Ahmet Öğüt – neither artificial nor intelligent
Un’esposizione che svela un aspetto meno conosciuto della sua ricerca: una serie di opere pittoriche visibili esclusivamente dal vivo, in un allestimento pensato appositamente per gli spazi della galleria al fine di offrire una fruizione autentica e priva di qualsiasi mediazione digitale.
Comunicato stampa
Ahmet Öğüt, artista ampiamente riconosciuto per i suoi progetti partecipativi e socialmente impegnati, torna a Venezia dopo aver rappresentato la Turchia alla Biennale del 2009 con un nuovo corpus di opere che mette in luce la sua pratica pittorica, raramente esplorata finora. Intitolata neither artificial nor intelligent (né artificiale né intelligente), la mostra presenta una selezione inedita di dieci ritratti a olio, parte di una serie più ampia composta da cinquanta lavori realizzati negli ultimi tre anni. Le opere saranno visibili esclusivamente presso la sede della Galleria A plus A, dal 6 novembre 2025 all’8 febbraio 2026, e verranno diffuse online solo dopo che queste non saranno più di proprietà dell’artista. Fino ad allora, la mostra offre una fruizione interamente dal vivo, autentica e priva di qualsiasi mediazione digitale.
Nelle tele 70x70cm sono raffigurati artisti fittizi e realmente esistenti, ognuno con pratiche e provenienze diverse non rivelate al fruitore. Quali pregiudizi influenzano la nostra lettura di un’immagine? Perché associamo un determinato volto a un specifico luogo o media? Neither artificial nor intelligent invita a un incontro personale e offline con gli artisti ritratti, figure che spesso non ottengono un riconoscimento istituzionale a causa di un sistema classificatorio occidentale che caratterizza anche filtri e algoritmi dell’intelligenza artificiale.
Il titolo della serie fa riferimento a Atlas of AI di Kate Crawford (Yale University Press, 2021) dove l’autrice evidenzia come l’intelligenza artificiale, spesso percepita come astratta e immateriale, provochi in realtà danni tangibili e irreversibili come guerre, disastri ambientali e diseguaglianze sociali. Facendo riferimento alla storia dello sviluppo delle tecniche di identificazione facciale presentata nel libro, dalla frenologia all’enorme archiviazione di dati non autorizzata, fino alle tecniche odierne di addestramento della “visione artificiale”, la mostra questiona come l’avanzamento tecnologico utilizzi ancora oggi metodologie di classificazione di per sè fallaci, decise da bias umani e sistemi di potere.
Nato a Silvan, Diyarbakir, Ahmet Öğüt ha conseguito la laurea presso la Facoltà di Belle Arti dell’Università di Hacettepe, Ankara, e il master presso la Facoltà di Arte e Design della Yıldız Teknik University, Istanbul. Lavora attraverso diversi media e ha esposto in mostre personali in istituzioni come Art on the Underground & New Contemporaries, Van Abbemuseum, State of Concept Athens, Kunstverein Dresden, Kunsthal Charlottenborg, Chisenhale Gallery; Berkeley Art Museum; e Kunsthalle Basel. Ha inoltre partecipato a numerose mostre collettive, tra cui 17ª Biennale di Istanbul (2022); FRONT International 2022, Cleveland Triennial for Contemporary Art, Ohio (2022); Asia Society 13ª Biennale di Lione (2015); Performa 13, la Quinta Biennale di Arte Performativa Visiva, New York (2013); 7ª Biennale di Liverpool (2012); 12ª Biennale di Istanbul (2011); New Museum Triennial, New York (2009); e la 5ª Biennale di Berlino per l’Arte Contemporanea (2008).
Öğüt ha ricevuto il Visible Award per la Silent University (2013); il premio speciale del Future Generation Art Prize, Pinchuk Art Centre, Ucraina (2012); il De Volkskrant Beeldende Kunst Prijs 2011, Paesi Bassi; e il Kunstpreis Europas Zukunft, Museum of Contemporary Art, Germania (2010). Ha co-rappresentato la Turchia alla 53ª Biennale di Venezia (2009).
Vive e lavora ad Amsterdam e Istanbul. Le sue opere fanno parte di collezioni istituzionali come il Guggenheim Museum di New York; Kadist, San Francisco, USA - Parigi; Rennie Collection, Vancouver; Sammlung Goetz, Monaco; Frans Hals Museum; FRAC Nord-Pas de Calais, Dunkerque; Laumeier Sculpture Park, St. Louis; KIASMA Museum of Contemporary Art, Helsinki; Van Abbemuseum, Eindhoven; Fondazione Giuliani, Roma; MSU Broad Art Museum, East Lansing; Vehbi Koç Foundation, Istanbul.