Luce, memoria, corpi e simulacri, questi i temi delle ultime novità in libreria di fine novembre 

Ecco le ultime e più interessanti uscite in libreria che, tra luce, memoria, corpi e simulacri, a fine novembre possono anche iniziare a entrare nella lista dei regali da mettere sotto l’albero di Natale...

Sette libri per attraversare il presente senza paraocchi: dalla Light Art al femminile che usa la luce come spazio di libertà, al dialogo obliquo tra fotografia e poesia; dall’IA generativa che ci rivela quanto siamo nati cyborg, al ritorno di Piero Guccione e alla sua ostinazione pittorica. In mezzo scorrono i baci come atlante culturale e sensoriale, la stanza luminosa e ferita di Nan Goldin dove il privato diventa atto politico, fino al kitsch che smaschera l’eccesso come lingua del mercato.

Dario Moalli 

Jacqueline Ceresoli – Donne, luce e libertà. Storie di Light Art e di altre illuminazioni 

In Donne, luce e libertà. Storie di Light Art e di altre illuminazioni, Jacqueline Ceresoli accende un riflettore su un territorio spesso raccontato al maschile e lo ripercorre con una bussola diversa: la luce come pratica di emancipazione, relazione e spazio condiviso. Il libro non è un repertorio di installazioni “luminose”, ma un saggio multidisciplinare (arti visive, studi di genere, estetica dei media) che distingue con chiarezza analogie e divergenze tra approcci femminili e maschili alla Light Art, mostrando come molte artiste abbiano trasformato il dispositivo luminoso in piattaforma di inclusione e in grammatica della autodeterminazione. Ceresoli lavora per nodi – storia, linguaggi, luoghi, comunità – e intreccia la genealogia dell’arte della luce con quella dei movimenti femministi: la luce come rivelazione, ma anche come cura dello spazio pubblico, come segnale di resilienza e risveglio. Il risultato è una guida critica agile, utile a chi cura, studia o semplicemente attraversa mostre e festival: dopo la lettura, il neon, il LED, il laser non sono più solo tecnologia e spettacolo, bensì politica dello sguardo.

Jacqueline Ceresoli
Donne, luce e libertà. Storie di Light Art e di altre illuminazioni
Postmedia Books, 2025 
pag. 224, € 22

Copertina "Donne, luce e libertà. Storie di Light Art e altre illuminazioni"
Copertina “Donne, luce e libertà. Storie di Light Art e altre illuminazioni”

Scrittura obliqua. Fotografia e poesia – a cura di Davide Rondoni 

In Scrittura obliqua. Fotografia e poesia l’accoppiata più sospetta del Novecento smette di farsi la guerra: la fotografia, presunta prova del reale, e la poesia, laboratorio dell’io, si incontrano dove entrambi vacillano—nell’immagine che pensa. A cura di Davide Rondoni, il volume intreccia saggi bilingui (Matteo Balduzzi, Corrado Benigni, Michele Nastasi, Rondoni, Mauro Zanchi) e nuove produzioni di Luca Campigotto, Federico Clavarino, Sabrina D’Alessandro, Linda Fregni Nagler, Alessandro Sambini, Alessandra Spranzi, Paolo Ventura. La mappa storica è doppia: dagli Stati Uniti (Melville/Watkins, Whitman/Weston, poi Kerouac–Frank–Minor White) all’Italia, dove Mulas/Montale e soprattutto Giacomelli fanno da cardine, accanto a derive laterali. Il cuore, però, è nel presente: una committenza pubblica che invita gli artisti a lavorare sul bordo tra parola e immagine, generando cortocircuiti di ritmo, montaggio, didascalia e silenzio. Ne esce un prontuario d’uso per chi cura o studia le pratiche visuali: il testo non illustra la foto e la foto non decora il testo—si scrive obliquamente, dove la luce fa rima con il respiro.

A cura di Davide Rondoni
Scrittura obliqua. Fotografia e poesia
Quodlibet, 2025 
pag. 208, € 24 

Claudio Paolucci – Nati cyborg. Cosa l’intelligenza artificiale generativa ci dice dell’essere umano 

Altro che trionfo delle macchine: per Claudio Paolucci la rivoluzione dell’IA generativa è un’operazione a cuore aperto sull’umano. Dal Go agli LLM, dall’“intelligenza zero” alle allucinazioni, passando per pappagalli stocastici, stanze cinesi e menti estese, il libro smonta l’idea di una mente isolata e mostra come da sempre deleghiamo pezzi di noi all’ambiente—utensili, scritture, tecnologie. È così che diventiamo ibridi: “nati cyborg” non per fantascienza, ma per pratica quotidiana. 
Il merito sta nel ribaltamento di prospettiva: l’IA non è un ospite alieno, è uno specchio che rende visibili i nostri meccanismi—linguaggio, menzogna, errore, soggettività. Paolucci naviga con chiarezza tra filosofia della mente e semiotica senza cadere nel tecnicismo, e intercetta questioni caldissime per chi lavora con immagini, testi e suoni: che cosa resta dell’autorialità? come si negozia il senso in un ecosistema di modelli probabilistici? Un saggio lucidissimo, utile a chi teme la macchina e a chi l’abbraccia: perché mostra che il punto, ancora una volta, siamo noi. 

