59. Biennale – Padiglione Uzbeko

Informazioni Evento

Luogo
ARSENALE
Campo Della Tana (Castello) , Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
21/04/2022

ore 11.15 su invito

Uffici stampa
CASADOROFUNGHER
Generi
arte contemporanea

Il Padiglione della Repubblica dell’Uzbekistan presenta alla Biennale Arte 2022 la mostra Dixit Algorizmi – Il Giardino della Conoscenza.

Comunicato stampa

Padiglione della Repubblica dell'Uzbekistan
alla 59° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

Dixit Algorizmi – Il Giardino della Conoscenza

Sostenuto da Saida Mirziyoyeva, vicepresidentessa della Fondazione per lo sviluppo culturale e artistico della Repubblica dell'Uzbekistan

Commissionato da Gayane Umerova, direttrice generale della fondazione per lo sviluppo culturale e artistico della Repubblica dell'Uzbekistan

Curato da Studio Space Caviar (Joseph Grima, Camilo Oliveira, Sofia Pia Belenky, Francesco Lupia) e Sheida Ghomashchi

Con una performance collaborativa site-specific tra Abror Zufarov e Charli Tapp

Workshop pubblici organizzati dal Centro per l'arte contemporanea di Tashkent

Anteprima: 20-22 Aprile 2022
In esposizione: 23 aprile – 27 Novembre 2022
Location: Quarta Tesa (Arsenale)

La Fondazione per lo sviluppo artistico e culturale (ACDF) della repubblica dell'Uzbekistan è lieta di presentare Dixit Algorizmi – Il Giardino della Conoscenza alla 59° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Durante la mostra il padiglione verrà riorganizzato come uno spazio di incontro e scambio che ospiterà un programma di eventi pubblici, workshop, performance e conversazioni che esploreranno con occhio critico le origini poco analizzate delle idee e delle tecnologie alla base della nostra era. Curato da Studio Space Caviar (Joseph Grima, Camilo Oliveira, Sofia Pia Belenky, Francesco Lupia) e Sheida Ghomashchi, con un lavoro collettivo di Abror Zufarov e Charli Tapp insieme a un solido programma di workshop organizzati con il Centro per l'arte contemporanea di Tashkent, Dixit Algorizmi – Il Giardino della Conoscenza è il primo padiglione del paese alla Biennale di Arte, e apre meno di un anno dopo il debutto dell'Uzbekistan alla 17° Biennale Internazionale di Architettura di Venezia.

Dixit Algorizmi si focalizza in particolare sul concetto di algoritmo—un'invenzione responsabile del funzionamento di gran parte dei meccanismi del mondo moderno—e il suo creatore, l'erudito del IX secolo, “padre dell'algebra” e “nonno dell'informatica” Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi, che era nato e cresciuto nell'odierna citta uzbeka di Khiva.

"Questo è il secondo anno che partecipiamo alla Biennale di Venezia, e dopo il successo dell'apertura dello scorso anno siamo tornati con nuove idee interessanti e sfide per il mondo dell'arte contemporanea. Siamo onorati di presentare quest'anno il nostro progetto attraverso l'eredità della figura rinomata in tutto il mondo di Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi, la cui Casa della Sapienza è stata la sede di fondamentali scoperte scientifiche ed è diventata il fulcro di lavori successivi nel mondo della scienza contemporanea. Siamo riconoscenti verso i nostri curatori, che hanno saputo reintepretare i valori di un grande studioso attraverso la lente dell'arte, affrontando degli interrogativi importanti per il presente." – Saida Mirziyoyeva, la vicepresidente del consiglio della fondazione per lo sviluppo culturale e artistico della Repubblica dell'Uzbekistan.

