Video Sound Art Festival 2023

Festival di arte contemporanea attivo a Milano dal 2010, presenta, per la sua XIII edizione dal titolo Babel.
Comunicato stampa
VIDEO SOUND ART FESTIVAL, il festival di arte contemporanea attivo a Milano dal 2010, presenta, per la sua XIII edizione dal titolo Babel. Installazioni, performance e screening program di artisti internazionali compongono un palinsesto costruito in collaborazione con istituzioni e programmi di ricerca che si è svolto presso Brescia, Bergamo e che ora arriva a Milano. L’edizione Babel si concentra sulla natura ambigua del linguaggio: dalle indagini sulle lettere degli alfabeti del mondo condotte dal gruppo editoriale olandese MacGuffin alle ricerche sull’identità espressa attraverso il linguaggio video realizzate dalla curatrice Laura Lamonea presso la CNAP - Centre national des arts plastiques di Parigi. Le opere video selezionate dalla collezione francese saranno presentate durante il festival accanto a nuove produzioni internazionali.
BABEL MILANO | 30 novembre - 3 dicembre 2023
Archivio Storico dell’Ospedale Maggiore Policlinico e Cripta della Ca' Granda
L’esplorazione di Video Sound Art sulla natura ambigua e sfaccettata del linguaggio prosegue nell’episodio milanese di Babel con un progetto espositivo in dialogo con l’Archivio Storico dell’Ospedale Maggiore Policlinico. Edificato nel 1637, custodisce tutti i documenti amministrativi prodotti o ricevuti dall’Ospedale Maggiore di Milano dalla sua fondazione fino all’attuale Policlinico. L’archivio, sotto una volta affrescata da Paolo Antonio de’ Maestri detto “il Volpino”, cela una costellazione di microstorie che rappresentano idealmente i mattoni di quel progetto tragicamente impossibile che è la costruzione della mitologica torre di Babele, metafora che ha guidato la corrente edizione di Video Sound Art Festival.
Sarà possibile visitare il festival accompagnati da mediatori alla scoperta della mostra ma anche degli spazi dell’archivio e della cripta, siti che, per restauri necessari, rimarranno chiusi a lungo.
Riconoscendo l’unicità del luogo che la accoglie e con la collaborazione del suo responsabile scientifico Paolo Galimberti, Babel Milano prende una piega più introversa, riflessiva e contemplativa rispetto al capitolo bresciano. Le opere presentate nel salone maggiore dell’Archivio Storico mettono in luce gesti e storie di umanità sottese che riguardano la parola scritta: dal gesto calligrafico a quello ripetitivo del lavoro impiegatizio nelle opere dell’artista Ali Kazma. Nell'installazione Written, presentata su sei schermi, pagine scritte bruciano rivelando la forza e l’importanza di ciò che a loro sottende – ovvero il linguaggio stesso e la possibilità di comunicare e tramandare. Il linguaggio appare qui come una memoria collettiva, con narrazioni che possono essere manipolate e imposte attraverso voci eradicate, storie negate come la voce di Bianca Neve nell’opera di Pierre Huyghe.
Il linguaggio è uno strumento imperfetto che esprime la nostra presenza imperfetta nel mondo ma che ci mette in relazione gli uni agli altri.
Il progetto espositivo prosegue nella Cripta, spazio sotterraneo costruito negli anni trenta del Seicento con lo scopo di accogliere le spoglie dei deceduti dell’Ospedale. Dopo le operazioni di restauro iniziate nel 2009 grazie alla Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, la Cripta riacquisisce dignità, ospitando negli ultimi anni un progetto in collaborazione con il Labanof (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense) che si sta occupando di effettuare le analisi dei resti di interesse storico conservati.
In questo luogo intriso di storie e memorie vengono presentate le opere delle artiste Camille Henrot ed Edith Dekyndt. La ricerca di Camille Henrot si concentra sul rapporto tra mito e storia e sui meccanismi alla base dei processi imperfetti di comprensione e memoria. Dall’appartamento dell’architetto Yona Friedman con i suoi oggetti, le opere, i suoi libri di filosofia al film Cynopolis girato a Saqqara, sito delle prime piramidi ora abitato da un branco di cani selvatici erranti, in cui si evince una sovrapposizione tra ambiente e punto di vista, tra grandezza sacra del passato e decadenza del presente.
Nei video di Edith Dekyndt il colore diventa una caratteristica in sé, che si articola in forme che vanno verso una dematerializzazione, le mani sgretolano la polvere di ferro e immergono blocchi di inchiostro nero in acqua diffondendo arabeschi su uno spazio bianco. Alla scrittura funzionale nella storia del mondo sì è sempre contrapposto un grafismo liberatorio, un impulso interiore che avvia il gesto disegnando una linea tra il dentro e il fuori.
Babel è un’occasione per riflettere insieme sul linguaggio come espressione spirituale ed elemento identitario ma anche come luogo di sperimentazione attraverso il quale poter sprigionare energie creative non lineari, recuperando la pregnanza fisica del segno.
APPUNTAMENTI PRECEDENTI: BRESCIA E BERGAMO
I primi due episodi di Babel hanno coinvolto nel mese di novembre le città capitali della cultura 2023: Brescia e Bergamo. Qui il Festival ha indagato le molteplici sfaccettature del linguaggio, attraverso video, un programma di screening e performance, presso il MO.CA - Centro per le nuove culture, il Bunkervik e il Cinema Nuovo Eden. Il campus di sperimentazione ha coinvolto gli studenti dei Licei Arnaldo e Tartaglia-Olivieri di Brescia e il Liceo Lussana di Bergamo che il 24 e 25 novembre ospita un atto performativo costruito dal team di Video Sound Art e gli studenti della scuola.
Tra gli artisti in mostra: Haig Aivazian, David Claerbout, Jordi Colomer, Marilisa Cosello, Andrea d’Amore, Alexandre Erre, Cyprien Gaillard, Camille Henrot, MacGuffin (Kirsten Algera, Ernst van der Hoeven), Rania Stephan, Hito Steyerl, Natália Trejbalová e Angela Xu.