19. Mostra Internazionale di Architettura – Lari e Penati: sul costruire un senso di sicurezza in architettura

Il progetto multidisciplinare del Padiglione Polonia alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia
Comunicato stampa
Il progetto multidisciplinare del Padiglione Polonia alla 19. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia
In un'epoca di incertezza come la nostra l'architettura continua a svolgere la sua ancestrale funzione di protezione? L'esposizione del Padiglione Polonia si dipana come un'indagine antropologica che individua le componenti emotive e razionali delle pratiche costruttive.
Fra riti e miti che vivono ancora oggi e normative e dispositivi di sicurezza i confini sfumano, a indicare i bisogni e i desideri più profondi dell'abitare. Attraverso il lavoro multidisciplinare condotto dalla curatrice e storica dell'arte Aleksandra Kędziorek, dall’architetto Maciej Siuda e dagli artisti Krzysztof Maniak e Katarzyna Przezwańska.
Fin dai suoi albori l'architettura ha la funzione primaria di proteggerci e ripararci. In che modo può e riesce a farlo oggi? In un'epoca di continui mutamenti e di crescente incertezza il Padiglione Polonia svolge una stimolante operazione di antropologia dell'architettura con l'esposizione “Lari e Penati: sul costruire un senso di sicurezza in architettura”.
L'intento del collettivo multidisciplinare composto dalla curatrice e storica dell'arte Aleksandra Kędziorek, dall’architetto Maciej Siuda e dagli artisti Krzysztof Maniak e Katarzyna Przezwańska è di indagare l'architettura dal punto di vista non tanto di chi la progetta, ma da quello delle persone che la abitano. Sospendendo ogni giudizio, il progetto lascia affiorare le paure, i desideri e i bisogni più profondi muovendosi volutamente su un duplice binario, magico e razionale.
«I Lari e i Penati erano le divinità romane che avevano il compito di proteggere il focolare domestico e in molte lingue ancora oggi ci si riferisce ad essi come a dei garanti della sicurezza all'interno della casa. Dunque, in sintonia con il curatore della Biennale Architettura 2025 Carlo Ratti che nel titolo dell’esposizione di quest’anno inserisce la parola “intelligens”, ci ispiriamo ai lari e penati come a un codice universale derivato dalla tradizione del mondo antico e che fa parte di un'intelligenza collettiva profondamente umana»
spiega la curatrice Aleksandra Kędziorek
Un'attenta ricerca sul campo in Polonia porta in luce i riti e le pratiche ancora in uso oggi e tramandati di generazione in generazione. Come la candela esposta sulla finestra che protegge la casa dalle tempeste o la ghirlanda che nei cantieri difende dagli imprevisti o un'antica soglia originale recuperata in un paesino polacco, confine magico fra esterno e interno e l'asta da rabdomante per individuare le zone più ricche di acqua dove progettare un edificio.
In parallelo viene evidenziata l'importanza dei dispositivi e delle strutture che rispondono alle normative più attuali, come l'uscita di emergenza o il certificato rilasciato dei vigili del fuoco affisso all'ingresso della mostra che, già parte integrante dell'architettura del Padiglione ed evidenziati e incorniciati, diventano una componente dell'esposizione, O ancora, lo spioncino sulla porta da cui osservare, non visti, chi vuole entrare in casa o i dispositivi di allarme e i lucchetti.
Attraverso uno sguardo umanistico sull’architettura i due piani normativo ed emozionale, solo apparentemente separati, si intrecciano di continuo in un percorso sfaccettato. Così accade che l'estintore, strumento per antonomasia meccanico e funzionale, campeggi in una nicchia decorata come un affresco o esaltato da un mosaico in stile veneziano, svelando le sue valenze simboliche e rassicuranti.
L'esposizione evita le astrazioni digitali. Addentrandosi nella mostra si incontra una costellazione di oggetti ritrovati o riprodotti e interpretati in scala 1 a 1 ed esaltati nella loro presenza materica in una scenografia essenziale. Modelli tridimensionali e tattili che affondano le radici in un patrimonio collettivo.
Una componente vitale e fertile, da riscoprire per tracciare i nuovi percorsi di un'architettura che incontri in modo consapevole le esigenze del mondo contemporaneo. Un contributo del Padiglione Polonia al tema per la Biennale Architettura 2025 lanciato dal curatore Carlo Ratti “Intelligens. Natural. Artificial. Collective”.