Antonello Viola – L’oro della Laguna

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA INTERNAZIONALE D'ARTE MODERNA DI CA' PESARO
Santa Croce, 2076 30135, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

10.00 – 18.00 (fino al 31 ottobre)
SPECIALI APERTURE SERALI ogni venerdì e sabato apertura fino alle 20.00 (fino al 30 settembre)
Chiuso il lunedì

Vernissage
20/06/2025
Artisti
Antonello Viola
Curatori
Elisabetta Barisoni
Uffici stampa
STUDIO ESSECI
Generi
arte contemporanea, personale

Un arcipelago intimo e personale prende forma nelle sale Dom Pérignon di Ca’ Pesaro, tra astrazione lirica, indagine pittorica e tensione spirituale. Nelle opere di Antonello Viola il segno dorato di una Venezia mutevole, stratificata e in costante trasformazione.

Comunicato stampa

Nella personale veneziana di Antonello Viola le opere su vetro ispirate a terre insulari e all’intera laguna veneziana - come arcipelago diffuso – compongono una geografia astratta e interiore. Il progetto espositivo, pensato appositamente per le sale al secondo piano del museo, vede allestita una speciale selezione di dipinti ad olio su vetro e su carta giapponese realizzati dall’artista negli ultimi quattro anni, molti dei quali esposti al pubblico per la prima volta.
Nel confronto con la città di Venezia, Viola accoglie e continua il vibrante rapporto tra luce, cielo e acqua che caratterizza questa città. L’andirivieni di fluidi scandisce inevitabilmente il tempo e la vita. Proprio questo fluire è ciò che l’artista ha cercato nelle sue opere per Ca’ Pesaro: in ogni vetro la pittura assume una dimensione tridimensionale, grazie a lastre disposte su più livelli e dipinte su entrambi i lati. Una superficie fragile e trasparente su cui il tempo si deposita in forma di velature, cancellature e stratificazioni, riflettendo i mutamenti della luce sull’acqua e suggerendo paesaggi mobili, dai confini incerti.
Accanto ai lavori su vetro, la mostra presenta opere su carta giapponese, nate anch’esse da una pratica lenta e meditativa. Antonello Viola lavora per sovrapposizione e sottrazione, costruendo per strati e poi riducendo all’essenziale. Ne scaturisce una pittura che non descrive, ma suggerisce; che non rappresenta, ma evoca. Le superfici diventano luoghi sospesi e silenziosi, capaci di trattenere e restituire luce, tempo e memoria. Una pratica non oggettiva e spirituale; più che di astrazione, si dovrebbe parlare di “non oggettività”, chiamando in causa Malevič e la sua “trasfigurazione nello zero della forma”. Pigmenti, foglia d’oro, trasparenze e cancellature si intrecciano come tracce in trasformazione, generando immagini interiori, mutevoli, aperte all’interpretazione.
Le tonalità di carne e di terre che emergono in queste carte evocano incarnati e fondamenta, intese non come luoghi di separazione, ma come materia di transito e permeazione tra il fluido marino e il corpo della città. Le fondamenta – elemento architettonico e urbanistico che argina e ridefinisce la dimensione liquida di Venezia – sono richiamate da linee essenziali che affiorano e si immergono tra le velature pittoriche, come strutture sommerse trattenute dalla memoria del colore.
Tra le incursioni nella mostra veneziana, Viola riprende il dialogo con la pittura simbolista di Giulio Aristide Sartorio (Roma, 1860–1932) già avviato in occasione della mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. A Ca’ Pesaro il confronto è con le sale adiacenti che accolgono il ciclo monumentale de Il poema della vita umana.
Benché distanti per epoca e linguaggio, in questo grado di separazione Viola e Sartorio condividono una visione dell’arte come esperienza spirituale, contemplativa e la pittura come uno strumento che guarda oltre il visibile, trasformando la materia in veicolo di trascendenza.
Così la mostra L’oro della laguna è al tempo stesso un omaggio alla città e una riflessione sul tempo, sulla pittura e sulla spiritualità. Come le fondamenta veneziane, anche l’opera di Viola è continuamente ridefinita dalla marea della percezione. Influenzato dall’astrattismo costruttivista e allievo di Enzo Brunori, Viola ha fatto della stratificazione e della sottrazione il proprio metodo distintivo.
L’oro della laguna si configura così come un ritratto intimo della città: poroso, stratificato, luminoso, in perenne trasformazione. Un arcipelago immaginario prende forma nei riflessi di Venezia, tra terre affioranti e profondità sommerse, tra isole della laguna e non, tra luce e memoria, tra storia e visione.
La mostra è realizzata con il supporto e la collaborazione di Galleria Alessandro Casciaro, Bolzano – Venezia.________________________________________Antonello Viola
Nato a Roma nel 1966, ha studiato Pittura all’Accademia di Belle Arti, diplomato trascorre poi un lungo periodo di studio in Spagna. Attualmente insegna Scienza e Tecnica del colore all’Accademia di Belle Arti di Roma, città dove vive e lavora.
Attraverso un processo di accumulo, stratificazione e sottrazione, nelle sue opere,Viola stabilisce un nuovo rapporto con lo spazio, un rinnovato dialogo tra la dimensione interiore dell'opera e l'ambiente che la circonda. Da questo assunto, insieme al metodo, trae vantaggio il suo lavoro, reso particolarmente sensibile alla percezione di un linguaggio composto di materia, fluidità, e ricchezza cromatica. Espone regolarmente in gallerie private e spazi pubblici in Italia e all’estero.