“Il lavoro e l'eredità di Al-Khwarizmi illustrano brillantemente questo processo complesso e multilineare. È uno degli studiosi di spicco nella storia dell'umanità, famoso durante l'arco della sua vita e divenuto leggenda dopo la morte, ma di cui non sappiamo molto, sia della sua vita che del suo aspetto. Siamo veramente felici che il tema scelto dalla curatrice Cecilia Alemani si abbini alle idee e agli scopi della fondazione di arte contemporanea, in quanto cerchiamo di promuovere un approccio interdisciplinare in ogni aspetto della nostra azione. La mostra presenterà non solo risorse visuali ma anche profonde risorse accademiche e concettuali che proseguiranno al padiglione durante tutto il periodo di durata della Biennale." – Gayane Umerova, direttrice generale della Fondazione per lo sviluppo culturale e artistico della Repubblica dell'Uzbekistan.

Il Giardino della Conoscenza

Il fulcro fisico del padiglione, un'installazione indoor che reinterpreta la tradizione millenaria dei giardini persiani e babilonesi, fa riferimento al luogo in cui al-Khwarizimi sviluppò gran parte dei suoi studi più importanti: la Casa della Sapienza a Baghdad. Il Giardino della Conoscenza di Dixit Algorizmi sarà realizzato da due dei tre curatori, Joseph Grima e Camilo Oliveira, entrambi parte dello studio Space Caviar, che si occupa di architettura e ricerca e ha sede a Milano.

All'epoca di al-Khwarizmi, la Casa della Saggezza fu un centro intellettuale dell'età d'oro del mondo islamico e sede di scambi culturali, conosciuti al giorno d'oggi per aver prodotto le traduzioni dei testi greci, arabi e persiani. Le caratteristiche paesaggistiche che la contraddistinguono furono i giardini a composizione geometrica della tradizione islamica e persiana.

Le superfici specchiate da sogno e le simmetrie presenti in tutto l'allestimento diDixit Algorizmi richiamano gli specchi d'acqua riflettenti al centro di ogni giardino islamico, i quali fluiscono attraverso canali equidistanti che dividono il giardino in quattro quadranti. Prima dell'aria condizionata questa era uno strumento funzionale, in quanto diffondeva aria fresca con i climi caldi, oltre al significato spirituale dell'acqua come simbolo di vita e purificazione.

Ideazione e storia

La parola “algoritmo” deriva da Algorismus, una traslitterazione latina di al-Khwarizmi. Quel nome arabo, a sua volta, traduce "originario della Corasmia", una specifica regione nel moderno Uzbekistan che una volta costituiva un impero a sé. Si stima che Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi abbia viaggiato dalla città d'origine, Khiva, a Baghdad nel nono secolo, e trascorse il resto dei suoi giorni dedicandosi alla ricerca e allo studio nella Casa della Saggezza, dove fu nominato astronomo e responsabile della biblioteca.

L'influenza di Al-Khwarizmi in Europa portò alla diffusione degli algoritmi, i numeri e i decimali arabi e l'algebra (presi dal suo libro Al-jabr). Dixit Algorizmi condivide il titolo con la versione latina del suo testo fondamentale di algebra e si traduce “Così parlò al-Khwarizmi.”

Gli algoritmi rivestono un ruolo fondamentale nella società moderna. Sono loro a detrrminare cosa verrà riprodotto successivamente nella coda video di Netflix e nel feed dei social media. Vengono utilizzati per realizzare edifici e contribuiscono all'individuazione degli obiettivi nel programma di guerra con i droni degli Stati Uniti. Così come i giardini, vengono definiti sia dalla loro crescita che dai loro limiti.