Claudio Paolucci
Nati cyborg. Cosa l’intelligenza artificiale generativa ci dice dell’essere umano 
Luca Sossella Editore, 2025 
pag. 144, € 12 

Piero Guccione. Nato per la pittura 

Più che un catalogo, un autoritratto per voci. Nato per la pittura trascrive una lunga conversazione radiofonica del 1993 (Paesaggio con figure, Radio Rai) in cui Piero Guccione, solitamente parco di confidenze, apre il laboratorio del suo sguardo: “inventarsi, giorno per giorno, il modo di fare chiarezza”, dipingere come atto paziente che restituisce alla tela il ritmo del pensiero. Il volume, uscito nel novantesimo dalla nascita, alterna diciannove capitoli e un ricco apparato iconografico a interventi di Lorenza Trucchi e Guido Giuffrè, con incursioni affettuose e critiche di Bufalino e Testori, oltre a pagine di Micacchi, Dominique Fernandez e Sciascia. Ne emerge un “pittore del visibile” che rivendica la difficoltà del mestiere in tempi da “missili”, trovando nel paesaggio ibleo—Sampieri, Modica—una grammatica di luce e orizzonte. L’Archivio Guccione costruisce così un libro-ponte: documento d’epoca e guida di poetica, dove l’audio riaccende il timbro della voce e le immagini misurano, senza enfasi, la tenacia di un’idea semplice e radicale: la pittura come chiarificazione del mondo.

Piero Guccione. Nato per la pittura 
Allemandi, 2025 
pag. 240, € 60 

Ilaria Guidantoni – Il bacio da sfogliare 

Più saggio che galateo sentimentale, Il bacio da sfogliare torna in una nuova edizione ampliata e allarga lo spettro: Ilaria Guidantoni fa del bacio un dispositivo culturale totale, dall’archetipo materno (il primo “nutrimento” come promessa di felicità e cura) fino alle sue metamorfosi nella storia, nelle civiltà, nelle arti. La mappa è trasversale: iconografie d’arte e letteratura, cinema e musica, con un nuovo capitolo dedicato alla Canzone italiana e al Belcanto. L’autrice intreccia antropologia e devozione laica – quel che definisce una sorta di “cristologia materna” – per mostrare come il bacio segni passaggi: iniziazioni amorose, patti sociali, traiettorie simboliche che arrivano fino alla tavola, quando il gesto diventa dolce da gustare. L’opera di copertina di Omar Galliani e le illustrazioni al tratto di Emma Dal Falco danno corpo a un libro leggero nel formato ma denso di rimandi, che invita a riconoscere nei “nostri” baci quotidiani una grammatica di cura, desiderio e relazione. Non un repertorio di citazioni, ma un piccolo atlante emotivo per lettori curiosi e onnivori.

Ilaria Guidantoni
Il bacio da sfogliare 
Cinquesensi Editore, 2025
pag. 144, € 18  

Sofia Mattioli – La verità, quando accade. Nan Goldin 

Più che un profilo, un montaggio emotivo. Sofia Mattioli avvicina Nan Goldin per scene e ritorni, dalla ferita originaria della sorella Barbara alla famiglia elettiva dell’East Village, dai primi Polaroid ai club dove The Ballad of Sexual Dependency diventava slideshow vivo, con la musica a tenere il tempo di amori, dipendenze, corpi vulnerabili. La tesi è semplice e urticante: la fotografia, in Goldin, non è confessione ma testimonianza politica—la distanza tra chi vive e chi guarda si azzera, e l’immagine diventa atto. Il libro segue anche la Goldin attivista e curatrice: Witnesses: Against Our Vanishing sull’Aids come rimosso pubblico; poi PAIN e le azioni nei musei, flaconi di ossicodone riversi a svelare i legami tra denaro, arte, responsabilità (la costellazione Sackler). Mattioli costruisce una stanza di rilettura dove infanzia, lutto, snapshot “inconsapevoli” e sopraffazioni tacciono solo finché qualcuno non le nomina. Qui l’arte è un credo militante: solleva veli, rimette in circolo il sommerso, ricompone l’album di una comunità queer e di una città in trance. Ne esce una Goldin integrale—fotografa, archivista dell’intimità e del dolore, corpo che entra nelle istituzioni per misurare quanto la verità accada davvero, quando accade.

Sofia Mattioli
La verità quando accade Nan Goldin 
Electa, 2025 
pag. 96, € 12 

Maurizio Cecchetti. Non serve scomodare gli dèi. Il kitsch è dentro di noi  

Con Non serve scomodare gli dèi, Maurizio Cecchetti scarta l’alibi del “cattivo gusto” e fa del kitsch lo specchio del presente: troppo di tutto. Colori, musiche, narrazioni, oggetti, stili—un mondo iperplastico che satura i sensi e confonde i criteri. Sulle orme (ma non all’ombra) di Broch, l’autore sottrae il kitsch alla condanna morale: non è il brutto, è il modo in cui lo usiamo a fini estetici, il “come se” che addobba la vita di effetti speciali. Cecchetti maneggia filosofia, arti visive, pubblicità e consumo per mostrarci una categoria mobile: il kitsch come linguaggio universale del mercato, testimonial ambiguo che addolcisce tutto—anche il sacro—fino a renderlo commestibile. Il risultato è un atlante critico del nostro troppo pieno, utile per leggere design, musei, social feed e liturgie pop senza sconti né snobismi. Un libro da tenere accanto mentre scorriamo il mondo: per capire quando stiamo guardando e quando, impercettibilmente, ci stiamo mettendo in posa.

Maurizio Cecchetti
Non serve scomodare gli dèi. Il kitsch è dentro di noi 
Officina Libraria, 2025 
pag. 260, € 22 

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Dario Moalli

Dario Moalli

Dario Moalli (Vigevano 1991) studia Storia e critica dell’arte all’università di Milano, nel 2013 si è laureato in Scienze dei Beni culturali, e da qualche anno vive stabilmente a Milano, dove vaga in libertà. Condivide l’interesse per l’arte con quello…

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