42 – Andrea Roccioletti
A fronte di altre opere sottratte indebitamente in occasione di precedenti mostre personali, la riflessione è stata inevitabile: a chi appartiene un’opera d’arte?
Comunicato stampa
42”
STAGIONE D'ARTE CONTEMPORANEA
Sartoria Creativa di via S. Maria 6h, Torino
01|04|14 – 03|06|14
Giovedì 17 alle ore 18.00
Inaugura la mostra:
“RUBA QUESTO QUADRO!”
ovvero L’arte va un po’ dove vuole e non ci sono briglie che tengano.
Di Andrea Roccioletti
la mostra sarà visitabile dal 14/04 al 27/04
A fronte di altre opere sottratte indebitamente in occasione di precedenti mostre personali,
la riflessione è stata inevitabile: a chi appartiene un’opera d’arte?
A chi l’ha realizzata, anche se non è difficile ammettere che le idee siano molto più fluide e virali di quanto si possa supporre, nonostante ciascuno di noi, spesso, se ne attribuisca la paternità più o meno in buona fede; al pubblico, eppure consideriamo le barriere d’accesso alla fruizione dell’arte che l’attuale sistema dà per scontate, dai biglietti di ingresso alle mostre, fino al mercato dell’arte vero e proprio.
Se da un lato dunque il piacere estetico può travalicare nel desiderio di possesso,
dall’altro appropriarsi di un’opera d’arte presuppone la sottrazione dell’opera stessa allo sguardo di tutto il restante pubblico: rubare qualcosa, in un certo senso, non lede solo il
legittimo proprietario, ma la stessa collettività; viceversa, la proprietà egoista di un bene
culturale ne vanifica il valore intimo, quello di essere pubblico e condivisibile. Per offrire
ai visitatori della personale uno stimolo di confronto su queste tematiche, ogni giorno
un’opera verrà lasciata incustodita: i visitatori, se lo desiderano, potranno portarla via
senza essere visti.
Il messaggio sottinteso a questa esposizione performativa è preciso e diretto: a latere
dei nostri giochi di attribuzione di valore, dei nostri desideri e delle previsioni in merito al
destino di un’opera, in un modo o nell’altro l’arte percorre strade a noi non del tutto note,
continuando a proporre nuove visioni della realtà anche in assenza, e ben più a lungo
dell’esistenza, dell’artista stesso.