Stando al curatore, Joseph Grima, la mostra Dixit Algorizmi – Il Giardino della Conoscenza si propone di mettere in discussione la narrazione dominante nelle storie e nelle geografie dello sviluppo tecnologico, esplorando radici dimenticate e ignorati richiami con luoghi, tempi e culture lontani. Il padiglione dedica un'interpretazione divergente della tecnologia come medium, riconoscendo in vari modi la profondità e la complessità della sua storia d'origine.
“Dixit Algorizmi – Il Giardino della Conoscenza è un'ode al Bayt al-Hikmah, la Casa della Saggezza, e segue il principiodell'incontro e del dialogo. Nonostante le diverse e indipendenti componenti del giardino islamico tradizionale, i principi hanno creato uno spazio unificato. Tutti gli elementi funzionano separatamente per perseguire lo scopo del giardino, sviluppando l'interazione tra l'umano e il naturale. Il Giardino della Conoscenza resta fedele ai principi di tutti i giardini tradizionali persiani e islamici, in cui i visitatori possono incontrarsi per discutere, per assistere a performance dal vivo altri eventi pubblici,” sostiene Sheida Ghomashchi.
Il design del padiglione uzbeko richiama questa tradizione nella sistemazione dello spazio, riformulando la tradizione islamica del giardino come luogo di incontro e scambio come -spazio tecnologicamente aumentatodi ricerca, riflessione e sperimentazione.

Charli Tapp e Abror Zufarov annunciano una collaborazione sonora artistica basata su algoritmi

Integrando il paesaggio interno del padiglione ci saranno passaggi sonori commissionati e sviluppati come una collaborazione tra il musicista uzbeko Abror Zufarov e l'artista e compositore Charli Tapp che vive tra Parigi e Tokyo. Il loro nuovo progetto sonoro analizza come l'intelligenza artificiale risponde a dei set di dati di musica non occidentale. La presa di distanza dello stile classico uzbeko dalla teoria musicale occidentale viene talvolta processata da un algoritmo musicale come rumore anziché musica, creando momenti di glitch art musicale.

Nella loro nuova collaborazione, al pianoforte controllato al pc da Tapp verranno inserite delle composizioni classiche uzbeke conosciute come makom (o maqam) scritte da Zufarov, generando una composizione musicale infinita che verrà riprodotta in automatico dallo Yamaha CP80 modificato di Tapp durante il corso della mostra.

Tapp è noto per le sue installazioni di elettromagneti nei pianoforti, le quali vengono collegate dall'artista ad algoritmi informatizzati per creare brani mediati dall'intelligenza artificiale, i quali vengono poi riprodotti in automatico. Il suo nuovo lavoro con Zufarov spinge questo algoritmo ai limiti immettendo una serie di dati che non possono essere riconosciuti totalmente, un pianoforte che suona per un futuro incerto.

Nell'Uzbekistan in cui è nato Zufarov è conosciuto come uno dei "grandi maestri" degli strumenti musicali tradizionali come il sato o l'oud, con l'interesse storico nel genere musicale dell'Asia centrale shashmaqam, caratterizzato dal sistema complesso di sei maqam e dell'organizzazione dei toni. La musica che ne deriva dona vita al padiglione.

Il centro di arte contemporanea di Tashkent organizza workshop e programmi

In base al design, Dixit Algorizmi non presenta nessun lavoro permanente dell'arte plastica. Al contrario, il "Giardino della Conoscenza" spaziale e sonoro ospiterà un programma di workshop ed eventi pubblici con artisti, accademici, scrittori, performer, storici e altri praticanti il cui lavoro riguarda la tecnologia e i suoi effetti. Il programma di eventi sarà annunciato alla Biennale Arte.

Organizzato in collaborazione con il centro di arte contemporanea di Tashkent (CCAT), il padiglione inviterà i partecipanti a creare degli artwork che popoleranno man mano il giardino nel corso degli otto-mesi della mostra. Un'interazione iniziale di Dixit Algorizmi è stata allestita dal CCAT nel 2021.

