Antonio Di Cecco – In pieno vuoto

Informazioni Evento

Luogo
ANTROPOMORPHA
Via Castruccio Castracane, 28a – 00176, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
14/09/2013

ore 18

Artisti
Antonio Di Cecco
Generi
fotografia, inaugurazione, personale
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In occasione dell’inaugurazione dello studio fotografico nel cuore del Pigneto, Antropomorpha presenta la Mostra
“In pieno vuoto. Uno sguardo sul territorio aquilano” di Antonio Di Cecco.

Comunicato stampa

Antropomorpha è lieta di invitarvi all’inaugurazione dello studio fotografico che si terrà Sabato 14 Settembre 2013 dalle ore studio fotografico roma18:00!
Abbiamo preparato per voi una stagione di mostre, corsi e workshop da togliere il fiato!
Tantissime novità in programma: corsi di fotografia base e avanzati, camera oscura, corsi di post-produzione digitale, still life, architettura e tanto altro!
Non vi resta che passare a trovarci per scoprire i programmi dettagliati di tutti i corsi e prenotare un posto! Tutti i corsi sono a numero limitato, per garantire una qualità eccellente dell’insegnamento, seguendo con cura ogni studente partecipante.
Per informazioni puoi scrivere a [email protected] oppure chiamare i numeri 06/64801418 e 333/9000800.
Puoi anche inviarci un messaggio privato sulla pagina Facebook di Antropomorpha.

antonio di ceccoInoltre, in occasione dell’inaugurazione dello studio fotografico nel cuore del Pigneto, Antropomorpha presenta la Mostra
“In pieno vuoto. Uno sguardo sul territorio aquilano” di Antonio Di Cecco.
In quale modo la fotografia può raccontare le alterazioni subite da un territorio in seguito ad un evento naturale sul quale si esercita un modello di gestione dell’emergenza come quello messo in atto sul territorio abruzzese dopo il terremoto del 6 aprile del 2009? Il progetto fotografico di Antonio Di Cecco (L’Aquila, 1978) parte da questa domanda per raccontare il disagio, e lo fa attraverso un lento processo di attraversamento dei luoghi conosciuti, finalizzato a restituire le coordinate necessarie per orientarsi in un territorio divenuto estraneo.
Il progetto copre così ben tre anni, dal 2009 al 2011, e ha come punto di partenza l’esigenza di ridare senso alla dimensione identitaria. Le immagini incluse nella mostra sono dettagli di un quadro che si fa fatica a restituire come insieme, e che dunque necessita di uno sforzo di immaginazione. Siamo sì in Abruzzo ma potremmo essere in un qualsiasi altro luogo in cui alla catastrofe naturale succede un progetto di abbandono da un lato e di costruzione dall’altro; Di Cecco ha tralasciato di fotografare i luoghi simbolo di questo dissesto e si è invece affaccendato attorno a quelli minimi, comuni, esclusi da predilezioni mediatiche. Partendo dal centro della città de L’Aquila si è mosso in cerchi concentrici – proprio come l’onda d’urto del sisma – ed è arrivato alla periferia con le nuove edificazioni del piano c.a.s.e. e m.a.p. per poi spingersi fino ai piccoli insediamenti liminari al territorio aquilano. Da qui parte il racconto fotografico, costruito secondo un percorso a ritroso nel tempo che da oggi arriva a ieri e che è, dunque, interessato a fissare l’oggi, e a tentare di dare senso al domani.
Un lavoro sottile e sussurrato che ha l’ambizione di dire qualche cosa in più di ciò che abbiamo ricevuto dai media, ricusando anzi la tentazione di rifugiarsi nell’immagine gridata, e di lavorare a fare emergere una perdita. Perdita di spazi che diventa perdita di identità, provocata dall’assenza di riferimenti istituzionali ed architettonici, e sfociata in vuoti da colmare. Vuoti urbanistici e comunitari che sono già stati colmati da elementi estranei, imposti; questi spingono Antonio Di Cecco ad un graduale, laddove possibile, processo di (ri)orientamento nello spazio familiare divenuto ora così estraneo. Il titolo scelto In Pieno Vuoto si riferisce proprio a questa condizione.
Durante l’inaugurazione e per tutto il periodo della mostra sarà possibile acquistare il volume IN PIENO VUOTO. Uno sguardo sul territorio aquilano a cura di bicigi photography/Benedetta Cestelli Guidi pubblicato il 4 aprile del 2013 da Peliti Associati, con la collaborazione dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (MiBAC) e realizzato con il contributo della Fondazione Carispaq (Cassa di Risparmio de L’Aquila) e ALTA, (società di ricerca scientifica), con la consulenza tecnica di Digid’a (fine art prints)
Biografia
Antonio Di Cecco nasce a L’Aquila nel 1978. Durante gli studi universitari in Ingegneria inizia a fotografare e a stampare in camera oscura. Dopo la laurea si dedica esclusivamente alla fotografia ponendo come elemento centrale della sua visione l’interazione tra architettura e paesaggio.
Con il lavoro sul territorio aquilano Antonio Di Cecco ha partecipato a Festival e presentazioni istituzionali tra cui: XII Festival Internazionale di Musica Pietre che cantano presso il monastero di Santo Spirito d’Ocre, Fossa (aq); Festival Ritorno ai luoghi abbandonati a cura della Fondazione Nuto Revelli presso la borgata Paraloup (cn); L’Italia non puo’ perdere l’Aquila: le obiezioni, le prospettive a cura dell’Associazione Bianchi Bandinelli, Roma.