Aganahuei: Arte grafica design architettura
Apre a Torino Aganahuei, un nuovo spazio espositivo esemplare connubio tra arte, moda, design e architettura. Un team di designer, artisti, architetti e creativi impegnati da anni nel proporre e diffondere un’arte che si crea attraverso il lavoro di precisione delle macchine. Un nuovo e moderno concetto di arte.
Comunicato stampa
Pietro De Carolis, Bruno Sacchetto, Raffaele Fontanone, Danilo Manassero e Luigi Ferrando sono i protagonisti di Aganahuei, che inaugura i suoi nuovissimi spazi a Torino il 19 aprile 2012.
Aganahuei si definisce come una sorta di concept store, una vetrina, dove il pubblico può non solo ammirare, ma soprattutto acquistare opere d’arte di grande e piccolo formato (anche a prezzi assai contenuti) ed oggetti di design e fashion design, quali borse e abiti in cotone e seta realizzati con motivi grafici ispirati a grandi capolavori.
L’attività dei proprietari di Aganahuei è da anni improntata sull’arte industriale, ossia il risultato di un vero e proprio lavoro di squadra: artisti, architetti e designer lavorano in modo sinergico e coordinato con il supporto di sofisticate tecnologie per inventare e produrre opere d’arte.
Una poetica indipendente che propone il ritorno alla classicità per dare vita a nuovi linguaggi: Aganahuei è l’esempio di questa evoluzione dell’arte che rifugge dall’accademico per sfruttare la nuova tecnologia ed i processi di produzione industriale.
Aganahuei sperimenta, inventa, crea emozioni: l’industria con le sue grandi capacità produttive, di quantità e qualità, è una forza innovativa, capace di svecchiare e attualizzare l’arte, avvalendosi della cooperazione di aziende che nei settori più disparati producono già materiali di alto profilo qualitativo, utilizzabili poi in campo artistico. L’arte industriale così crea opere d’arte di ampio respiro in grado di interagire in maniera significativa con gli spazi pubblici e privati (uffici, fabbriche, ospedali, piazze), elevando enormemente la qualità della vita di tutti i giorni.
Questo modo di fare arte, ha il coraggio di accettare la “macchina” come strumento degno dell’artista, si avvale di artisti per produrre in serie le opere, distingue nettamente fra ciò che si può imparare (capacità tecnica) e ciò che non si può imparare (il dono dell’inventiva creativa) e riesce a sviluppare una nuova concezione della Bellezza.
Appropriandosi di un linguaggio nuovo, che la macchina è in grado di fornire, nasce una nuova arte in grado ancora di emozionare e coinvolgere lo spettatore, come l’arte del passato.
Bruno Sacchetto, direttore artistico e co-fondatore di Aganahuei con Pietro De Carolis, commenta: “Ho sempre pensato che un artista debba essere figlio del proprio tempo, capace di esprimersi in modo esaustivo con il linguaggio più consono alle istanze del mondo che lo circonda. Da anni, infatti, lavoro in campo artistico utilizzando il computer, al quale mi sono avvicinato perché la mia pittura conteneva in sé sin dall’inizio una poetica già affine ai nuovi linguaggi che si palesavano sulla scena internazionale. Molti artisti della mia generazione rifuggono dal computer perché lo trovano inadatto a un’espressione artistica e lo considerano uno strumento freddo che mortifica la fantasia e la manualità dell’artista. Io penso che questo non sia affatto vero, ma che sia un retaggio di una visione dell’arte volta al passato, stantia e miope”.
D’altra parte – e sono parole di Mimmo Rotella - “Chi vive nel passato, non vive il presente e si pregiudica il futuro”.