SUPPORTO SPECIALE

Saida Mirziyoyeva (b. 1984, Kokand, Uzbekistan) è vicedirettrice del consiglio di amministrazione del Fondo pubblico per il sostegno e lo sviluppo dei mass media nazionali. Saida Mirziyoyeva possiede una laure triennale in diritto internazionale conseguito presso la University of World Economy and Diplomacy della repubblica dell'Uzbekistan, ha ottenuto un titolo di laurea magistrale in legge presso la State Law University di Tashkent e una laurea magistrale in scienze economiche presso la Lomonosov Moscow State University. Possiede inoltre un dottorato in pubblica amministrazione conseguito presso l'Accademia di Pubblica Amministrazione sotto il presidente della repubblica dell'Uzbekistan. Inoltre è ricercatrice presso il centro di studi strategici presso la Lomonosov Moscow State University. Nel 2019 Saida è stata nominata vicedirettrice dell'Agenzia per l'informazione e i mass media sotto l'amministrazione del presidente della repubblica dell'Uzbekistan, e nel 2020 vicepresidentessa del consiglio di amministrazione del Fondo Pubblico per il Supporto e lo Sviluppo dei Mass Media Nazionali. È anche membro della commissione per l'uguaglianza di genere e vicepresidentessa del Consiglio per l'arte e lo sviluppo culturale della repubblica dll'Uzbekistan. Saida Mirziyoyeva supporta attivamente le donne della nazione. Durante la pandemia di Covid-19, il progetto “Xavfsiz Yordam” (Aiuto sicuro) è stato creato grazie alla sua curatela. Come parte del progetto mille donne trovatesi ad affrontare difficoltà economiche a causa della quarantena (le donne che necessitavano sostegno sociale, madri single che hanno perso il lavoro) hanno ricevuto sostegno economico. Un altro progetto curto da lei è “Ko'ngil ko'zi” (Gli occhi dell'anima). Lo scopo del progetto è la creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo formativo, intellettuale e spirituale dei bambini ciechi e con disabilità visive, e anche per la conseguente integrazione nella vita e alla società Come parte dell'evento benefico di Capodanno è stato annunciato che più di 3.000 bambini ciechi o con disabilità visive saranno sottoposti a visite mediche.

COMMISSARIO
Gayane Umerova (b. 1985, Tashkent, Uzbekistan) è direttrice esecutiva della Fondazione per l'arte e la cultura della repubblica dell'Uzbekistan e segretaria generale della commissione nazionale della repubblica dell'Uzbekistan per l'UNESCO. Gayane possiede una laurea in business administration conseguita presso l'università di Westminster e una laurea magistrale in Art Business ottenuto presso l'Institute of Art di Sotheby e l'università di Manchester. Nel 2011 Gayane ha prestato servizio come curatrice della sesta Biennale internazioneal di arte contemporanea di Tashkent (Uzbekistan), coordinando programmi formativi per laquinta Biennale di Tashkent del 2009 (Uzbekistan). Nel 2015 ha curato la mostra “Henry Moore: L'incisore” presso lo State Art Museum dell'Uzbekistan. E nel 2016 Gayane ha coordinato la mostra “Nuovo Passato” presso la Art Gallery dell'Uzbekistan, che comprendeva 19 artisti tra cui gli “Young British Artists” (Damien Hirst, Jake e Dinos Chapman, Gavin Turk e Sarah Lucas). Gayane ha iniziato la sua carriera professionale come senior curator presso la Art Gallery dell'Uzbekistan nel 2008. Nel 2013 e nel 2014 ha prestato servizio come advisor per la serie di mostre "Al bivio: arte contemporanea dal Caucaso all'Asia centrale" presso Sotheby a Londra. È stata assistente di ricerca nel dipartimento russo della casa d'aste Sotheby nel 2012 e nell'ottobre del 2013 è stata insignita del premio dedicato agli artisti assegnato dalla Confederazione Artistica della Comunità degli Stati Indipendenti per "Riflessioni sul Mondo Invisibile”, un progetto che ha l'obiettivo di scoprire il istema decorativo islamico nell'arte dell'Asia centrale. Nel 2014 e nel 2015 ha prestato servizio come consulente presso la casa d'aste Christie. Dopo aver lavorato per più di 10 anni presso la Galleria d'Arte dell'Uzbekistan, nel 2017 è stata nominata vicedirettrice esecutiva della Fondazione per lo Sviluppo Artistico e Culturale della repubblica dell'Uzbekistan (ACDF). Nel 2020 è stata promossa alla carica di direttrice esecutiva dell'ACDF ed è stata nominata segretaria generale della Commissione Nazionale della repubblica dell'Uzbekistan per l'UNESCO. È l'ideatrice dei progetti architettonici su larga scala in Uzbekistan: la ricostruzione del Museo delle arti dell'Uzbekistan di Tadao Ando, la creazione el Centro di arte contemporanea di Tashkent, la ricostruzione della Biblioteca statale per bambini, l'apertura della Casa della cultura di Istiqlol Street e la ricostruzione della residenza del granduca Romanov. Inoltre, attraverso iniziative personali, l'Uzbekistan è diventato uno dei paesi che partecipano alla Biennale di Architetture del 2021 e nel 2022 il padiglione dell'Uzbekistan sarà in esposizione presso il museo del Louvre e a Berlino presso la galleria James Simons.

