine urbano della polis. In mezzo una palafitta di intelligenze creative che dà vita a una scena che risorge dalle ceneri culturali della città.
In questa visione poetica, nella notte della speranza (il 22 luglio 1911 il Teatro Margherita bruciò) – in cui la struttura in cemento armato sopravvissuta si coniugherà con l’idea di ripartenza – Bari sposerà l’arte contemporanea idealmente. Una scena di matrimonio il cui simbolismo rappresenta il forte desiderio della giovane arte di riprendersi gli spazi pubblici per produrre. “Non siamo farisei dell’arte” sarà lo slogan che accompagnerà questo messaggio di ‘occupazione’ simbolica. Spazio virtuale e spazio reale si fonderanno nell’idea di un ‘temp(i)o dell’arte’.