Alain Ngann – Telbana
Prima mostra fotografica in Italia di Alain Ngann.
Comunicato stampa
L’11 maggio la Nebbam Gallery inaugura TELBANA (Alzati), la prima mostra fotografica in Italia di Alain Ngann.
L’artista si interroga sulle conseguenze del revisionismo sulla memoria dei popoli africani e sulle loro diaspore dovute alle tragedie umane di cui sono stati testimoni il continente nero e le numerose civiltà che lo hanno popolato.
Con TELBANA il fotografo liricizza i drammi africani, elevandoli a una dimensione trascendentale. Attraverso l’uso suggestivo delle luci che emanano dalle fotografie, deifica i corpi nero ebano, talvolta dorati o argentati, facendoli emergere dagli sfondi che hanno i colori delle terre che hanno visto nascere i Medu Netjer sotto la benedizione di Amon Ra.
Di fronte alle derive del negazionismo e alla xenofobia nei confronti della civiltà nera, TELBANA è un appello ad alzarsi e al risveglio di un popolo la cui cultura, poco conosciuta o del tutto ignota, si è contraddistinta attraverso i secoli per una dignità e per delle capacità fuori dal comune.
TELBANA rappresenta un canto annunciatore della rinascita africana che da alcuni anni emerge all’orizzonte attraverso i movimenti panafricani disseminati sul pianeta.
TESTO CRITICO
Parole dell’artista
«Le mie opere in generale si concentrano sulla ricerca dei saperi iniziatici ancestrali che da sempre hanno accompagnato l’evoluzione delle civiltà dell’Africa…
Chi siamo? A una disamina del quotidiano e del contesto attuale appare cristallino che ci siamo distaccati dai valori fondamentali… Una parte essenziale della nostra storia è stata occultata.»
Alain Ngann
Libretto della (post) colonia
Come un archivista in mezzo alle macerie della memoria stuprata, razziata e dispersa dell’Africa nera Alain Ngann ci accompagna, con il suo obbiettivo, attraverso un’odissea nel cuore delle ferite profonde, tali stigmate, frutto delle tragedie che egli stesso ha conosciuto a partire dalla caduta e dallo smembramento delle grandi civiltà nere ad oggi.
A prima vista, le immagini fotografiche di questa mostra lasciano presagire un’atmosfera composta di tonalità tiepide, fangose e grigiastre che si staccano dagli sfondi dei muri vissuti, inceneriti e qualche volta ancora fumanti.
Suggeriscono una certa malinconia.
Le innumerevoli spedizioni punitive, le razzie e violenze di ogni sorta hanno sostituito il decoro.
Cosa rimane delle regine e dei re deposti? E dei palazzi reali, dei templi razziati ed incendiati?
Nient’ altro che briciole di memoria sparpagliate in mezzo alle ceneri e alle macerie.
L’Africa è seduta sulla soglia di quel che rimane del suo passato splendente, dei maghi, degli incantatori di serpenti, delle epopee Mandinghe, delle piramidi che accoglievano le meraviglie dei suoi eccelsi artigiani e le reliquie delle divine creature nere che Erodoto celebrava già nei suoi saggi.
L’Africa urla di un grido acuto il cui eco si attutisce poco a poco nel deserto del Sahara, dove le dune di sabbia inghiottiscono ogni giorno da parecchi decenni i resti dei suoi vigorosi figli e figlie neri-bluastri andati sulle tracce dell’oro del Katanga, dei diamanti, del coltan, dei papiri e dei totem, dei feticci,del petrolio e dell’uranio del Niger per fare la fortuna e la grandezza altrui…
TELBANA è una proposta audace che ha il merito di far coesistere nello stesso recinto immaginario malinconia e speranza, miseria e opulenza, servitù e regalità, contadini e nobiltà, agitazione e quiete secondo un’armonia di cui solo il fotografo conosce il segreto.
Alain Ngann trascende i codici della fotografia pubblicitaria e di moda, inventando un linguaggio poetico funzionale alle tematiche che esplora in questa mostra. Il pubblico diventa allo stesso tempo spettatore della doppia operazione che consiste nel poetizzare il dramma e drammatizzare la poesia, simultaneamente, sottolineando così il ritmo respiratorio che si districa da queste immagini dove la signora nera di giallo vestita, apre e chiude il sipario, sulla scena del dramma come per evocare la corsa del sole nel paese di Cham…
TELBANA! TELBANA! TELBANA!
Il gallo ha già cantato ben tre volte, i tuoi antenati ti ordinano di prepararti per camminare con loro tutta la giornata.
Figlie e figli del Nilo, cessate di essere nostalgici, ieri è solo un altro oggi, i limi sono stati depositati, armatevi di coraggio,
armatevi di scienza,
armatevi di pazienza,
le praterie torneranno verdi,
al limite dello sforzo,
Vi aspetterà il conforto.
A breve una nuova mietitura,
Porterà la felicità nelle case,
Gloria a Iside.
Patrick Joel Tatcheda