La Fondazione per lo sviluppo culturale e artistico della repubblica dell'Uzbekistan organizza e supporta eventi nel campo delle belle arti, della letteratura, del teatro, della musica, dell'architettura e della coreografia su base regolare. La fondazione crea legami culturali e promuove la cultura dell'Uzbekistan a livello internazionale. Tra i programmi a lungo termine della findazioni vi sono la creazione di ambienti inclusivi e accessibili nelle istituzioni culturali del paese, il rinnovamento dei musei e lo sviluppo del mecenatismo culturale e la formazioni di nuovo personale specializzato da impiegare nei musei, nei teatru e in altre istituzioni culturali. Inoltre, la findazione è la promotrice e l'organizzatrice di progetti architettonici su larga scala in Uzbekistan: la ricostruzione del Museo delle arti dell'Uzbekistan di Tadao Ando, la creazione el Centro di arte contemporanea di Tashkent, la ricostruzione della Biblioteca statale per bambini, l'apertura della Casa della cultura di Istiqlol Street e la ricostruzione della residenza del granduca Romanov. Nel 2021 la repubblica dell'Uzbekistan ha partecipato per la prima volta alla mostra internazionale di architettura della Biennale di architettura di Venezia commissionata dalla Fondazione.

CURATORI

Space Caviar è uno studio di architettura e ricerca situato tra Milano, in Italia, e Londra, nel Regno Unito fondato nel 2013 dagli architetti Joseph Grima e Tamar Shafrir. Lo studio usa mostre, film, scrittura e realizza lavori come i suoi media: dei temi ricorrenti nell'azione di Space Caviar comprendono l'impatto dei media e della tecnologia sulle relazioni sociali e la loro materializzazione nello spazio fisico e la politica della sostenibilità incorporata nelle costruzioni architettoniche. In quanto curatore di Biennale Interieur, Space Caviar ha presentato una serie di lavori e mostre, compreso Il teatro della vita quotidiana e il film Fortezza della solitudine che esaminano il passato, il presente e il futuro della casa sotto il titolo comune di SQM: La casa non esiste. Nel 2020, Space Caviar ha creato un'iniziativa di ricerca pluriennale ospitata da lla fondazione V-A-C intitolataNon-Extractive Architecture: Sul design senza impoverimento, un progetto che esplora ed espande la definizione di consapevolezza ecologica nell'architettura. I lavori dello studio sono stati esposti, tra gli altri, alla Biennale di architettura di Venezia, al Victoria and Albert Museum, al Biennale Interieur, il Vitra Design Museum e al Munich Film Museum.

