Adulterio

Informazioni Evento

Luogo
VILLA PENNA
Via Dante Alighieri, 97018 , Scicli, Italia
Date
Dal al
Vernissage
20/08/2019

ore 18

Generi
arte contemporanea
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Mostra Adulterio, progetto artistico inscritto nel programma di Mast Festival.

Comunicato stampa

Scicli, città barocca e patrimonio Unesco, apre le porte di uno degli edifici simbolo della città: Villa Penna. Sin dal 1569 la villa è stata soggetta a continue trasformazioni e adibita a
diversi scopi funzionali e, in occasione di Mast Festival, dal 20 agosto al 20 settembre, diventa uno spazio, un campo magnetico, dove le diverse espressioni artistiche, dalla musica alla visual art, dalle conversazioni filosofiche ai dialoghi sopra le tradizioni locali, sono chiamate a comunicare sia con il territorio circostante sia con l’architettura della villa.

Adulterio è il titolo della mostra a cui partecipano tre artisti e un collettivo: Gio.Vi, FabioArrabito ed Ezechiele Mormina, Collettivo Contamin/azione che hanno sentito la
necessità di rispondere al richiamo della terra e della storia del luogo. La mostra nasce dalla forte volontà di ri-tornare a dedicarsi agli stimoli naturali della propria terra e, attraverso la
pluralità dell’arte e le pulsioni sottostanti alla contemporaneità, il progetto si ri-appropria del territorio sciclitano da poco ri-valorizzato, ma non ancora usufruito al meglio. Adulterio si
presenta come una piattaforma dove sperimentare, immergendosi in un luogo ricco di pulsioni, e tentare di dare un senso concreto a questo ritorno, utilizzando e imparando dall’appartenenza stessa. La mostra, allora, risulta essere una confessione del tradimento fatto alla propria terra e alla propria cultura e, con questo gesto, chiederne il perdono.

Ezechiele Mormina (Scicli, 1994) con l’opera 1:29, curata da Federica Mirabella (Ragusa,1994), mette in campo un’azione performativa rifiutando qualsivoglia spiegazione filosofica o
artistica dell’opera. L’ingresso al corridoio centrale è ostacolato da un varco sia fisico che concettuale: un uomo di fronte ad un banco invita le persone a riporre, in anonimato, la propria impronta digitale del pollice destro su un foglio, nel caso di rifiuto l’ingresso non può avvenire. Ciò che si nasconde oltre la tenda si scoprirà solo partecipando all’azione.

Gio.Vi con l’opera Gyrls in the yard, presenta le protagonista, forse poco meno di una decina, del mondo del Writing femminile in Italia. Entrare, scavalcare, strisciare, correre e nascondersi dentro a quei “cortili” è un gioco liberatorio, svincolante da ogni convenzione e costrizione sociale. È nelle poche ragazze, che fanno di questa pratica adrenalinica la loro passione, che il dipingere un treno assume un significato ancora più profondo e attuale. Nei loro gesti, l’artista ha visto un manifesto più o meno consapevole di libertà per tutte le donne. È in ciò che fanno che ha visto la dimostrazione di emancipazione della parte selvaggia di loro stesse.

Fabio Arrabito (Ragusa, 1989) con Studio 14#, sviluppa il concetto di tempo come mezzo morfologico per la realizzazione della stessa opera. I materiali usati continuano a implodere
e a mutare nel tempo. Il risultato è la stratificazione che, come l’ondeggiare delle acque del mare ridisegna nuove battigie, dona all’opera il senso estetico di un panneggio avvolto da cristalli di sale e calce, alludendo, con la sua forma, ad un suo diverso utilizzo iniziale.

Collettivo Contamin/azione presenta la performance RiSonanze che nasce da un’esperienza diretta e scindibile in due campi opposti con denominatore comune: il primo campo indaga la staticità e l’attesa, il secondo il movimento e l’azione. Il progetto si inserisce nella poetica del Collettivo che si muove dietro ai concetti e alla distinzione di essere e fare, ma è su quest’ultimo che si riconosce perché il fare è indipendente dall’essere. Ed ecco che si palesa l’impossibilità mentale di non poter produrre e/o creare quello che si pensa.