Antonio Barrese – Morphology dall’oggetto all’immagine
La Fondazione Sozzani presenta la mostra di Antonio Barrese “Morphology, dall’oggetto all’immagine”, a cura di Stefania Gaudiosi.
Comunicato stampa
La Fondazione Sozzani presenta la mostra di Antonio Barrese “Morphology, dall’oggetto
all’immagine”, a cura di Stefania Gaudiosi. Un saggio dell’intero lavoro di Antonio Barrese (Milano,
1945), le cui ricerche fondono arte, progetto, tecnologia e scienza.
Barrese ha esordito giovanissimo come membro del Gruppo MID (Mutamento Immagine
Dimensione), fondato a Milano nel 1965 e nel tempo si è dedicato all’Arte Cinetica, al design, alla
Narrativa Visuale, alla didattica, alla teoria dell’arte e del progetto, alle ricerche morfologiche,
alla fotografia e al cinema sperimentale.
Questa incessante ricerca ha condotto Barrese a distillare un personalissimo linguaggio, con tratti
caratteristici unici che attraversano territori espressivi differenti, dalla fotografia al design,
dall’arte alla comunicazione aziendale.
Il focus della mostra è la produzione di immagini, frutto di una complessa interazione tra oggetti
cinetici e dispositivi di ripresa, che permette di rappresentare ciò che lo sguardo umano non
percepisce e che resterebbe estraneo alla conoscenza. Il nucleo di partenza nasce dalle
“Immagini Sintetiche”, che, sviluppate nel corso di sette anni dal 1965 al 1972, riguardavano la
produzione di immagini astratte ottenute tramite il mezzo fotografico.
Molte le opere interattive, che utilizzano componenti meccaniche, elettromeccaniche,
elettroniche per creare esiti sempre diversi. Suo ad esempio l’Albero di luce, collocato davanti al
Castello Sforzesco di Milano tra il 2009 e il 2010 in occasione del centenario della nascita del
Futurismo, una grande installazione cinetica e luminosa di 33 metri d’altezza, capace di generare
variazioni cromatiche continue. In mostra un’installazione ambientale immersiva con sciami di
scintille luminose, piccoli, continui cortocircuiti elettrici.
L’ambiente in cui opera Barrese è quello del design, della scienza, delle tecniche, del progetto. La
sua poetica è quella della Ricerca, dell’arte come scienza. Generatori stroboscopici di
interferenze luminose, linee traccianti, lampeggianti, sono strumenti concepiti e realizzati per
produrre un “segmento di effetti”, ovvero una gamma di variabilità di un fenomeno ottico
continuo, con campi di variabilità molto vasti da cui hanno origine le Immagini Sintetiche, poi la
nuova serie di Morphology Images.
La luce è un elemento di continuità nella produzione di Barrese, dai Generatori Stroboscopici ai
Generatori Traccianti e ai Generatori di Interferenze – tutte opere interattive – fino alle grandi
opere a dimensione ambientale e all’Arte Geografica di FlowingRiver_RioAmazonas.
Si tratta di una ricerca che Barrese definisce di genetica meta-‐linguistica perché riguarda la
genesi stessa della forma, nella convinzione che quest’ultima determini le strutture linguistiche
di un mondo ancora inesplorato, del “mondo che sta per essere” e che l’arte avvera, per provare
con studio e tenacia ad offrire “nuove probabilità all’impossibile.”
Antonio Barrese nasce a Milano nel 1945. Compie gli studi presso l'Accademia di Brera ed
esordisce giovanissimo. Nel 1964 fonda il Gruppo MID insieme ad Alfonso Grassi, Gianfranco
Laminarca e Alberto Marangoni. L’attività MID è molto ricca ed estesa e comprende la
realizzazione di oggetti e strutture, installazioni interattive e grandi allestimenti, fotografie e film
sperimentali, performance di sinestesia visivo-‐acustica e progetti ambientali, il tutto concepito
con una straordinaria apertura mentale verso la tecnologia. Sempre nel 1965 ha luogo la prima
mostra dedicata al gruppo: Immagini stroboscopiche presso la Galleria Danese di Milano.
Seguono più di quattrocento mostre tra personali e collettive, in gallerie e musei in Italia e
all’estero fino al 1972, anno in cui il MID si scioglie. Nello stesso anno Barrese inizia l'attività di
designer e ottiene numerosi riconoscimenti (tre Compassi d'Oro, premi e segnalazioni d'onore).
Si interessa anche di Narrativa Visuale sperimentando l'incontro tra linguaggi differenti con la
fusione di immagine e scrittura (TrashZappingPixel). Nel 2007 la Fondazione VAF di Francoforte
dedica al MID un'importante pubblicazione: MID Alle origini della multimedialità. Dall’arte
programmata all’arte interattiva (Silvana Editoriale, Milano). Nel 2009 realizza a Milano l'Albero
di Luce, installazione cinetica e luminosa a scala urbana. Nel 2011 fonda con Stefania Gaudiosi
una società di innovazione artistica e culturale che opera in Brasile “OperaAperta Arte Pubblica”.
Sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche e private.
Stefania Gaudiosi, studiosa e teorica dell’arte, con particolare interesse per l’Arte Cinetica e per
l’opera del compositore d’avanguardia Iannis Xenakis, è autrice di diversi saggi dedicati ai temi
della contemporaneità, della multimedialità e dei new media. È cofondatrice, assieme ad Antonio
Barrese, del gruppo professionale OperaAperta, attivo in Italia e in Brasile, dove dal 2011
coordina il progetto FlowingRiver_RioAmazonas. Nel 2012 fonda ScholaFelix, gruppo di
innovazione artistica e culturale. Particolarmente attenta ai temi della didattica dell’arte, dal
2014 coordina i corsi ScholaFelix Basic e FelixLab per bambini, ragazzi e adulti, mirati alla
diffusione di una maggiore consapevolezza artistica e formale, e alla valorizzazione del talento
personale come via d’accesso alla felicità. È autrice della serie di videointerviste “L’arte è un
delfino”, dialoghi sul contemporaneo.
FONDAZIONE SOZZANI
La Fondazione Sozzani è un’istituzione culturale costituita a Milano da Carla Sozzani nel 2016 per la
promozione della fotografia, della cultura, della moda e delle arti. La Fondazione ha assunto il patronato
della Galleria Carla Sozzani e intende proseguire il percorso dell’importante funzione pubblica che la
galleria svolge dal 1990. www.fondazionesozzani.org