Sheida Ghomashschi (b. 1980, Tehran, Iran) è una curatrice indipendente di Milano, in Italia. Ha preso parte a vari progetti, tra cui una borsa di studio alla Floating University (Forensic Architecture Group, Berlino, Germania), ha curato “Archive Alive!” presso Exhibition of Ramak Fazel (Kandovan, Pejman Foundation, Tehran, Iran), in veste di editor per il magazine Tarikh Irani (Tehran, Iran), la borsa di studio “Ideas City - Detroit” presso il New Museum di New York (Stati Uniti), ha condotto ricerche nell'ambito del programma di ricerca urbana presso BAUHAUS (Dessau, Germania). Ha anche partecipato come artista nelle residenzedi Dom Kreta (Varsavia, Polonia), Group Affinity, progetto Slavs and Tatars, Kunstverein Munchen (Monaco, Germania), Oikos Program (Lisbona, Portogallo).

ARTISTI

Charli Tapp è un artista visuale e compositore che attualmente vive in Giappone. Attivo attraverso performance intime, oscure e sparse sul posto, film e installazioni contestuali, i suoi lavori si comportano come viandanti nell'interpolazione culturale e nella trasposizione con un'attitudine parapolitica. Utilizzando un vasto set di strumenti e tecniche, esplora le spaccature anziché adottare una prospettiva basata sul tema; si concentra sul cambiamento dei paradigmi, sulle crepe e i punti sconnessi del tessuto di ogni situazione. Recentemente ha tenuto uno show presso MONO a Lisbona (Portogallo) e ha esposto i suoi lavori presso la galleria Anagra (Tokyo, Giappone). I lavori di Charli Tapp periodicamente incrociano le strade con Space Caviar attraverso collaborazioni, tra cui l'organizzazione di una residenza sperimentale di composizione per il recupero di un cratere locale, attraverso la produzione di design del suono generativo e prendendo parte al film Blockchain proiettato al Vitra Museum e il Mudac (Svizzera), il MAAT (Portogallo) e il MET (Stati Uniti).

Abror Zufarov è uno strumentista visrtuoso che ha padroneggiato la sua abilità nel suonare gli strumenti del tanbur, del sato e del dotâr sia nella scuola Tashkent-Fergana che quella Samarkand-Bukhara. È nipote di due straordinarie e fondamentali figure nella storia della musica classica professionale dell'Uzbekistan: Turgun Alimatov e Usmon Zufarov. Attraverso una profonda indagine teorica, Abror Zufarov ha iniziato a interessarsi enormemente nella salvaguardia, rivitalizzazione e trasmissione di questa intricata eredità culturale alle future generazioni. Durante gli ultimi 20 anni di vita professionale, Abror Zufarov ha cercato di ricostruire il suono autentico del tanbur che venne perso nel 1930 riportando in vita lo schema metrico dello strumento e portando quindi un antico - nuovo suono al Maqâm.

COLLABORAZIONI

CCA Lab è un laboratorio di ricerca del Centro per l'arte contemporanea di Tashkent, il cui scopo è quello di sviluppare l'arte contemporanea e le pratiche culturali in Uzbekistan, e allo stesso tempo realizzare nuove pubblicazioni e formulare una nuova conoscenza sull'eredità artistica della regione. Il fine ultimo del laboratorio è quello di sviluppare una serie di mostre con la partecipazione di curatori internazionali in Uzbekistan e all'estero. Durante la visita dei membri del team di curatela, il laboratorio ha aiutato nello studio delle specifiche sociali di Zarkainar, Khast-Imam, Chuvalachi e Guncha mahallas. Insieme hanno analizzato gli edifici più antichi e storicamente rilevanti. CCA Lab pubblica una fanzine tematica come lettura di accompagnamento, disponibile gratuitamente per tutti i visitatori del padiglione dell'Uzbekistan alla Biennale di Architettura 2021. Fanzine (fan magazine): una pubblicazione low cost realizzata in un ambiente giovane e creativo e incentrata su vari argomenti, spesso musica, letteratura o arte. In questo caso il laboratorio presenta uno sguardo inedito, dinamico e vivace delle mahalla della città antica attraverso collage, disegni, frasi captate, detti e ricordi, catturandone gli angoli e le svolte, i ritratti e le vedute, e anche usando archivi fotografici e ricerche scientifiche realizzate da coloro che sono al lavoro sul tema delle mahalla.