Accademia Italia
Più che una singola mostra, Accademia Italia vuol essere un evento espositivo in progress e site specific, per dirla con moderna enfasi in inglese, in quanto l’obiettivo del suo primo ideatore, l’artista-professore Gaetano Grillo, è quello di coinvolgere i tanti valenti e a volte misconosciuti artisti-colleghi che insegnano nelle Accademia di Belle Arti italiane come di titolari sulla Cattedra di Pittura, presentandoli negli spazi espositivi delle Accademie stesse.
Comunicato stampa
Più che una singola mostra, Accademia Italia vuol essere un evento espositivo in progress e site specific, per dirla con moderna enfasi in inglese, in quanto l’obiettivo del suo primo ideatore, l’artista-professore Gaetano Grillo, è quello di coinvolgere i tanti valenti e a volte misconosciuti artisti-colleghi che insegnano nelle Accademia di Belle Arti italiane come di titolari sulla Cattedra di Pittura, presentandoli negli spazi espositivi delle Accademie stesse o ancor meglio incastonando le loro opere all’interno dei musei annessi alle Accademie, quand’essi esistano come nel caso delle Pinacoteche di Accademie storiche, un tempo “Reale” e oggi di Stato, di Napoli e Torino, ma anche di Pinacoteche non meno storiche benché non statali, quali la Ligustica di Genova e la Carrara di Bergamo; senza dimenticare che in passato le Accademie di Milano, Venezia e Firenze avevano splendidi musei di loro proprietà, sottratti per varie e inopinate ragioni ai loro legittimi “genitori” e questa potrebbe essere la occasione per una debita benché temporanea riappropriazione.
Proprio da qui, adesso, si vuole partire con il progetto Accademia Italia, nella volontà di creare una mostra itinerante e “fluida” oggi diremmo, citando Zizek, perché via via si potranno aggiungere nuovi lavori e nuovi protagonisti, allievi compresi, in una rassegna a più voci dove i lavori di artisti contemporanei professori d’Accademia s’accostano e dialogano con i dipinti di antichi Maestri e di autori moderni già storicizzati, nell’ottica di riprendere quella tradizione virtuosa, tutta italiana appunto, che aveva visto nascere, dal Cinquecento in poi, Pinacoteche e musei annessi alle Accademie di Belle Arti, come strumenti di un modello didattico di alta formazione che avviene per emulazione, non per mera e pedissequa imitazione o copia. Questo era stato possibile in passato grazie a generose donazioni, o a prestiti o a comodati di lungo periodo, o da una vera e propria campagna di acquisizioni delle opere migliori dei migliori docenti e in certi casi persino degli studenti.
Da quest’idea e da questo progetto in fieri, la cui anteprima era stata presentata due anni fa a Milano nella Accademia di Brera, riprende dal 30 gennaio 2014 Accademia Italia scegliendo come sede di questo seconda puntata la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Torino.
Il piccolo ma elegante museo interno all’Accademia, dotato di una ventina di sale dove il percorso espositivo prende il via da capolavori di pittura quattrocentesca come le due tavole di Filippo Lippi (quella centrale è al Metropolitan di New York) per concludersi con pittori d’inizio Novecento quali Giacomo Grosso, trovando il suo momento clou e anzi un vero e proprio climax in quella raccolta, unica al mondo, di Cartoni Gaudenziani, ovvero quei 59 giganteschi fogli di carta, disegnati a matita con le scene sacre pronte per essere trasferite fedelmente in scala uno a uno, sui grandi dipinti, su tela o su tavola, opera di Gaudenzio Ferrari e degli artisti della sua Scuola. Scuola o entourage del quale facevano parte autori prestigiosi come Bernardino Lanino, Girolamo Giovenone e vari altri maestri di quel a lungo sminuito rinascimento piemontese, che trova invece una sua forte autorevolezza e una piena riqualificazione negli stretti contatti avuti con la pittura lombarda e persino con Leonardo.
Nella contiguità e se sarà il caso anche nei corto circuiti che s’innestano tra questi antichi Maestri e i nuovi Maestri selezionati per questa prima tournèe di Accademia Italia, trova il senso e la sua piena specificità, nonché originalità, una mostra a cui partecipano artisti molto diversi tra loro, accomunati solo dalla capacità di fare Arte con l’A maiuscola e dalla volontà di comunicarla ai giovani insegnando un metodo di lavoro, più che una mera tecnica o uno stile cui l’allievo potrebbe esser tenuto ad adeguarsi diventando una banale epigono o addirittura un clone.
Ma ecco la squadra che per l’inizio del campionato 2014 scende in campo a Torino: li citiamo in ordine alfabetico, senza gerarchie o diritti di primogenitura: Luca Caccioni, titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna; Albano Morandi della LABA di Brescia; Omar Galliani, da quest’anno docente a Brera dopo essere stato alla Accademia di Carrara (MC), Marco Cingolani, artista milanese docente adesso all’Albertina di Torino dopo un appassionato soggiorno palermitano; Luigi Carboni dell’Accademia di Urbino; il già citato Gaetano Grillo, oggi docente nella Milano sua città d’adozione (è pugliese di nascita, ma si è formato a Brera con Alik Cavaliere), anche se il suo passaggio come docente per otto anni all’Albertina di Torino ha lasciato tracce importanti in tanti giovani artisti oggi di successo; e a chiudere Stefano Pizzi, Nicola Salvatore e Aldo Spoldi tutti titolari a Brera sulla Cattedra di Pittura.
Che cosa li accomuna? Nulla, se non la volontà di dipingere riuscendo tutti a rovesciare e a reinverare il detto umanistico dell’Ut Pictura Poesis: la Pittura come Poesia.
Da qui oggi si parte e poi molti altri verranno. Buon viaggio!
Guido Curto