at What Time? – Gianluca Quaglia

Informazioni Evento

Luogo
SCATOLABIANCA (ETC.)
Via Ventimiglia ang. Via Privata Bobbio MM linea verde - Porta Genova 20144 , Milano, Italia
Date
Dal al

dalle 16.00 alle 20.00

Vernissage
08/07/2013

ore 18,30

Artisti
Gianluca Quaglia
Curatori
Sonia Patrizia Catena
Generi
arte contemporanea, personale
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Quel particolare momento della notte in cui qualcosa accade: The shadow and I, laddove sconosciuto e conosciuto, ombra e uomo, entrano in relazione fra loro.

Comunicato stampa

Dopo l’atmosfera dal cristallino bagliore di Marco Milia, il rosseggiante tramonto di Emanuele Fossati, scatolabianca(etc.) presenta la terza e ultima mostra del progetto at What Time? a cura di Sonia Patrizia Catena. L’inaugurazione di lunedì 8 luglio 2013 alle ore 18.30 chiuderà questa indagine sul tempo con l’artista Gianluca Quaglia.

at What Time? è un ciclo di mostre site-specific che si concentra su una comune tematica: il tempo.
Tre artisti: Marco Milia, Emanuele Fossati e Gianluca Quaglia si alterneranno nello spazio di scatolabianca ogni 11 giorni a partire dal 10 giugno. In occasione di ogni nuova esposizione, verrà organizzata un’inaugurazione.
Gli artisti allestiranno la propria idea di tempo, cambiando lo scenario, l’ambiente e interpretando in maniera soggettiva tale tematica, la quale occuperà un posto centrale sia nella narrazione materiale e concreta del mondo esterno, sia nella loro intima esperienza.

Le installazioni di Marco Milia, Emanuele Fossati e Gianluca Quaglia fermano il tempo, individuano e fissano un’unica finestra temporale, in maniera tale che le esposizioni non siano viste fluire in un unico momento, ma convivano rispetto a un unico orizzonte temporale. Il pubblico è chiamato ad inserirsi in questo continuum, adattandosi al ritmo temporale, in cui ognuno dei tre artisti ha sviluppato la propria idea di durata.
Il tempo della durata: soggettivo, in cui un’ora può sembrare infinita o passare in un attimo, e quello misurabile, esatto della scienza e dei suoi orologi. Laddove il rapporto tra uomo e tempo è la memoria, ma anche il modo in cui il corpo interagisce con il tempo e con lo spazio, una serie di connessioni, di azioni, che vedono nella circolarità la propria distinzione. La temporalità non esiste in sé, bensì in relazione ai momenti che vi si sviluppano. L’incerto equilibrio emerge nei difformi punti di vista, nel ricordo, e specialmente in quella coraggiosa volontà di imprimere il tempo in istanti percepibili nella concretezza dei materiali scelti.
Oggi, il tempo e lo spazio mutano, si affastellano, riducendosi fino a dissolversi nell’etere. Il web ha annullato le distanze, liberando la temporalità in una rinnovata dimensione: quella della connessione in streaming, live. Può subire delle sospensioni che la saldano alla realtà, lasciando comunque un’impronta nella nostra memoria.
Filo conduttore del progetto espositivo è un preciso momento della giornata: alba, pomeriggio e notte. Il tempo viene organizzato in funzione di un istante specifico con il quale ogni artista si relaziona, confrontando il proprio lavoro con gli altri. Il tempo inteso come durata spazio-temporale in cui l’evento accade, è raccontato da una fotocamera che documenta le fasi d'allestimento di ogni singolo artista.

The shadow and I

L'8 luglio alle ore 18.30 l’artista Gianluca Quaglia terzo di questo complesso e articolato progetto, indagherà con l’installazione The shadow and I un preciso istante: la notte.

Quel particolare momento della notte in cui qualcosa accade: The shadow and I, laddove sconosciuto e conosciuto, ombra e uomo, entrano in relazione fra loro. Incontri che avvengono nell’oscurità della notte, attimo che non si caratterizza per la sua temporalità, bensì vive di un aspetto prettamente emotivo. Nel buio si può incontrare qualcosa o qualcuno, un contesto particolare che si carica di immaginari, aspettative e timori dovuti al potenziale contatto, fortemente manipolato dalla circostanza in cui è vissuto.
L’assenza di luce inganna la percezione dello spazio, il quale ci appare nella sua incommensurabile e pericolosa bellezza. Questa illusoria mancanza di confini affascina la percezione, la quale è costretta a muoversi immergendosi in quell’ineluttabile nero, formato da cumuli di coriandoli, elementi isolati, singole entità. Il contesto definisce i fogli appesi alle pareti e, le forme ricavate su di essi, riprendono la sagoma in negativo dei coriandoli accumulati a terra. Noi siamo l’ambiente. L’ambiente modifica i nostri movimenti e le nostre relazioni.