A nozze

Informazioni Evento

Luogo
BLUBLAUERSPAZIOARTE
Via Rodolfo Morandi 4, Alghero, Italia
Date
Il
Vernissage
26/10/2013

ore 19

Generi
serata - evento
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A blublauerspazioarte di Alghero riprende la rassegna Zip, le mostre lampo che si consumano nello spazio di un giorno

Comunicato stampa

Il 26 ottobre 2013, a blublauerspazioarte di Alghero riprende la rassegna Zip, le mostre lampo che si consumano nello spazio di un giorno, con la doppia personale A nozze di Pietruccia Bassu e Roberta Filippelli.

“È lunga quanto una vita intera la storia che Pietruccia Bassu racconta su una striscia di tela lasciata libera di avvitarsi nello spazio come un lenzuolo steso che reca velate tracce di esistenze vissute. Prima che le storie si disperdano nei buchi neri della mente, recupera da vecchi cassetti foto già ingiallite dal tempo e da ricordi non sempre felici, che mostrano gli istanti di nozze, familiari perché ascoltate dalla voce di una madre ormai sola a possedere segreti intimi da condividere con una figlia ansiosa di saperi lontani.
Nel percorso dalle fotografie in bianco e nero alle realizzazioni grafiche, trascritte poi sulla tela, quelle storie si decantano e si alleggeriscono dal peso del tempo prima di essere ricamate dalle stesse mani della protagonista. In un ambiguo gioco di relazione l’artista lascia che a cucire quelle immagini con punto imbastitura sia la madre, assunta così a doppio artefice della vicenda: si rivede in quei fotogrammi di vita e ricama sé stessa sulla tela, sottratta ad un antico corredo, in una sorta di discesa agli inferi di una memoria che forse preferirebbe lasciare nell’oblio ciò che il presente, invece, reclama come bene di famiglia da dispensare ai propri figli.
Concepito dunque come un fregio classico che dipana la vicenda da destra verso sinistra, la tela tessuta e ricamata mostra i suoi due versanti, di diritto e rovescio, di prima e di adesso, di bene e male. Come le cose della vita che rivelano la loro duplice natura, anche la lunga striscia di lino cela il suo potere terapeutico, benda lenitiva risarcisce antichi dolori e passioni, acquieta omissioni e fantasmi e, al pari di un sudario, avvolge e racchiude i segni indelebili di altrui esistenze, eredità affettiva per chi rimane. Con uno strascico: la parte finale della tela appare vuota, priva di una fase della storia ancora, evidentemente, da elaborare e da scrivere, un’appendice bianca che attende un’altra imbastitura.”

L’opera di Roberta Filippelli nasce su facebook dove ha seguito con interesse il matrimonio di Rita Fiori e Eppe Gius sino al ritorno a casa dal viaggio di nozze.
“E pensare che era iniziato tutto solo con un clic: mi piace, mi piace, poi quei “mi piace” sono diventati innumerevoli, alla fine non si contavano più. Da qui il progetto di fare, di quel materiale visivo, una sottesa autorappresentazione: vale a dire che la condivisione di quelle immagini equivale a una dichiarazione di poetica perché ciò che mi piace è anche mio. Rilanciare il materiale individuato significa allora farlo proprio, aderire a una scelta di campo in cui ci si riconosce, come è consuetudine per chi fa, della comunicazione sui social network, una maniera abituale di essere nel mondo.
Questo gioco virtuale, diventato ormai quasi obbligatorio e trasformato, in molti casi, in una sorta di coazione a ripetere, si identifica, nel lavoro di Roberta Filippelli, in una scelta programmatica e in una riflessione su un medium, come quello di face book e della infinità di immagini postate, che può essere creativo più di quanto non si pensi. Nella continua connessione con il mondo che Roberta Filippelli pratica per lavoro e per piacere si è imbattuta in due personaggi come Eppe Gius e Rita Fiori che hanno fatto, delle loro nozze documentate anche dagli scatti di Roberto Foddai e Paolo Giuliani e del viaggio a seguire, la rivelazione più convincente di desideri e piaceri, interessi e sogni di personalità colte e originali. Non dunque un album stucchevole e scontatissimo, semmai il pretesto per raccontarsi in un viaggio che è scelta di vita e di saperi, di incontri e di relazioni. Le immagini raccolte hanno la magia di fatti e luoghi lontani improvvisamente vicini, di spazi e tempi sottratti ad un indistinto quotidiano e diventati, per chi guarda, emblemi di altre condizioni, di altre regole di vita, di differenti socialità. Tutto questo nello sguardo di Roberta Filippelli, che ha letto, in questa chiave, le composizioni visive, che non vuole sottoporre ad arbitraria selezione per individuarne le migliori o le più riuscite; al contrario, conquistata dalle sequenze narrative, le assume in toto, ne approva l’impaginazione fotografica, ne condivide il linguaggio visivo e rappresentativo. E si immette in quel circuito, lo possiede fino ad essere parte della vicenda (le nozze di Eppe e Rita),abitare quei luoghi e quei volti, quei paesaggi e quelle sensazioni in un armamentario solo apparentemente banale perchè trasformato dai suoi protagonisti in un felice e appassionante racconto, risolto peraltro in nuovi codici visivi. Ed è così che si allarga il cerchio comunicativo, che racconta le nozze e il relativo viaggio, la storia di Eppe e di Rita,ma anche di Roberta e di chiunque altro voglia far proprie quelle storie che assumono il valore di un viaggio reale e virtuale, di un percorso in motocicletta e di un percorso dell’immaginario. Che valga davvero quella trita massima “dimmi che foto posti e ti dirò chi sei?. “