Hide and Seek. Le illustrazioni miminal e sexy di Malika Favre

Minimali ed elegantemente osé, le illustrazioni di Malika Favre colpiscono grazie a un tratto pulito e a colori decisi. Ne è un esempio la serie “Hide and Seek”.

35enne, di cultura francese ma ormai da diversi anni residente a Londra, Malika Favre è oggi una illustratrice tra le più ricercate per la grazia costante ed eclatante delle sue immagini, improntate a uno spettacolare minimalismo (ossimoro inevitabile). Forse dalla madre pittrice, forse dall’influenza formativa della storica arte optical di Bridget Riley, forse dagli anni passati nel prestigioso studio londinese di design Airside, questa artista creativamente geometrica ha metabolizzato un amore totale per le forme pulite e i colori netti. Non arriva quindi agli eccessi (che poi sono l’esatto contrario dell’eccesso) Bauhaus, ma si può dire che ci va vicino.
Il suo fare ha toccato finora diversi ambiti dell’arte applicata. Dalla cartellonistica (il 51° Montreux Jazz Festival…) e le copertine di libri e riviste (The New Yorker…) alle etichette di bottiglie e al decoro di scarpe; eccetera. In qualsivoglia situazione, la sua mano resta riconoscibilissima: bidimensionalità pura, morbido geometrismo, riduzione cromatica, finezza compositiva, narratività suggerita, sensualità sottile ma non nascosta. E proprio di ciò vorremmo parlare qui, giustamente: della sua operatività sexy.

Malika Favre, Hide and Seek

Malika Favre, Hide and Seek

VOYEURISMO SENZA VOLGARITÀ

Una parte non piccola della sua produzione si è incentrata su immagini erotiche, anche piuttosto esplicite. Il che può stupire, se si pensa alla prevedibile “freddezza” della sua tecnica espressiva. Invece, esattamente il forte controllo esercitato sull’equilibrio delle forme accentua a sorpresa l’intensità del rappresentato, per quanto mai si entri direttamente nel merito descrittivo. Giammai volgare, tuttavia Malika Favre non si tira indietro davanti al lampante. Mantiene sempre signorilità. Lo si capisce già dalle sue immagini, come dire, introduttive all’argomento: donne che, seminascoste dietro qualche schermo, guardano attente qualcosa (qualcuno) fuori campo. Hide and Seek: è l’epitome del voyeurismo. Poi ci sono i suoi alfabeti ispirati al Kama Sutra e comunque ad accoppiamenti etero e omo, sempre sotto il segno della genialità grafica e del garbo rappresentativo, tra rivelazione e simbolo. E in tale ambito brillano in modo particolare le sue insistite versioni dell’amore saffico, se possibile più intriganti e più eleganti di tutto il resto.

Malika Favre, illustrazione per The New York Times

Malika Favre, illustrazione per The New York Times

BELLEZZA CENTRIFUGA

In un campo in cui la volgarità più che altrove, se possibile, la fa da padrona, lo stupore e la gratitudine per la delicatezza di Malika Favre inteneriscono l’animo. E poi piace quella sua ricerca di equilibrio giocando leggermente, ma perennemente, sulla non centralità e sulla non ortogonalità. Ne fa fede il suo uso reiterato di aggiungere un piccolo neo decentrato a poca distanza da belle labbra simmetriche. Non a caso il neo per i francesi, storicamente esperti nelle arti della seduzione, si chiama grain de beauté. La bellezza, se vuole essere superiore, è centrifuga – mai centripeta.

Ferruccio Giromini

www.malikafavre.com

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #41

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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