Arrigo Lora Totino

Informazioni Evento

Luogo
GIAMPIERO BIASUTTI - STUDIO D'ARTE PER IL '900
Via della Rocca n. 10 - 10123 , Torino, Italia
Date
Dal al

dal martedì al sabato, ore 10,30-12,30; 15,30-19,30

Vernissage
19/09/2013
Contatti
Email: info@giampierobiasuttinovecento.com
Artisti
Arrigo Lora Totino
Generi
arte contemporanea, personale
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Arrigo Lora Totino, mostra di una ventina di opere selezionate secondo duplice chiave di lettura: la poesia “liquida” ora neocostruttivista e ora neodadaista, ora immaginifica e ora prosodica e l’incontro della poesia “concreta” con le “macchine celibi” e altre forme di scrittura pluridimensionale e plurisensoriale.

Comunicato stampa

Arrigo Lora Totino, mostra di una ventina di opere selezionate secondo duplice chiave di lettura: la poesia “liquida” ora neocostruttivista e ora neodadaista, ora immaginifica e ora prosodica e l’incontro della poesia “concreta” con le “macchine celibi” e altre forme di scrittura pluridimensionale e plurisensoriale.

L’antologica ripercorre momenti salienti degli ultimi 10 anni di attività dell’Artista, un
Artistapoeta che ha coniato innovative forme linguistiche di arte come la “poesia ginnica”, come il labirintico collage di “messaggi”, “testimonianze” e “parole lacere”.

Questo evento consente pertanto di rivisitare secondo una angolatura prospettica inedita
i fatti dell’arte degli ultimi decenni e consente di identificare dai “collages “ ai “fiori della prosa” l’evolversi di una ricerca incentrata sulla poesia visuale.
Arrigo Lora Totino è un riconosciuto protagonista di respiro internazionale di questa straordinaria avventura artistica che è la poesia visuale. Ha saputo organizzare manifestazioni epocali in merito proprio alla poesia visuale, così come ha fatto incontrare nei suoi lavori personalità d’ogni dove da Giordano Bruno a Galileo, da Cassirer a Mallarmè, da Picabia a Balla. Trame di una storia che non è ancora stata definitivamente scritta e che vengono fatte oggetto di una ironica narrazione; una narrazione che attraverso il “il teatro della parola” dà vita ad un salvifico “spaccio del verbo soverchio”.