Antipodi
Perchè “Antipodi”? Perchè molto diversi sono i percorsi di questi artisti. La mostra raggruppa alcune
opere in cui si evidenziano le differenti poetiche, visioni e concetti alla base del loro lavoro.
Comunicato stampa
Antipodi
a cura di Sara Colombera
Elvezia Allari, Jean Louis Poveda, Cristina Cortese, Gabriele Tessari, Nicola Tosi, Meyer
Berrebi e Françoise Calcagno
Inaugurazione sabato 15 dicembre ore 17.00
Françoise Calcagno Art Studio, Campo del Ghetto Nuovo 2918, Venezia
Dal 15 dicembre al 30 dicembre 2012, orari: da martedì a sabato 10.00 – 14.00
COMUNICATO STAMPA
Il Françoise Calcagno Art Studio presenta una nuova mostra collettiva. In questa occasione abbiamo scelto di non
adottare nessun tema, lasciando agli artisti la possibilità di decidere il soggetto sulla base della loro personale
ricerca. Perchè “Antipodi”? Perchè molto diversi sono i percorsi di questi artisti. La mostra raggruppa alcune
opere in cui si evidenziano le differenti poetiche, visioni e concetti alla base del loro lavoro.
L'interior designer Elvezia Allari, nata a Schio (Vicenza), crea allestimenti, monili e opere di textile design
artificiali. Elvezia Allari impiega i materiali in modo inconsueto, piegati ad ordire con trame leggere ma resistenti;
accessori aerei, tele di ragno che catturano tessere musive o cristalli, pellicole d'oro o piccoli oggetti del
quotidiano che assecondano un immaginario gentile.
Il lavoro di Jean Louis Poveda, artista francese che abbiamo già avuto il piacere di esporre nella nostra galleria, è
stato influenzato dalle sue origini mediterranee e dalla visione del deserto del Sahara. La sua pittura attinge la
forza che la caratterizza da Venezia e dai numerosi viaggi in barca nell'est del Mediterraneo, è il frutto
dell'incontro di due mondi: l'immaginario mediterraneo e la poetica del mondo orientale. “Vedute e capricci”, è
una suite di dipinti a tempera, suggestioni astratte di Venezia, rappresentazioni parzialmente o totalmente
immaginarie.
Per Cristina Cortese, nata a Mestre e da anni residente a Mogliano Veneto, dipingere il nudo equivale a
trascrivere le prime sensazioni “a pelle”, le emozioni, la sensualità, a elaborare come il corpo percepisce l’esterno,
a esprimere la conoscenza che si ha di sé. Così i colori della luce e dell’ombra, i colori sono espressione di una
silenziosa autoriflessione e allo stesso tempo dell’attenzione per l’altro. Ascoltarsi e ascoltare.
Nicola Tosi è un giovane artista, cresciuto a Sant'Ambrogio di Valpolicella, in una famiglia di artigiani del marmo,
materiale che fin da piccolo i genitori gli hanno fatto conoscere e apprezzare. E' stata proprio questa passione
che lo ha portato un giorno a inventare e creare le sue sculture.
Lavora ormai da qualche anno insieme a Gabriele Tessari, artista e interior designer di Verona stabilitosi in
Inghilterra, specializzato in Progettazione architettonica e urbanistica. Il lavoro di Gabriele Tessari è concettuale,
la lettura di un articolo dal titolo “Riflessioni sull’effetto della Guerra confrontata con l’effetto della moneta senza
valore intrinseco tra paesi”, ha suscitato nell'artista una reazione che lo ha portato a rappresentare la sua
posizione di italiano-europeo in relazione a ciò che avviene nel mondo quotidianamente, sentendosi un po'
responsabile e un po' vittima di questo sistema. La sua vuole essere una provocazione per stimolare a riflettere
su quale strada le nuove generazioni dovranno scegliere in un momento di caos come quello in cui stiamo
vivendo.
Agli antipodi è il lavoro di Meyer Berrebi, residente a Parigi , sua città adottiva, dal 1960. Attraverso i suoi piccoli
formati traccia un universo dove dei personaggi ci raccontano delle storie con colori ricchi e delicati dalla pasta
generosa. Il passo iniziale si fa con l’umiltà, l’attesa prudente e la serenità interiore. L’opera lo fa ondeggiare
nell’universo infinitamente misterioso di una realtà inesprimibile se non attraverso l’armonia che la abita, che la
realizza e che la fa esistere, lasciando il suo autore sorpreso, riconoscente e qualche volta… estraneo a
quest’opera.