Alan Johnston – Spazi in atto

Informazioni Evento

Luogo
RENATA FABBRI ARTE CONTEMPORANEA
Via Antonio Stoppani 15/c, Milano, Italia
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 15.30 alle 19.30; la mattina su appuntamento; domenica e lunedi chiuso

Vernissage
10/11/2011

ore 18.30

Artisti
Alan Johnston
Curatori
Federico Sardella
Generi
arte contemporanea, personale
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Nelle quattro sale della Fabbri Contemporay Art, Alan Johnston interverrà come è solito fare: evidenziando e rilevando gli spazi, senza mai modificarli in modo irreversibile o deformarli, realizzando degli interventi a parete tesi a relazionarsi con la struttura e l’ossatura della galleria, desideroso come è di attivare gli spazi in cui si trova ad operare, esaltandoli, evidenziandoli, come volesse sottolinearne le regole e le segrete armature.

Comunicato stampa

Fabbri Contemporary Art è lieta di annunciare la prima mostra personale in Italia dell’artista scozzese Alan Johnston. Dopo la sua partecipazione con alcuni lavori alla mostra “Presente – Futuro”, allestita negli spazi della galleria nel giugno scorso, questa rassegna è la conferma del rapporto di lavoro avviato con successo da Renata Fabbri con l’artista. Nato a Edimburgo nel 1945, Johnston è noto a livello internazionale e riconosciuto come uno degli artisti più interessanti della sua generazione. Tiene la sua prima esposizione personale a Düsseldorf nel 1973, nella Galerie Conrad Fischer e da allora si contano numerose le partecipazioni a mostre collettive in tutto il mondo nonché le personali in prestigiosi spazi pubblici e privati.

Nel 1997 il suo lavoro, in bilico tra minimalismo assoluto, contaminazione dello spazio e riflessione sull’architettura e sulle strutture che la reggono, è proposto al Whitney Museum, a New York; nel 2000 alla Tate Gallery a Londra, nell’ambito di “Intelligence. New British Art”, consacrando definitivamente la sua ricerca all’attenzione del pubblico e della critica. Sempre nel 2000 il Prefectural Centre for Contemporay Art di Osaka, in Giappone, ospita una sua personale, nel 2002 sarà la volta del Museum of Fine Art di Houston, in Texas e, recentemente, nel 2010, nei 450 metri quadrati di spazi espositivi della Henry Moore Foundation, a Leeds, nel West Yorkshire in Inghilterra, propone una summa del suo lavoro e della sua ricerca, poi documentata da un corposo volume con testi di Penelope Curtis, Gavin Morrison e Charles Esche.

Nelle quattro sale della Fabbri Contemporay Art, Alan Johnston interverrà come è solito fare: evidenziando e rilevando gli spazi, senza mai modificarli in modo irreversibile o deformarli, realizzando degli interventi a parete tesi a relazionarsi con la struttura e l’ossatura della galleria, desideroso come è di attivare gli spazi in cui si trova ad operare, esaltandoli, evidenziandoli, come volesse sottolinearne le regole e le segrete armature. Ai margini delle pareti, mai al centro, mai nel punto chiave, si collocano invece lavori realizzati su pannelli di legno con grafite, carboncino, cera d’api e gesso: decentrate eppure centrali, queste opere di piccola dimensione, bianche e nere, piene e vuote, quasi delle finestre, rendono fisica e palpabile l’idea di un pieno mai pieno così come pure di un vuoto mai vuoto… confermando il desiderio di Alan Johnston di proseguire la sua riflessione sul rapporto forma – percezione – oggetto.

La mostra è accompagnata dalla plan collection n. 1, dove l’artista è intervenuto descrivendo l’allestimento pensato per l’occasione, con uno scritto in italiano ed inglese di Federico Sardella.